Benedetti dall’esistenza e dal suo peso
tra le infinite madri della luce
con la forza della tua poesia
col buio che opprime il tuo nome
faremo foreste di colonne
spingendo sulle palpebre le mani.
Nel luogo più profondo il più elevato
tu sbuchi nei polmoni, mio fratello,
con l’odore delle lettere del pane
dove l’acqua nel bianco si ritira.
Tu rimani. Nell’impossibile morire
attaccheremo al seno la tua voce
coveremo un fuoco a cielo aperto
muovendo l’aria e fosse anche un goccio
la saliva, tutto quello che ci serve,
risaliremo lungo il pozzo per la via
del fiato caldo dei tuoi versi.
“ La morte è troppo poco per sparire
gli occhi luminosi di Shabani ”
Era questo il mio pregare e ancora
con le stesse garze d’acqua sopra gli occhi
difenderemo il tuo giardino, la tua casa
la poesia nel volto di ciascuno
nel più piccolo respiro della polvere
.rimani.
Ho sottoscritto la petizione il 26 novembre 2015: Libertà per il poeta Ashraf Fayadh
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