14 gennaio 2016 Salviamo il poeta e artista palestinese Ashraf Fayadh
I profeti si sono ritirati / perciò non aspettare che i tuoi tornino da te / e per te (Ashraf Fayadh)
Elaborazione grafica di Giulia Tubili
Poesia della settimana:
PETROLEUM IS HARMLESS
Ashraf Fayadh, (11/01/2016 12:00:00) »
FAYADH condannato, nel novembre scorso in Arabia Saudita, a morte mediante decapitazione, ingiustamente accusato di apostasia e di diffondere l’ateismo con la sua raccolta di poesie “Le istruzioni sono all’interno” (Dar al-Farabi, Beirut, 2007).
La tirrania saudita ha già fatto sapere che non si piegherà alla richiesta, espressa da milioni di persone, di sospendere la sentenza e l’esecuzione, non ammettendo alcuna ingerenza estera nelle proprie decisioni governative.
Sappiamo che, quasi certamente, qualunque nostra azione non salverà la vita di Ashraf Fayadh ma siamo convinti che le nostre voci gli giungeranno e giungeranno a quanti, in ogni luogo della terra, lottano e muoiono per la libertà di parola e per il riconoscimento dei diritti umani.
Sin da ora, vi giunga il nostro grazie.
Poesia
[Δ]
haiku 9
(15/01/2016 19:06:38) »
Bruno Confortini
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Il papavero fra le esili spighe rosso al vento
La poesia non muore
(15/01/2016 18:59:16) »
Eugenio Nastasi
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Non servono occhi per vedere il volo retto del gabbiano, nè un blizzard rifare il mondo col turbine del vento artico: anche una prigione scardina l'indifferenza con la parola libertà. Scritta sui muri graffiata con le unghie, una parola che condona il grado zero dell'umano livore, una parola detta con pienezza di colore. La voce di un poeta, anche se muore annuncia sempre una promessa: i paesaggi della sua anima mostreranno come speranza somigli a perdono.
Sotto la pelle
(15/01/2016 15:21:48) »
Davide Gariti
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Un giorno di sole è un'avventura discesa come arcadia, in tuo nome, il giorno in cui sotto la pelle conserverai le nazioni in un grido le voci dei figli perduti, e le foglie crepiteranno al passaggio dei cani selvatici, lungo i fiumi vivrai nello schioppo dei ciottoli in ricordi di madri e nei deserti di luce. Sotto la pelle quel soffio sarà nel vento a dirci che non siamo a cantarci la verità nascosta.
Il Santo
(15/01/2016 14:49:08) »
Elisa Falciori
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La sete di poesia piange paradigmi d’uomo vibra tracce d’anima la sua preghiera nella spoliazione l’odore lungo della paura scuote uomini spenti annientati dall’indolenza statica dei divieti Cresce sulle sconfitte la parola e crea il Santo il mondo guarda le sue sbarre e lo ama Dei giovani la sete di lealtà d’uomini offuscati l’odore lungo di giuramenti brutali. Appartiene ai giovani la sete di giustizia alla storia immortale il nome dei santi Ashraf, Raif, Waleed e molti altri… Sulla strada di un mezzogiorno abbagliante piume di colombe insanguinate da credo feroci. Nel vento tracce, solo tracce d’uomini veri.
I tuoi occhi…
(15/01/2016 00:26:45) »
Francesca Lo Bue
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Verde magico… i tuoi occhi avidi spiccano dalle ali nere come manto magico. Il bastone ubiquo colpisce il desiderio di un palazzo bianco che annienti la prigione di ferro e fango. I tuoi occhi sono pietra che scintilla, eco che porta aromi, che brucia le distanze di neve, che copre il freddo delle nebbie. I tuoi occhi, verde scintilla tenace, sono martello che accarezza la colpa antica. I tuoi occhi sono avida pupilla… colpisce e trema, balugina e muore in una steppa bianca. E in una corazza la voce di Dio.
Oscura scende la sera
(14/01/2016 22:40:58) »
Stefano Baldinu
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Oscura scende la sera in sabbia e silenzio a violentarmi l'anima. Il mio respiro è un'amaca comoda ai lati delle mie labbra un seme nell'infinito, un tempo fatto di radici e libertà lì in fondo al mio cuore con parole di clorofilla disegno un sentiero di poesie e fiori che aprono le ali al sole e non c'è sole che non sia un carnefice dei lembi del cielo, dei passi lggeri e crudeli del coraggio di sopravvivere al silenzio di una vita che fugge sconfitta il tempo dei sacramenti e delle stelle. Ah se questa sera passasse come il soffio nudo di una creazione un calice colmo dell'immagine di Dio che si sporge da una goccia di pioggia la notte, lo so, avrebbe pietà persino di un filo d'erba su questo inferno di terra che niente ha in comune con gli occhi profughi di un cielo capovolto. Oscura è giunta la notte e non so chiedere scusa che al silenzio se non ricordo più il nome della mia e della sua nostalgia mentre biascico inerme una parola ancora della nostra vita.
PER LA PAROLA DI UN POETA
(14/01/2016 22:31:13) »
Mauro Barbetti
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Noi che di poeti avevamo bisogno per vivere e confortarci. Sarà ora un verso stentato il calco delle mani per la polizia di stato il dire e il dirsi liberi a dirci quanto resta alla mezzanotte dietro le sbarre le botte e la sottrazione di ogni parola. Che si potrebbe anche perdere la vita. Necessitando essere più testimone oculare che poeta. Ad Abha – Arabia Saudita
Della Bellezza
(14/01/2016 22:24:09) »
Patrizia Stefanelli
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DELLA BELLEZZA …ho conosciuto per le vie di Damasco uomini puri che di Dio hanno fatto una bandiera che sventola il vento. Ho conosciuto donne come maddalene adornare il capo del loro Signore. Ipocriti senza fede in grado di spargere vigliaccheria su un NOME, fino a consumarlo nella stoltezza.
La gente di Dio ha la bocca rossa gli occhi spalancati le mani a pugno e la voce che non dice.
Ho visto uomini prostituirsi per un pugno di gloria e segnarsi la fronte quando passa una puttana.
Ho visto uomini rubare il pane ai propri figli per sputarlo in un bicchiere e donne, piegate sulla vita ad imbastire giornate di niente.
Ho visto uomini aizzare le folle e la follia dilagare in fumo acre.
Ho visto capi di stato sul liminare del mondo e sangue sparso sulla gente povera.
Fuori dal cerchio non c’è pietà la casa di Dio è vuota l’eco risuona i passi del tempo del nulla e la voce di un uomo che piange.
Soltanto negli occhi dolorosi di un bambino ho potuto vedere la Bellezza dove per un attimo la mia si è specchiata. La sua vita nelle mie mani disposte a croce
#SaveAshrafFayadh La mia poesia
(14/01/2016 21:39:53) »
Liliana Gheorghe
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La mia poesia per Ashraf Fayadh:
Le mie parole sono le mie virtù mi puoi giudicare per esse? E se le mie virtù sono la mia condanna allora preferisco morire da poeta che non accetta il compromesso del vizio del Trono sublime che tutto il popolo analfabeta ripete tanto per riempire un vuoto dove le risposte mancano a tutte le legittime domande di libertà. Tu pensami per quello che sono stato con rovi nei lunghi capelli con gocce di petrolio nel sangue libero di volare nel cuor tuo.
Le tue parole, Ashraf.
(14/01/2016 20:17:24) »
Cristina Polli
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Non avrei, in realtà, parole Per te, Ashraf: mi piovono dentro Come gocce troppo pesanti e dense Condensate di metallo di chiodi di croce E lame di coltelli. Ad ogni nuovo giorno spero L'uomo e riconosco poeta Il dire oltre la polvere del tempo Il canto intonato tra le angustie. Le tue parole. Ascolto.
Ashraf Fayadh 14 gennaio 2016
(14/01/2016 20:00:16) »
Fiorella Naldi
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I passi
(14/01/2016 19:59:28) »
Matteo Cotugno
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al poeta Ashraf Fayadh La polvere delle parole resta nell'aria e un fumo fugace stringe il tempo alla morte ancora più ingiusta. Un fiotto di sangue violenta ogni dio ti sia chinato obbediente ma quell'eremo scelto dagli altri per il tuo canto non ne chiude il volo. La fede indimostrabile diventa sentenza certa capovolgendo il mondo all’odio. Questi gli unici passi rimasti queste le uniche parole come polvere di sassi nell’aria rarefatta dell’ingiustizia.
#SaveAshrafFayadh - Ashraf
(14/01/2016 19:36:52) »
Franca Colozzo
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Ashraf Fayadh is my name. I appeal to God's judgment not to you, unfaithful servants, who for a barrel of oil your soul have sold to the devil.
In front of the judgment of God all of you will appear naked, unarmed and without jewels, without your mortal remains, you arrogant masters.
Ashraf Fayadh is my name. Goes back my memory to Magna and Felix Arabia to their caravan routes among sand dunes fragrant of spices, now scattered of black gold in wells.
In the name of religion, I was condemned without reason only to be a poet whose voice rose strong against new slavery and death.
Ashraf Fayadh is my name. By my song, Freedom flies on invisible wings to shake the blind minds of the world's most powerful men slaves of the cruelty of rich ones.
In front of the judgment of God, cheered by the choral embrace of free men moved with compassion, my soul will fly over the evil darkness without material limitations Ashraf Fayadh is my name.
Latte e miele
(14/01/2016 19:22:44) »
Maria Musik
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potessero le parole strozzare la sentenza nella gola omicida potremmo credere di aver sottratto le tue ossa agli sconsacrati deserti destinati ai poeti (i più fedeli fra gl’infedeli) per restituirti alla Terra Inferno dei profughi. ma non c’è speranza per le anime estratte se non quella di un sognato Paradiso dove scorrano senza argini il latte della libertà e il dolcissimo miele dei versi.
intanto, non so dirti Addio.
’fino all’ultimo istante’
(14/01/2016 18:53:41) »
Giorgio Mancinelli
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'fino all'ultimo istante'- #SaveAshrafFayadh rinnega! disonora! uccidi! parole senza senso nel tempo sospeso dove s'affaccia la morte dove la libertà di dire è negata nel flusso del sangue che ribolle dove la voce dei molti non s'incontra con la tirannia dei pochi dove la verità grida vendetta nell'animo frustrato di tutti noi che stiamo solo a guardare l'ora della morte che s'avvicina allora gridiamola insieme questa parola il più forte possibile fino all'ultimo istante della nostra vita: LIBERTA! e sarà canto e preghiera e sarà poesia sulla bocca d'ogni poeta.
Alla libertà #
(14/01/2016 18:40:32) »
Tania Scavolini
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Alla libertà – dedicata ad Ashraf Fayadh Hanno imbrattato le tue parole giudicandole oscene, hanno infangato il tuo nome nel buio dell’ingiustizia, hanno sferzato le tue piaghe di minacce e ingiurie, hanno condannato una speranza dal volo di farfalla pesante di sola poesia, un grammo di felicità smarrito nella polvere del nulla. 14 gennaio 2016
Nassiriya
(14/01/2016 18:13:48) »
Giovanni Barlocco
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In primo luogo la colpa è all'assassino che l'ha messa, la bomba. Selim Taliban, O' Hara, o Pablo o Vassili o Francesca. Fa niente. E non mi importa un cazzo se è saltato anche lui, si è mondato dei peccati e anche di falangi, falangine, falangette; un dito nell'occhio diventa un occhio nel dito, abbraccio beccaio trita carne e ossa aguzze unisce di botto. Ma io fratello suo non sono frate nel sangue, fratello suo non sono e mi tocca e mi nausea il suo umore di morte confuso nel mio, il suo odore di morte aggrappato al mio naso, qualche metro più in là. Ma subito dietro di lui, anche prima vedevo volare sopra tracciando cerchi di nitrico rapace i pazzi benedicenti con una mano aspersoria speranza tossica su menti disperate e svèlte, e l'altra intenta a strozzare quella vera. E ancora dietro e ancora sopra, i pazzi con l'uccello duro per la Patria per lo Stato per la Razza per Dio per il Petrolio pe la Loro Tasca Inesausta. Li vedevo far sempre calcoli ematici, funebri Travet, per far tornare i conti di guerre sempre esatte, dalle loro pedane. Scesi da lì son nani ora, ed io gigante in ogni lacrima sparsa. (Quante? Per quanto?) Ed io che l'ho fatto, anche adesso, da esploso, io so ancora che è giusto il peso piccolo dei bimbi in spalla, e dividere quello grande dei vecchi. E' normale. Ma i figli di troia ci han detto che serviva una guerra guerra giusta per farlo. Diglielo tu per favore che non serviamo la stessa bandiera che si intride su quel rimasuglio di petto e mi pesa appena meno del sorriso abortito di mia moglie e mio figlio. Non lo posso più sognare non lo sento più sbocciare. Da qui, ormai, posso solo guardare. E ancora meglio li vedo, senz'occhi, i burattinai indaffarati a nascondere la coda. E si capisce bene da qui l'origine del puzzo che li accompagna, che già da prima avvertivi. Ma io son morto adesso e loro vivi.
Perché può finire
(14/01/2016 18:08:57) »
Venti Normali
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Perchè può finire. Tu diritto lasci uccidere, quale colpa? Agiamo noi forse in nome di una giustizia infallibile. Orripilante macchiare, la nostra anima privando la vita. Quale grande pena possiamo misurare più del Sole, che illumina la vita e la natura umanamente saggia, per castigare.
La blasfemia del libero pensiero
(14/01/2016 17:04:17) »
Cristina Pongiluppi
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Credo nel diritto di credere In Dio, in Allah, in Budda E in tutti gli Dei dell’universo; Credo nel diritto di non credere. L’uomo nasce schiavo di cultura, fede, società. La libertà è una conquista, L’affrancatura dalla convenzione, La scelta consapevole del proprio essere. La scelta che non sempre si ha il coraggio di fare, Lo schieramento che cambia la vita, Plasma la persona, La salva o la condanna alla mediocrità. Noi che viviamo la nostra piccola vita, Nel nostro piccolo mondo, Dimentichi del costo della libertà E del peso delle parole. Noi lontani da questo giovane poeta Eppure a lui così simili. Assuefatti al diritto alla libertà, Indifferenti alla sofferenza, Distratti da un'illusoria distanza. Si vuole spegnere una vita! Ashraf Fayadh, un nome, Una storia, un figlio, un amico. Falciare con la brutalità, Interrompere la precarietà dell’essere. La superbia del potente che si fa Dio, Le presunzione dell’uomo che decide della vita dell’uomo. La condanna dell'inaccettabile colpa del libero pensatore. Credo nell’essere umano e nella luce della ragione Ché illumini i bui recessi dell’arroganza umana. Prego perché Dio , Allah, Budda, L’universo tutto e gli uomini Salvino insieme Ashraf Fayadh, Un uomo come noi. Forse peggiore di me, Forse migliore di me, Comunque uomo, un diritto alla vita, incatenato dalla sua stessa libertà.
Inferno
(14/01/2016 17:02:15) »
Daniela Lupi
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Mi hanno frustato perché ho parlato perché ho guardato il cielo che si ribella contro le nuvole mi hanno rinchiuso senza motivo calpestando i fogli innocenti della mia poesia ora sensazioni strane mi circondano penso che sia caduto nell'inferno e Ade mi aspetta là ride divertito indicando con il dito Benvenuto nell'inferno dice lascia stare l'aria pura qui sei dove è nata la paura. Soffro e morirò per aver vissuto la semplicità e l'amore per la cultura qua dove è nata la paura.
Preghiera
(14/01/2016 16:47:10) »
Franco Bonvini
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Non volevo scrivere una poesia e di sicuro questa non è una poesia. Una preghiera, forse una richiesta di grazia, di perdono per l' indifferenza e la presunzione di credere che una poesia o una canzone serva a non farne uccidere altri. (anche i barboni a Natale possono fare indigestione)
Olio e sangue
(14/01/2016 16:12:47) »
Klara Rubino
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Da pietra olio sangue da cadavere predoni della ricchezza del futuro e ti rubano, Ashraf, il futuro. Sgorgano e gonfiano i portafogli tesori nel sottosuolo nascosti: da ciò che pare morto, inerte, sempre sgorgano, Ashraf, le risorse del domani. Non si può uccidere! Restano attenti a che non si macchino le bianche lunghe tuniche, nè del sangue della pietra, nè dell'olio dei cadaveri, impreziosite da sacre catene ed orologi d'oro. E sgorgheranno denudando: senza speranza il destino loro; privo d'umano rimpianto il loro ricordo.
Al Poeta
(14/01/2016 16:09:10) »
Giovanna Coppa
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Lode alla penna del Poeta Per il suono delle sillabe La melodia delle parole Il concerto delle poesie. Onore al cuore del Poeta Per il colore delle emozioni La profondità dei sentimenti La sincerità dei pensieri. Grazie al genio del Poeta Per le pagine indelebili I versi indimenticabili I poemi incancellabili. Gloria al sangue del Poeta Per il tuffo nell'immenso Il volo nell'infinito Il bagno nell'eternità.
La solitudine della parola
(14/01/2016 15:40:54) »
Davide Rocco Colacrai 2
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La solitudine della parola Quando tacciono le aurore su lingue oblique già sepolte, mi aggrappo all’afosa arresa di carne, che piroetta senza passi per le curve delle mie ceneri, incolore come la solitudine della luna, dal ventre di una parola senza nome, dove inciampa in se stessa, in uno strappo alle lenzuola di cielo, il sapore di ruggine e sale.
Funebre rintocco
(14/01/2016 14:51:11) »
Simone Censi
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Se anche il mare portasse con sé versi scritti sulla sabbia, l’inchiostro sbiadisse sotto i raggi del sole e il vento strappasse ogni parola che suona sorda alle vostre orecchie, penserà la vita a raccogliere i pensieri invisi alle vostre stolte menti e li ritroverete ogni giorno intorno a voi, scritti sui muri da notturni camaleonti nelle pieghe delle pagine dei libri proibiti che i vostri figli leggono a vostra insaputa o recitati come mantra sulle labbra delle vostre donne celate alla vista e a niente servirà ricacciare in gola quelle parole, lavare con le vostre lacrime colpevoli l’inchiostro che la vita lascia dietro di sé e spiccare le inesauribili fonti di ciò che odiate. Se così non fosse, rimarrebbe il funebre rintocco di teste vuote che tra loro urtano.
L’orrore del mondo
(14/01/2016 13:53:31) »
*
Scorrono, come lame affilate, gli orrori del mondo Tra pianto e indignazione
Un dio cinico e crudele? No! L'uomo spietato e barbaro? Nemmeno...
Nel palazzo di vetro uomini in giacca e cravatta giocano a scacchi Annuiscono soddisfatti pianificando mosse e strategie
La sera tornano a casa Baciano moglie e figli, salutano il cagnolino scodinzolante e ammoniscono severi contro gli orrori del mondo.
L'Orrore del Mondo
Profumiere
(14/01/2016 13:39:43) »
Francesca Luzzio
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Sono albero profumiere di celata essenza, frutto di pianta profuga da terra senza olfatto ..., ormai. Ma io ne spargo gocce per umana carità, per espandere profumo poetico di libertà. Non serve un guanciale su cui poggiare la mia cima: la potatura a capitozza sempre nuovi rami germoglierà.
Io mi lego i capelli#
(14/01/2016 13:31:11) »
Mariagrazia Dessi
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Alzati voce non aver paura della montagna Vai come i tornanti e sveglia altri canti Pensa all’arenile che era una montagna alla perla vera che ha imprigionato la sabbia Soffia vento di fronda consuma la montagna e fino al mare spazza la sabbia Io mi lego i capelli e le caviglie: saranno collane domani le catene di oggi
Pindarico notturno
(14/01/2016 12:23:16) »
Salvatore Di Sante
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In certe notti chiare d’estate mi affaccio al balcone e guardo la luna. Mi attrae come attrae le maree. Quasi aspettasse una risposta.
Respiro il suo fascino come dolce brezza; afrodisiaco poetico afflato per vagare e divagare, per volare e involarsi fin lassù sopra turchini drappeggi.
Mi sovvengono però mille domande. Immagino teste brizzolate chine alla tremula luce d’una candela, la piuma d’oca a scavare pergamene su scrittoi consunti.
Immagino anime sensibili stagliarsi su diafane colline declamando al cielo notturno i loro amori struggenti e travagliati.
Immagino navigatori solcare distese di liquida pece, in rotta verso l’ignoto, e alzare gli occhi a lei; e con loro il lupo dalla tana e il gufo dal ramo.
Immagino un derelitto, la barba che struscia l’asfalto, staccare lo sguardo dal fondo della bottiglia e spingerlo con fatica fino a lei; lanciare in cocci il fiasco e alzarsi, puntellandosi traballante sulle nocche.
Così il mio spirito si rinfranca dell’energia di navigatori, scrittori, poeti, spasimanti e reietti d’ogni tempo ed epoca; e il mio genio è pronto per partorire a gonfie vele nuovi universi.
Per le nuvole
(14/01/2016 12:22:52) »
*
Hai scritto una poesia anche per me te la ricordi? Ti portai in cambio la zanna seghettata del cane selvatico ciondolo che porti ancora al collo. Fin dove finisce la corda, diceva fin dove finisce la corda che porta al cielo le scale sono per il Paradiso, diceva. E l'ho mandata a memoria perchè fosti così gentile da scriverla breve, a misura del mio collo prima che perdessimo, tutti, la testa per le nuvole.
Fiori sull’abisso#
(14/01/2016 12:14:45) »
Marco G. Maggi
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Sono come fiori i poeti appesi alla ghirlanda della vita attaccati, abbarbicati ad essa, ad ogni petalo d’esistenza da essere le vittime più ambite di chi predica la morte per chi non s’adegua al sistema Per i poeti l’opinione è libera perciò li assale la strana audacia di sfidare gli oppressori ma troppe volte le loro parole hanno il peso del sangue che impregna la loro tomba un sepolcro senza fiori I veri poeti sono pericolosi soprattutto per se stessi.
Piccolo ribelle
(14/01/2016 11:46:29) »
Gaudenzio Massi
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dedicato a Ashraf Fayadh Piccolo ribelle che hai il vento sotto pelle Noi siam qui ad implorare A questi giudici giullari Asserviti a lorsignori Di non avere ben inteso E di avere vilipeso Il germoglio del poeta Che spunta poi si alza Poi con forza punta ancora Verso il cielo e verso quell'ora Ché nascosta in ogni notte Smuove anime corrotte Fino al punto di punire Quel ché al mondo e vuol capire Bianco fiore ma maledetto Che vuole usare l'intelletto
Un nuovo inizio
(14/01/2016 11:45:31) »
Anselmo Pacifico
*
Scivolando sull’acqua ho sentito l’affetto di questo mare, come una madre che ama il proprio figlio e gli mostra le bellezze della vita; come una donna che dà libero sfogo alle sue passioni e mostra al suo uomo le sue bellezze e la forza della natura. La terra si allontana, la gente saluta, perché questa nave custodisce le speranze degli uomini, i loro ricordi, e tutto ciò che sono e che saranno. Non so cosa troverò, non conosco i piani del destino, ma osservo i frammenti distrutti del mio passato e cerco di ricomporli, mischiando: sangue, sacrifici e speranze; perché, nonostante diavoli neri abbiano cercato di distruggere i miei sogni, resto in piedi a combattere, mi asciugo la fronte e ricostruisco la mia nuova casa, la mia nuova vita, e mai nessuno potrà più toccarmela, perché questo è un nuovo inizio. Vorrei cancellare le cose brutte e fare pulizia nei miei ricordi, ma questo non è possibile; porterò con me ogni singolo momento di questo viaggio, e quando mi guarderò allo specchio penserò a tutte le mie esperienze, alla gente che ho incontrato … … e penserò che la vita è una cosa fantastica.
non dimenticherò
(14/01/2016 11:26:32) »
Valentina Rosafio
*
Vedrai la luce Ashraf, non la barbarie schiaccerà il tuo respiro, nè la lama di un fendente ti estirperà dal mondo, impossibile imbavagliarti l'anima. Un solo giusto della Terra a ricordare le tue parole e tu vedrai la luce eroe, e sarai salvo e avrai vinto nel paradiso dei giusti.
Gli amori nascosti #
(14/01/2016 11:09:59) »
Massimiliano Fusillo
*
Gli amori li chiami se nascosti, impolverati su soffitte buie e tu in disparte a lucidare l'argento. Dipende dai treni che non si fermano, dagli sguardi che non si incrociano, i libri aperti non letti, iniziati e lasciati a metà, ma la metà è la loro fine. Una storia minima e debole, punge, fa male a chi non ha forza di pulire, la polvere sempre in agguato. Bisogna partire per ritrovarsi, bisogna allontanarsi, per essere certi di rimanere in qualche posto.
Volevo solo essere poeta
(14/01/2016 10:14:05) »
Manuel Maria Almereyda Perrone
*
dedicato a Ashraf Fayadh Io volevo solo essere poeta, io Solo poeta, un tipo strano col cappello. Volevo essere poeta per usare le parole come pellicce, gioielli, e ornare il mondo che guardavo dal mio cannocchiale. Ma non ho mai pensato che le parole potessero cambiarlo, il mondo: non l'ho mai voluto. Avevo solo bisogno di parlare. Volevo solo essere poeta, io Solo poeta, con un ombrello aperto, per ingannar le nuvole. Non sapevo che certe parole possono essere catapulte, sassi e barricate. Non sapevo che con le parole lo si riesce a zittire, il mondo: lo si mette a tacere. Non sapevo che c'è chi non vuole le parole e chi non ama i poeti. Io amavo tutti, io ... non potevo sapere che cosi non fosse per loro. Hanno ucciso un poeta, un pomeriggio di novembre. Ne hanno uccisi tanti, almeno uno per ogni pagina del calendario. Mentre noi sorridevamo ai nostri carnefici: li guardavamo col cannocchiale e ci sembravano belli, divertenti. Dicevano di noi che eravamo tipi strani col cappello, perché avevano paura, paura delle nostre parole. Io volevo solo essere poeta, io Solo poeta, cantare la danza del mondo, dipingere i colori dei suoni. Non pensavo che solo essere poeta è già un grido di guerra, un urlo da indiano, lanciato a rotta di collo, contro i carrarmati, nella notte, a squarciagola.
Elegia del silenzio
(14/01/2016 10:04:44) »
Valentina Meloni
*
Abito il silenzio, l’assenza l’oscura notte in cui una luna di polvere avvolge di sgomento ogni cosa. La notte è un mantello triste che soffoca il grido d’avorio di mille labbra ammutolite. Abito il silenzio, la possibilità abito il luogo in cui ancora nasce il fiore della speranza, della libertà. Lì, nel tuo cuore di pianto Ashraf giace sconfitta la giustizia. Quando un poeta grida la sua presenza ogni assassino diventa poeta, suo malgrado, ed è poesia anche la morte -che lo vogliate o no- quando un poeta muore perisce assieme a lui il cuore di ogni uomo che sa la fatica del silenzio per gli occhi dei figli coraggiosi. Quando un poeta muore cade un pezzo di cielo in terra ma la sua stella non smette di brillare… Quando un poeta muore splende ancora più forte; tra i piedi dei viventi traccia il suo sentiero luminoso di pace e di rispetto, di verità. Quando un poeta muore per mano della vigliacca ignoranza degli empi il suo corpo non muore mai davvero, sopravvive alle spade dell’umiliazione. Quando un poeta muore il suo corpo fattosi parola lo si prende di bocca in bocca come un sacramento e il suo nome, in questa lunga notte, è una fiaccola accesa che arde dentro il petto; il suo nome è una stella che esplode tra i denti del silenzio e appicca il fuoco del coraggio. Il suo nome illumina a giorno questa notte violenta, la lunga notte dell’anima, Ashraf … Quando un poeta muore ucciso dalla superbia di un dio nefasto la sua poesia vive ancora di più sulla stele del tempo e sopravvive, immortale, a ogni lamento; non dentro un libro, no ma sulla bocca del silenzio sulle dita della libertà, Ashraf Fayadh!
Ancora in volo
(14/01/2016 09:53:03) »
Ester Cecere
*
Ricresceranno le remiganti amputate nei giorni della notte. Il volo riprenderemo tra raffiche di maestrale e correnti lievi ascensionali. Planeremo sicuri sulla dilagante azzurrità. Ancora e ancora ci riempiremo gli occhi delle meraviglie di cui perdemmo la memoria.
io sono libero (forse)
(14/01/2016 09:40:11) »
Roberto Raieli
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ho visto da vicino la pistola che ha perforato il mio occhio un grido incantato che ha allargato ogni squarcio
Salvate il soldato di sole parole
(14/01/2016 09:30:13) »
Federico Zucchi
*
Salvate il soldato di sole parole #SaveAshrafFayadh
I nostri discorsi contano poco se il bugiardino della sentenza già spiega le dosi per debellare i tuoi immondi pensieri, i tuoi peccati di strofe infedeli.
Per quanto posso, mi prenderò i tuoi imputati versi sulle spalle e da una mente in volo lancerò al vento le tue poesie, affinché si spargano come il polline dei pioppi a rischiarare questo buio cappio di radice d'odio.
essere poeta
(14/01/2016 09:27:47) »
Loredana Savelli
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se ci avessi saputo fare, avrei fatto; pensare, avrei pensato; dipingere, avrei dipinto; invece dico ciò che non si sa: essere. sulla mia voce strozzata la vostra ombra risuona (il non-essere). e ancora dico quanto bella è l'innocenza.
Il Velo
(14/01/2016 09:18:21) »
Carlo Rossi
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Il Velo Non basterà mettere il velo Per salvare coscienze nere Ingiustificati Sassi Di un mondo nero Dipingerò il mio dolore Con un mondo di colore Per ricordare la Palestina E il suo poeta piu’ di prima Anche il mio mondo vive Con un coltello sopra il cuore Noi avemmo Radedtsky Nella nostra Palestina E mentre accolgo il tuo disegno Non ti basta il mio sdegno Ma non è certo la morte La tua ultima consorte Mi ricorderò del mondo libero E di questo uomo misero Che ha paura di un poeta Vero suo profeta
la voce e le parole#
(14/01/2016 08:33:50) »
Loredana Merlin
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Io, se mi togli le parole, quelle che parlano nella mia testa con una voce che poi non riconosco, se fai tacere quella là che grida per dire la sua verità e mi rimbomba nel petto, io, non ho più voce. Io, posso forse lasciar che vinca quel nodo che è un tutt’uno con la mia anima, quella terribile piena che mi svuota? Io, mi distruggo e rinasco mille volte in un giorno e vado e cerco le mie parole la mia voce.
Preghiera
(14/01/2016 01:10:01) »
Lorena Turri
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Liberami padre dal velame scuro che obnubila le menti dagli uomini coi sopraccigli di libidine ammiccanti dalle donne con voce carezzevole di miele e retrogusto al fiele dall'ipocrisia celata sotto il burka della cortesia dall'insipienza, dalla falsa poesia, dal pregiudizio dal sine qua non della fine e dell'inizio. Liberami dal ghetto del buonismo, dal narcisismo dal bigottismo dei sedicenti profeti dal becero e gretto conformismo. E da chi vuole uccidere i poeti.
Le crepe aperte
(13/01/2016 19:15:31) »
Italo Zingoni
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Le crepe aperte #SaveAshrafFayadh Potranno anche decidere se deciso già non avranno di svendere l’arte e la cultura al primo che farà un’offerta. Dobbiamo quindi stare all’erta e non avere alcuna paura organizzare una seria colletta -pochi euro a milioni di persone- Bisognerà non avere fretta alzare barriere e cavalli di troia uccidere la noia che ci assale pensare a qualche soluzione immolare alla ragione di stato i miti fasulli della corruzione dare l’esempio di una condotta irreprensibile e un po’ fuori luogo ridotta a frugare tra i rifiuti per non chiedere aiuti al mecenate di turno creare un logo che ci definisca paladini di valori incommensurabili forse troppo labili per chi ama cose più concrete e non vede le crepe aperte nella rete che avvolge la vita. Italo Zingoni – STRANA-MENTE DISTRATTI DALLA VITA – A. Sacco Editore – Roma – 2014 - © t.d.r.
E le parole andranno oltre
(13/01/2016 17:32:52) »
Michela Zanarella
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E le parole andranno oltre prese da quel canto che ti è costato ingiusto dolore e non si spegneranno dietro il ghigno della morte. Dalle stanze di pietra usciranno di traverso dalle sbarre e come un incantesimo tenace sgombreranno confini e dove le macerie avranno il peso di una notte eterna raggiungeranno il passo di una forza inaspettata come l’incanto di una vita che è luce addosso al cielo. Ti difenderanno quelle rime scritte e incise nella pelle fatte sgorgare come lacrime scelte per non dimenticare i volti del mondo scelte per accorgersi di quel buio che consuma nella polvere tutto quello che si avvicina alla libertà.
Rimani
(13/01/2016 13:15:43) »
Amina Narimi
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Benedetti dall’esistenza e dal suo peso tra le infinite madri della luce con la forza della tua poesia col buio che opprime il tuo nome faremo foreste di colonne spingendo sulle palpebre le mani. Nel luogo più profondo il più elevato tu sbuchi nei polmoni, mio fratello, con l’odore delle lettere del pane dove l’acqua nel bianco si ritira. Tu rimani. Nell’impossibile morire attaccheremo al seno la tua voce coveremo un fuoco a cielo aperto muovendo l’aria e fosse anche un goccio la saliva, tutto quello che ci serve, risaliremo lungo il pozzo per la via del fiato caldo dei tuoi versi. “ La morte è troppo poco per sparire gli occhi luminosi di Shabani ” Era questo il mio pregare e ancora con le stesse garze d’acqua sopra gli occhi difenderemo il tuo giardino, la tua casa la poesia nel volto di ciascuno nel più piccolo respiro della polvere .rimani. Ho sottoscritto la petizione il 26 novembre 2015: Libertà per il poeta Ashraf Fayadh
Devo dire a mio figlio
(12/01/2016 23:54:14) »
Simonetta Sambiase
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#SaveAshrafFayadh Devo dire a mio figlio che c’è la confusione e ci sono i dolori c’è un carnefice ogni cento vittime e la macchina del mondo che si muove attorno nessuno vuole farla smettere la spia è sempre accesa e silenziosa poco ci importa che siano gli altri a mandare dei lamenti poco importa che le ruote che girano calpestino davvero nessuno vuole guardare e affrettiamo i passi. Che c’è il potere e ci sono gli idoli c’è una cima sempre da assaltare e mille facce da indossare per restare alti e nessuno vuole sentirsi smesso mettendosi nei panni dell’altro ci si impoverisce la polvere la si getta nel cortile del vicino la croce sulle spalle dei poveri cristi che tradiamo ogni silenzio può aprire una tomba. Dovrò dire pure qualcosa a chi tra noi ha detto che ci vorrà coraggio a chiedere vergogna e chiamare amico un uomo maledetto e chiamare amore una patria tiranna che ci vuole umanità nella confusione e nella polvere darci pace e vivere e chiedere libertà per chi hanno costretto ad un solo pezzo di cielo e trova ancora poesia per scriverci sopra
#SaveAshrafFayadh - Ashraf Faya
(12/01/2016 21:07:22) »
Franca Colozzo
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Ashraf Fayadh è il mio nome
Ashraf Fayadh è il mio nome. Mi rivolgo al tribunale di Dio, non a voi infedeli servitori, che per un barile di petrolio vendeste l’anima al demonio.
Al tribunale di Dio vi presenterete nudi, senz’armi e orpelli senza le spoglie mortali di protervi padroni.
Ashraf Fayadh è il mio nome. Percorre la memoria mia di Felix e Magna Arabia le vie carovaniere tra sabbiose dune odorose di spezie, or sparse d’oro nero in pozze.
In nome della religione, condannato fui senza ragione soltanto per essere un vate, la cui voce s’alzò forte contro nuova schiavitù e morte.
Ashraf Fayadh è il mio nome. Del mio canto la Libertà vola su invisibili ali per scuotere le menti dei potenti orbi e schiavi d’arricchiti truci e ignavi.
Al tribunale di Dio l’anima mia, rincuorata dal corale abbraccio d’uomini liberi mossi a pietà, sugli abissi si libra in alto senza materico intralcio. Ashraf Fayadh è il mio nome.
Geta, lamento
(12/01/2016 19:41:59) »
Nicolò Errico
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Fratello, è davvero così? Amare chi ti è vicino, onestamente, ti fa odiare ancora di più? Non so, non capisco... Roma non vale il tuo delitto, ignora la politica, distrutta deve essere e scongiurata se divide i figli e li uccide. Non sarebbe un qualche miracolo fratello mio, mia carne, se mai più, dico, dovessimo indossare armature arrugginite e brandire armi insanguinate? Se riscuotessimo gloria eterna superando i nemici senza il bisogno dell’estinzione non sarebbe un onore più grande? Vivere senza rimpianti, liberi da governi terreni e lotte di potere nella pace serena e solidale di una riscoperta umanità... Ma tu che hai la spada, fratello, bagnata del mio (nostro!) sangue non vorrai capirlo per molto tempo e così i tuoi sudditi, così gli umani. Dunque, Caracalla, continua pure ma non gridare “Geta!”, il mio nome, quando affonderai in un lago rosso purpureo ricoperto delle viscere sprecate del tuo popolo, i Romani.
Non ci è estraneo
(12/01/2016 16:32:01) »
Gian Piero Stefanoni
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Non ci è estraneo Ashraf se ci appartiene Lorca. Ancora da Fuente Vaqueros si divincola la parola rendendo all' autorità la polvere.
IO CANTO LA GIOIA, L'UOMO E LA DONNA in perfetta sostanza e non ha volto, non ha ombre la corda da cui mi vuoi far pendere: con noi le mille bocche di un unico accordo che alla sorgente risale sempre, amore nel suo fiore CHE NELLA TUA CREPA CONTINUA A COMPIERSI.
L'occidente ad oriente finalmente rispondendo.
La Valle e il Sole
(12/01/2016 15:32:19) »
Klara Rubino
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Oh Stolti, stolti mercanti di parole e monete, petrolio ed anime, pensate davvero che di un Uomo Solo possa addomesticarsi il pensiero? Non è più tempo di greggi e pastori. L'Uomo Solo è il gregge e il suo pastore. La Valle e il Sole. O pensate forse voi psudo-uomini di pseudo-fede che uccidendo un usignolo perché canta o per come canti, gli altri usignoli tutti smetteranno di cantare? Ride il vento, di voi, ché intanto diffonde tra gli alati la mendace sentenza. Un inno di gioia e mestizia, di Vita e Vita, da ogni parte del mondo intoneranno intorno alle vostre proprie orecchie, fino a rendervi assolutamente sordi, come quando, sordi alla Vita, vi rintanavate in falso onore, con la brama di prevaricare, quanto Amore avete da apprendere? Vivrà l'uomo che muore tra voi essendo Uomo Solo.
Naufrago del pensiero
(12/01/2016 10:33:11) »
Anna Maria Vanalesti
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Cala in mare la tua scialuppa lascia il paese che non ti ha compreso abbandona gli uomini che ti hanno tradito e va verso le nuove terre che accolgono i naufraghi del pensiero. Senza uno scafista prezzolato il tuo gommone naviga sicuro e solca in un baleno le acque del destino. Potranno toglierti la vita non la tua poesia perchè è lei la tua scialuppa è lei il tuo gommone per sempre in viaggio verso la libertà.
Ossessione
(12/01/2016 09:27:41) »
Giuseppina Rando
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Debole e fangosa s’attarda pregna di nebbia s’oscura ossessione aggrovigliata spirale di menti accecate del Potere s’ammanta in menzogne nudità del nulla s’incunea di secoli l’ombra varca a dissolvere la libera voce di un canto. S’annullano le storie i miti né fiamma s’estingue sotto cataste di liberi libri astri sognanti. Poesie senza tempo oscillano al vento con l’angelo oscuro del tempio silente
Mille e una notte
(11/01/2016 20:59:09) »
Alfonso Lentini
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(ma non starla a sentire, Shahrazàd: infilzala subito in gola prima che volga in canto il suo sorriso prima che la parola curvi verso il racconto) il progetto prevede la mattanza di labbra umane e rane e mosconi e farfalle irakene dita vulve pupille la totale estinzione delle culle con la loro minuta zavorra mille e una notte di spari lavorano alla guerra preparano la gabbia programmano nel niente le ordinate e le ascisse dello schianto imminente la futile e proterva apocalisse (poesia pubblicata nell’antologia “Umafeminità” a cura di Nadia Cavalera, Edizioni Joker 2014)
Senza speranza
(11/01/2016 19:46:37) »
Angelo Ricotta
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Pulsa l'onirica barriera all'approssimarsi del sonno Dormi abbracciata al tuo morbido sogno Le pallide guance appena rosate Veglio solitario in queste fredde silenti nottate La nebbia e la neve occultando ogni cosa Nel buio la nuda verità m'appare Sono giorni tormentati Non sappiamo dove andare Cosa siamo cosa fare L'orologio confitto nel cervello Scandisce con assoluta precisione I secondi i minuti le ore Tutti gli appelli sono esauriti La condanna pronunciata La pena eseguita L'innocente è morto Il colpevole vivrà Ridotti siamo al silenzio Costretti all'inazione Straripano i mediocri e gli arroganti La vita rendono una desolazione Tasche piene e pance satolle Mentre ormai tutto crolla Predicano i potenti l'ottimismo Incitano alla misericordia al perdono Ma di noi nessuno ha pietà Tempi degenerati e drammatici Fosche prospettive sul futuro Impazzano i malevoli dovunque In sindromi d'onnipotenza avviluppati Da diabolica furia di autorealizzazione accecati Il male è tra noi ci istiga gli uni contro gli altri Dissolve tutti i buoni sentimenti Infine oggi anche tu sei nato Ma qui da sempre si muore Senza pace senza amore Sotto un vitreo cielo traverso Una luna sfasata e bava dalla bocca
Aforismi
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Nessun aforisma pubblicato [Δ]
Prosa/Narrativa
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Nessun testo di prosa/narrativa pubblicato [Δ]
Pensieri (opinioni/chiacchiere/discussioni)
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Ringraziamenti
(16/01/2016 20:53:56) »
Redazione LaRecherche.it
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Gentili Autrici e Autori, Lettrici e Lettori, Commentatrici e Commentatori tutti, sentiamo l’urgenza di ringraziarvi per la partecipazione intensa e sentita, oltre che numerosissima, all’evento Save the palestinian poet and artist Ashraf Fayadh - salviamo il poeta e artista palestinese Ashraf Fayadh, organizzato da LaRecherche.it, in concomitanza con i reading e le manifestazioni, tenutesi in tutto il mondo, per sostenere la causa del Poeta arabo-palestinese e supportare la raccolta di firme atta a chiedere la sospensione della pena capitale, alla quale è stato ingiustamente e pregiudiziosamente condannato. I vostri versi, le vostre parole, il vostro partecipe silenzio hanno inondato il sito e la pagina FB: www.larecherche.it/SaveAshrafFayadh.asp www.facebook.com/larecherche.redazione Grazie, in nome dell’umanità. Però, non ci fermiamo alla Giornata Mondiale: la pagina resterà aperta a nuovi o rinnovati contenuti e l’attenzione vigile. Non vogliamo che resti una giornata isolata: la solidarietà e la denuncia devono continuare a scorrere. Noi non dimentichiamo l’uomo, né la necessità di reclamare il diritto alla sovranità di parola, di scelta, di coscienza e, soprattutto, non vogliamo smettere di combattere il criminale sopruso, le teocrazie, gli integralismi assassini e liberticidi. Sottoscrivi l’appello dell’ONU La Redazione
Poesia è libertà
(14/01/2016 16:03:37) »
Giuseppina Rando
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Un populu mittitilu a catina spughiatilu attuppatici a vucca è ancora libiru. Livatici u travagghiu u passaportu a tavula unnu mancia u lettu unnu dormi, è ancora riccu. Un populo diventa poviru e servu quannu ci arrubbano a lingua …. ( Un popolo mettetelo in catene spogliatelo tappategli la bocca è ancora libero. Levategli il lavoro il passaporto la tavola dove mangia il letto dove dorme, è ancora ricco. Un popolo diventa povero e servo quando gli rubano la lingua…) Così scriveva in dialetto siciliano il poeta Ignazio Buttitta ( 1899-1997 ), consapevole che la lingua ossia la parola muove dalla profondità dell’essere e non può che esprimere la propria verità. Nonostante gli ostacoli, la poesia anche oggi rivela una illimitata fiducia nella parola e nella vita, e anche nelle visioni personali più pessimiste, paradossalmente, essa dimostra la necessità di condividere comunque vita e parola con gli altri, cercando inconsciamente un’etica che sia all’altezza delle intuizioni che la stessa poesia indica. I potenti e i regimi dittatoriali hanno sempre temuto la poesia proprio perché essa è connaturata alla parola che nasce libera nella mente e nel cuore dell’uomo ed è per questo la poesia ha una vitalità propria che si nutre della fatica e, a volte, anche del sacrificio della vita dei poeti, ma che in sostanza li trascende : muoiono i poeti, ma la poesia non morirà. La poesia è libera come le nuvole in cielo : ha attraversato millenni veicolando sempre valori di elevata spiritualità. Scriveva Marina Cvetaeva: “… la poesia non è mai specchio del presente, ma suo scudo, dove la figura dello scudo è simbolo di una difesa senza armi e di una volontà di arginare la marea… di sciocchezze, di volgarità, violenze che avanza per difendere appunto “il corpo della lingua”…ossia quei “valori” e quel bagaglio di memorie che ogni poesia conserva”. Essa ci aiuta a dire la verità sulle cose, a dettarci frammenti di verità del nostro vivere, ci insegna a contemplare, a ricordare, a rispettare il proprio e l’altrui destino; la poesia possiede perfino la forza di far rinascere, aiuta a sopravvivere nel fango e nel deserto della società massificata. I poeti, nel loro piccolo e sconosciuto mondo, vogliono operare per salvare, per quanto sia loro possibile, la libertà e la dignità dell’uomo prendendo le distanze dal buio della superficialità e dell’appiattimento. Noi che alla poesia crediamo e alla poesia non rinunciamo oggi siamo qui a difendere la vita e la libertà del poeta e artista Ashraf Fayadh.
la morte senza senso
(14/01/2016 14:45:29) »
Simona Scudeller
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La morte è una cosa seria. Non si spiega con una croce o una preghiera. Lo stillicidio di vite innocenti ha radici nascoste in profondità ed il sangue continua a filtrare su questa terra, che è una. Lo stesso nucleo. Medesimo cielo. Destini infranti
Articoli
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RIFLESSIONI SULLA POESIA
(14/01/2016 09:00:38) »
Argomento: Poesia Gianfranco Isetta
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Io penso che oggi anche la poesia possa e abbia il dovere di dirci la sua proprio di fronte alla crisi di civiltà che ci percorre e non solo della civiltà occidentale. E intenderei sottolinearlo con l’aiuto anche di alcune riflessioni di Emanuele Severino mutuate dalla sua lettura di Leopardi filosofo. Ma non spaventino le citazioni, l’argomento mi sembra di estrema attualità e credo facilmente condivisibile nel testo. Condivido l’idea che questa crisi sia figlia di una sorta di ANGOSCIA del NULLA, su cui si sono fondate tutte le risposte prima della filosofia antica e poi delle religioni monoteiste: cristiana, ebraica, musulmana. Angoscia che spingeva a una risposta in termini di ricerca di un assoluto, a una speranza contro la morte stessa, esorcizzandola così e oggi spinge ad un nuovo assoluto legato alla rivoluzione tecnologica oppure alla riproposizione di un dogmatismo religioso di stampo medioevale in alcune aree del mondo. Un nuovo assoluto legato all’inseguimento illusorio di una prospettiva trascendentale che porta ad una tragica visione del passaggio dalla vita alla morte come una liberazione oppure in Occidente alla ricerca del tutto e subito e con il mischiarsi di noi stessi con le cose che incontriamo e che produciamo o usiamo. Ad es. il rapporto con alcuni oggetti della modernità (tablet, smarthphone e con essi l’uso dei socialnetwork), che oltretutto producono i rumori di fondo della nostra esistenza, ci parla di un linguaggio fatto di forme brevi, frasi fatte, di riduzione persino del numero dei vocaboli. Insomma di crescente povertà di linguaggio e con esso di una trasformazione del pensiero di cui esso si nutre e ne viene nutrito. Allora io penso che la POESIA come meta-linguaggio alternativo possa, certamente non da sola, aiutarci a comprendere e a rispondere a tutto ciò. Lo si può avvertire leggendo molti commenti anche sui socialnetwork di lettori alla ricerca di un senso o di risposte a domande o aspirazioni magari attraverso un semplice stimolo che può arrivare da un verso, magari persino al di là della intenzioni di chi scrive. Noto, in generale, una diffusa esigenza di serenità, di leggerezza appunto, di rapporti veri e forse anche di silenzi. Ma la poesia è linguaggio al tempo stesso oggetto-soggetto dove forma e sostanza trovano sintesi, per uscire dal luogo comune, dalla frase fatta appunto, dalle immagini stereotipate, da un pensiero quasi unico e spesso indirizzato, come si suol dire “eterodiretto”. Quindi la poesia diventa, in questo senso, una vera e propria INVETTIVA, e ancor di più nell’uso dei toni lievi e nel ricorrere al più pieno lirismo nella forma. Ecco, io non vorrei disilludere alcuni di quelli che hanno mostrato di apprezzare anche miei testi sottolineandone proprio quei tratti, ma è proprio questo il linguaggio che ho scelto, (o che mi ha scelto, non saprei) certamente per attitudine e affinità con una certa poetica, ma anche come forma di denuncia e di rifiuto della volgarità, della violenza non solo fisica e la rumorosità di questo pseudo-pensiero contemporaneo incapace di fornire risposte per il futuro. La poesia fa riferimento ad alcune parole chiave e vitali come la CURIOSITA’ che consente di andare oltre il guardare per consentirci di vedere le cose,. La curiosità che è nemica delle paure e quindi delle chiusure in noi stessi, o in gruppi più o meno ampi, uniti da motivazioni varie di tipo sociale, religioso, economico e altro. Quelle paure che stanno declinando sempre più i nostri rapporti individuali e collettivi in tendenze esasperate all’autodifesa fino a sfociare in casi crescenti di xenofobia, razzismo o fanatismo politico o religioso. L’altra parola è la VISIONARIETA’, che sempre ha contribuito a cambiare il mondo (penso a figure come Einstein o Steve Jobs ad esempio) ed è una delle caratteristiche essenziali della nostra specie: riuscire ad immaginare il futuro per costruirlo. E poi la BELLEZZA, nel senso caravaggesco della ricerca e del mettere in evidenza tutte le cose che la natura, l’universo e noi stessi proponiamo anche qui, fuori dai canoni consueti. Infine il ruolo del SILENZIO, delle pause, rispetto ai rumori di fondo del nostro esistere, che nel linguaggio poetico è altrettanto decisivo della parola. Contro il rischio di chiusure in conventicole, spesso auto-celebrantesi e poco più che fine a se stesse anche di alcuni bravi poeti, io penso che la poesia possa e debba parlare a tutti e quindi anche utilizzando, e sottolineo utilizzando, gli strumenti di comunicazione nuovi di cui disponiamo. Penso debba e possa parlare ai giovani, anche attraverso la scuola, per contribuire a costruire una nuova identità che si fondi, mutuandola anche dalla scienza moderna, più che sulla la ricerca, forse vana, del PERCHE’ delle cose, sul COME le cose funzionano e si possono presentare a noi. Imparando ad esercitare l’attitudine umana essenziale che è, lo ripeto, la CURIOSITÀ, condizione essenziale per la nostra LIBERTÀ. Per questo spesso la poesia fa paura al potere, specie quando è assoluto e quindi nemico di ogni forma di espressione che lo minacci, magari con la levità e la leggerezza. Per questo va difesa con la vita la poesia di Ashraf Fayadh.
Proposta_Poesia
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Se un giorno
(15/01/2016 22:53:53)
Giovanni Bartezzaghi
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Se un giorno tu libererai la mente da egoismi beceri e da gelosie sorde, se un giorno tu ti sveglierai sereno seppellirai l’invidia e cercherai la pace, se un giorno tu rispetterai le etnie gli usi e i costumi di popoli diversi, se un giorno tu accoglierai con gioia chi viene dal mare e sogna un posto al sole, se un giorno tu parlerai con amore a chi ha la pelle di un altro colore, se un giorno tu ti schiererai con forza per un mondo nuovo e contro ogni guerra, se un giorno tu farai dell’etica un principio ferreo e una filosofia di vita, se un giorno tu proteggerai la natura e avrai per gli animali amore e cura, se un giorno tu aiuterai chi soffre combatterai la fame e la povertà nel mondo, se un giorno tu ti batterai per una giustizia rapida e severa ma che sia davvero giustizia vera, se un giorno tu rifiuterai ogni forma di fanatismo religioso e la religione sarà soltanto una libera scelta, se un giorno tu informerai le genti in verità assoluta e in modo leale, se un giorno tu capirai che i popoli vanno lasciati veramente liberi, se un giorno tu permetterai all’amore di illuminarti dentro e d’addolcirti il cuore; allora vedresti svanire l’odio come stelle al sole e nascere un mondo traboccante di fiori dai mille struggenti colori.
Pubblicata su richiesta dell'autore, impossibilitato a causa di problemi tecnici. M.M.
Parole
(15/01/2016 15:25:20)
Stefania Vassura
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Parole argute, sognanti di un nuovo giorno che tarda a venire. Parole violate rosso sangue nero abisso, infrante sul muro ignorante di orrore e umani deliri. Parole silenti urlate nell’aere, Olimpo di umanità latente.
Le parole resistono. Le parole restano
(14/01/2016 23:18:39)
Loriana Lucciarini
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Non potete portarmi via le mie parole sono idee, poesie in versi amore liberato e beato. Speranza che s'appresta al compimento, sogno di bimbo colorato. Schiuma d'attesa che lambisce la riva dell'immenso. Un ponte magico dalla mia anima agli occhi di chi legge. Non potete portarmi via le mie parole son forgiate con fuoco sacro, il vento non le porta via, resistono avvinte alla pietra, resistono nel cuore di chi le ha conosciute, resistono. Non potete condannare le mie parole Non potete portarmele via... (copyright Loriana Lucciarini) https://www.facebook.com/events/1236668906350199/
Ashraf
(14/01/2016 23:05:04)
Silvana Puddu
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Lontano sento lo scalciare delle menti infuriate mandano sciabolate sul sudario impregnato di rugiada che leggera vola a scaldare i tetti e giunge lungo il mare ora calmo, consapevole, a darci coraggio e amore. No e ancora No, la carne potrà pur morire giammai potrà morire la poesia; guarda su, vedi, la sua anima è già libera, ruggente, nel blu del cielo. Silvana Puddu https://www.facebook.com/events/1236668906350199/
LA VERITA DELLA POESIA
(14/01/2016 22:40:30)
Maria Carmela MCD
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E la Terra sarà dei Poeti, perchè la verità appartiene al cielo, e si libra con volo leggero come su ali di rondine nel cuore dei giusti, e cammina con passi pesanti sui cuori malvagi e ruffiani, la verità appartiene al popolo, confuso da nebbie bugiarde e rinchiuso in paure d'amore, nel terrore di un figlio che muore, d'una vita sprecata a subire. La Terra sarà dei Poeti, come il cielo che già gli appartiene, la verità non la ferma nessuno, la mannaia del boia calerà sulla testa, perché i tiranni non hanno argomenti per opporsi alla libertà di pensiero, solo croci a seppellire le menti che d'oppressione son stanchi, ma il Poeta che canta non muore, il Poeta che canta ha caterve di semi che il vento diffonde per far nascere amore, il Poeta che canta, nessun odio farà mai tacere. -MCD- https://www.facebook.com/events/1236668906350199/1238936939456729/
Per te questa canzone Ashraf Fayadh
(14/01/2016 22:26:05)
Maria Teresa Tedde
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Sparano sparano, occhio che sparano, ad un israeliano anzi no, ad un palestinese stanco, ad un americano rosso di cuore ad un russo ribelle di leggi o forse a un italiano coraggioso. Sparano sparano, difenditi cazzo, imbraccia quel fucile abbandonato su fili d’erba che guardano le stelle. Fai il Kamikaze, uccidi più futuri, più cuccioli senza padri né seni al vento di madri che macchian di bianco le labbra. Poeta che fai, punta l’arma ai camaleonti sei sordo agli affronti dell’umana libertà? In silenzio Lui incide su di un foglio guarda e scrive scrive e guarda le ali non tarpa alla sua penna che spara parole di sogni e di aurea pace. La folla tace nell’urlo del respiro affamato che il boia sfregia di voci libere senza altari. Tu vivi in noi Siamo cento mille milioni oltre il quadrato di ferro, a scrivere per te. Ed ogni verso libero vola più alto di preghiere in chiese genuflesse ad altari. Non c’è resa per libertà di opinione e di pensiero non intrufoli le mani nel mio cuore potere bastardo dai vari colori ed oggi io canto per te per te questa canzone Ashraf Fayadh. 13/01/2015 https://www.facebook.com/events/1236668906350199/ Poesia di Maria Teresa Tedde Diritti riservati
Proposta_Aforismi
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