Di Franco Buffoni
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Alessandra Armani
- 28/11/2010 11:56:00
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Chi sono questi "a.a." e "g.f." che non hanno il coraggio di scrivere il loro nome sotto i loro commenti acidi e maliziosetti? Io non posso commentare firmando con il mio vero nome perché, per mia volontà, non faccio più parte di questo Blog. Rispetto troppo il poeta Franco Buffoni per commentare il suo libro con uno pseudonimo, che userò solo per queste poche parole. Alessandra Armani
a.a.
- 11/09/2010 23:53:00
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Ma Basilio un po di contegno..via!
Basilio Romano
- 08/06/2010 20:55:00
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Ufff, che piacevole apnea, un tuffo, data la brevità, in un mare nitido di poesia. Complimenti.
Nicola Romano
- 01/06/2010 22:19:00
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Trovo questa, di Franco Buffoni, una raccolta di versi asciutti ed essenziali che ancora una volta confermano lesatto spessore della costante tensione poetica messa in atto dallautore, che con la totalità delle sue opere ha sempre attraversato i più segreti e personali luoghi dellanima. E da mettere in rilievo, inoltre, il corposo e diretto confronto con cose e situazioni, che ricevono nuova vita da un dire poetico che in buona sintesi poi diviene affabulante racconto.
Roberto Maggiani
- 01/06/2010 11:59:00
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Come ho già detto, trovo nelle opere di Buffoni un grande impegno civile, la sua voce è al servizio della lotta al conseguimento dellequità sociale, dei diritti e della libertà di ogni individuo a determinare il proprio futuro, la propria esistenza. La sua denuncia di uno stato sociale ancora incapace di garantire questo, non può che fare riflettere e portare a impegnarsi per raddrizzare i sentieri distorti, a qualunque bandiera democratica si appartenga.
Daniele Incami
- 31/05/2010 01:12:00
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La strada che porta alla pace sociale deve passare, per forza di cose, dallequità dei diritti, dalla giustizia, dalla libertà di essere quello che si è, in affetto, religione, pelle. Franco Buffoni, in queste poche poesie, è la voce di una necessità, con la sua spiccata ironia (come ben dice Maggiani) affastella gli indugi e fa capire che senza dubbio è lora del cambiamento, il tempo passa e vorremmo vedere, ancora giovani, lequità dei diritti. Poesia dallo stile ineccepibile, pulita e sana.
franco buffoni
- 29/05/2010 10:24:00
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Nuovamente ringrazio per gli ultimi commenti, in particolare Maria, davvero grazie. A Roberto: puoi mandarmi la registrazione delle tue recensioni radiofoniche? posso metterle in rete attraverso il sito... fb
Maria Musik
- 29/05/2010 07:51:00
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Altri, più competenti di me, hanno commentato queste poesie facendocene scoprire il valore letterario. Quindi, ho cancellato il commento che stavo scrivendo, per fermarmi solo su una di esse: Patto di Varsavia. Questattenzione umana, vera e profonda, ad un fatto che tutti o quasi, avremmo archiviato fra gli squallidi casi di cronaca nera, la dice lunga su Buffoni come Persona. In pochi versi ha distrutto tutti gli stereotipi sui polacchi beoni, i rumeni violenti e ladri, gli amori omosessuali che vanno sottaciuti perché sconvenienti e contro natura. "Loro si amavano da un anno in italiano/Senza troppi articoli/E litigavano anche in romanesco/Negli ultimi tempi". Cosa resta dei nostri pregiudizi dopo questi versi? Cosa si può dire di fronte alla "follia" della passione che non ha razza o sesso, che accomuna tutti e che ha ispirato le opere di artisti di ogni tempo e nazione? Niente. Ogni giudizio rimane sospeso. E nelle vie di una mente, finalmente ripulita dai liquami di una cultura troglodita e discriminante, si fa strada la domanda: questo amore avrebbe avuto un epilogo tanto violento se non fosse sbocciato nella periferia degradata della metropoli, fra i poveri dellEuropa e, per giunta, in una nazione che fa carne di porco dei diritti umani? Forse no, forse la ragione illuminata dalla Cultura avrebbe prevalso. O, forse, non sarebbe cambiato nulla perché i talami diventano spesso catafalchi. Lunica differenza che mi viene in mente é che Enea é sopravvissuto a Didone, Sava Cosmin si é sparato in bocca!
Maria Musik
- 28/05/2010 20:06:00
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Caro g.f., Fabio Casadei Turroni è una persona che si firma nome e cognome, vitale, simpatica e accattivante. Insomma... esattamente il tuo opposto!
g.f.
- 28/05/2010 18:22:00
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Ma tu Casadei Turroni Fabio per entrare con questa aria da invasato, chi ti credi di essere...
Fabio Casadei Turroni
- 28/05/2010 15:41:00
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accidenti... ho recensiti due suoi libri in radio proprio ieri... a saperlo avrei recensito anche questo ebook... :-( fatemele sapere prima ste cose :-* grazie Fabio
Roberto Perrino
- 27/05/2010 21:22:00
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Da lettore fuori dal giro, incuriosito dai commenti polemici, ho letto questo florilegio di un poeta a me sconosciuto, e mi e piaciuto moltissimo, nella forma e nella sostanza. Da scrittore della domenica a cui La Recherche ha dato accoglienza immeritata, e facendo tuttaltro mestiere, rimango stupito che la poesia scateni risse frenate a stento. Poichè larte in generale può essere anche una grande mistificazione, appartenendo alla sfera dellineffabile, va valutata esclusivamente sul piano estetico, per sua natura individuale, e sfugge al giudizio morale. Quindi: può piacere, può non piacere, o può essere una sovrapposizione variamente modulata delle due sensazioni. Questo è tutto.
franco buffoni
- 27/05/2010 17:12:00
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Ringrazio tutti coloro che hanno letto e particolarmente quanti sono intervenuti con commenti pertinenti, acuti, davvero gratificanti per chi ha scritto questi testi. Con un grande abbraccio. franco buffoni www.francobuffoni.it
Emanuele Di Marco
- 27/05/2010 12:27:00
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essere omosessuali non è motivo di vanto, nè deve essere causa di segregazione. è uno stato, di cui Buffoni ci informa misuratamente, prendendo nel contempo la giusta distanza dallitaliota grettezza con cui spesso tale argomento viene affrontato. e poi, sì, e in buonissima compagnia, proprio a partire dal mai troppo compianto Pasolini (che, ricordiamolo, ha sempre considerato la sua condizione di omosessuale una tabe, non avendone nessun orgoglio come ora va molto di moda, ma, giustamente, rivendicando la sua piena dignità umana. però si rischia di andare fuori tema perchè tutto questo faceva parte della sua originalissima weltanschauung e della sua particolare religiosità). da scrittore e lettore profano posso dire che le poesie di Italien mi appaiono estramamente intime, sincere, sofferte (belle tutte, bellissima la definizione proprosta proprio dalla poesia che dà il titolo alla raccolta). Lungamente meditate e cesellate senza autocompiacimento, direi. riguardo la polemica qui sotto: merita il lauro Buffoni? dopo aver letto Italien, credo di sì. commenterà mai un mio testo? non ha davvero importanza.
Antonio De Marchi-Gherini
- 26/05/2010 23:56:00
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La poesia é innanzitutto libertà ed anarchia, per la razionalità strictu sensu esiste la filosofia. Ecco allora che, a partire da Noi e Loro Franco Buffoni manifesta più chiaramente e con una dose di coraggio sino allora latente, la sua omosessualità. Ora verrebbe da dire che ognuno dovrebbe vivere la sua sessualità in totale libertà nel rispetto dellaltro, che magari preferisce altre forme, diciamo più usuali, per vivere la propria affettività. Ma dove sta il bandolo della matassa? Latto é in sè eroico perché compiuto e consumato in una Italia ipocrita e papalina dove si fanno le pulci persino alluso degli anticoncezionali e via discorrendo, la breccia di Porta Pia é subito stata chiusa e così ci troviamo ancora nel 2010 a fare i conti con uno spreco di energie per rendere lampanti dei diritti altrove acquisiti come normalità. Dovremmo essere in una nazione calvinista dove letica non genera quei tristi e mostruosi faccendieri del senso del pudore, del malaffare politico ed economico che tutti conosciamo. La poesia dice quel che deve secondo natura, rivela e disvela tragedie e utopie, trasporti amorosi e chimeriche fughe centripede e centrifughe. Fa teatro dei nostri impulsi nascosti e disvelati ad un tempo. Sulla bontà del verso buffoniano e della sua immediata leggibilità altri hanno già detto e mi pare inutile ripetere. In questa raccolta, o meglio antipasto di raccolta, non vi è quel climax arabeggiante che rendeva molto pasoliniano il testo sopra citato e quasi fisicamente, con tutti e cinque i sensi, ti trovavi avvolto nellafflato e negli afrori del poeta e dei suoi amori , ma anche nella kasba dei sentimenti speziati che solo quelle terre sanno dare. Qui il tono sembra più dimesso, una sorta di adattamento al quotidianese italico con tutto il volgare chiacchiericcio, questo sì, e non quello del cardinal Sodano, che sempre avvolge lomossessuale, ma stia tranquillo il nostro che è in ottima compagnia sia con uno stuolo di rispettabili poeti, basti pensare a Pasolini, Penna, Palazzeschi, Testori e ad uninfinita schiera di artisti e scienziati che hanno prodotto tante tra le più sublimi cose italiche.
Stelvio Di Spigno
- 26/05/2010 15:39:00
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Franco Buffoni è arrivato a una capacità di sintesi tale da potersi permettere qualsiasi tematica, qualsiasi digressione, qualsiasi incursione stilistica. Il verso è mobilissimo anche nella misura breve, il contatto con le cose è franco e aperto, la visione complessiva che se ne ricava è quella di un mondo polimorfo di emozioni e memorie tanto ricco quanto fragile e decantato. Non si può aggiungere altro. Più che dire da quanto conosco Franco, dirò da quanto lo conosco veramente: da "Suora carmelitena e altri racconti in versi", ovvero dal 1997. Da quel libro in poi, questo poeta così lucido e insieme ricco dumori prensili, riesce a rendere poetiche anche le sue assidue frequentazioni culturali e le sue posizioni politiche, che ci restituiscono limmagine di un poeta poliedrico e aperto a tutto lesistente, ma mai dotto o dottrinario. Buffoni coltiva anche, sulla scorta di un certo Montale ultimo, larte del silenzio in versi, che appare potentemente suggestivo proprio nella poesia dedicata al poeta de "Le Occasioni". Grazie agli amici de "La Recherche" per questo cadeau, grazie allautore per averlo reso vicino e amabile con questa pubblicazione. Un caro saluto a tutti. Stelvio Di Spigno.
leopoldo attolico
- 26/05/2010 13:02:00
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Piccola chiosa agli interventi di Giancarlo Gherardi e g.f. - Capisco bene che commenti recensioni e saggi su personaggi che pubblicano con Mondadori Einaudi Garzanti e compagnia bella suonino sospetti. In effetti ormai non si contano più i critici - militanti e accademici - e i pinco pallino velleitari che si scaraventano a dichiararsi con robuste sviolinate elogiative sui testi in uscita , a prescindere dal "merito" del contenuto degli stessi . Riviste letterarie , quotidiani e siti internet ne traboccano . Sono questi ( i classici italians furbi ) che non vedono lora di essere citati nelle bibliografie dei suddetti " laureati" ( o diplomati ) , o quantomeno di entrare nelle loro grazie surrettiziamente , come marcia di avvicinamento ad un successivo decisivo do ut des . Mezzucci , ma diffusissimi ; edificanti/suggestive pratiche di marpioneria nella nostra italietta letteraria . . . Quindi mi rendo conto perfettamente che mettermi nel novero dei suddetti sia quanto di più spontaneo e giustificato ci sia per chi conosce certi meccanismi di autopromozione . Non so se basterà dire che questa pratica di questuante e di parvenu non mi appartiene perché oltretutto sconfina nel patetico e nel ridicolo . Gli addetti ai lavori mi conoscono . Gli altri no , e non posso farci niente .
Eugenio Nastasi
- 25/05/2010 19:42:00
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Cè unironia graffiante, cercata nella semplicità degli accenti e nellacutezza dei riferimenti / qualcosa che condivide verità, oblio e tenere memorie col documento flash in bianco e nero, meglio se nero-seppia, in questi graffi di Franco Buffoni. Da buon incisore, credo abbia adoperato la punta secca, ha dosato con infinita pazienza versi calibratissimi tali che la pagina martellata ne rimanda, indomita, tutta la resa di sensi e sovrasensi. Non cè peggior sordo di chi non voglia sentire quanta necessità promana da messaggi istruiti dalla ricerca del poeta per non rimanere invischiato nella cronaca, consapevole che quel che scrive sono pagine di storia, di vicende umane. "Lasciami Napoli/Nelle loro scie//", e infine "Non mi tradurre altrove", come dire che tutto il mondo emotivo e privato di ognuno di noi è sempre da rammagliare, e poi quell"Italien" che andrebbe scritto come manifesto ed esposto nelle piazze dItalia. "Italien" di Franco Buffoni: tempo di lettura: 10 minuti, tempo di memoria: parecchi mesi. Non conosco se non di fama Buffoni, ma lo ringrazio e lo aspetto, se non ho capito male, tra gli scaffali in libreria, Eugenio.
Franca Alaimo
- 25/05/2010 12:47:00
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Vorrei dire a G.F. che lascia solo sigle e non nome e cognome, che proprio io che conosco un mare di nomi cosiddetti importanti, non ho mai chiesto loro nulla e lo conferma il quasi anonimato che circonda il mio nome dopo trentanni di dedizione alla poesia. A G.F. parrà strano, ma prima dora non avevo avuto alcun contatto con Buffoni e non credo che da questo commento ne nascerà un rapporto damicizia.Oggi non funziona così ed è senzaltro meglio. Conosco tanti artisti e persone comuni omosessuali e in molti di loro ho trovato amicizia e solidi ateggiamenti umani ed etici, da apprezzare. Punto! Fra laltro io faccio parte della redazione ed ho il compito di recensire i testi poetici. Lo faccio solo se i testi mi piacciono e G.F. può benissimo constatare che ho commentato poesie anche di poeti che non ho mai sentito nominare...Siamo in milioni a scrivere poesia...e meno male...chi scrive poesia...in genere è una persona onesta.
Loredana Savelli
- 25/05/2010 06:24:00
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"Infelice di quella molle ebbrezza Che solo conosce chi vive Senza diritti In questa appendice Ludica d’Europa." Esplicito manifesto di un disagio ambientale e sociale. Vivere senza diritti, infelici della propria "ebbrezza" (molle a confronto di un’ebbrezza "dura" di chi, invece, i propri diritti li ha imposti) è sostanzialmente vivere da schiavi, vivere a metà. Una condizione largamente condivisibile in un'Italia in cui il diritto di esistere sempre di più coincide con il diritto di essere conformi al pensiero unico e all’indivisualismo disumanizzante. Molto apprezzata anche la poesia "Dulcissima".
In generale una poesia di denuncia, ma anche di annuncio.
Giancarlo Gherardi
- 25/05/2010 00:01:00
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Meno male che cé qualcuno che la pensa come me, anche se non so chi sei condivido in pieno il tuo ragionamento.
g.f.
- 24/05/2010 23:58:00
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*** cara Alaimo e Attolico quanti commenti avete avuto da Buffoni?
leopoldo attolico
- 24/05/2010 22:16:00
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Spoglia ma non disadorna, umorale ma controllatissima ( il superlativo si impone, considerando alcuni momenti topici che avrebbero potuto suggerire ben altra eloquenza ), questa poesia sembra abitata da una sordina linguistica che pur cercando ed esperendo espressività al contempo la proscrive. E lesatto contrario della poesia esibita , "cercata" con il linguaggio ; è una poesia soprattutto "detta" in cui la parola nuda e cruda è una fede ed è il tutto .
Franca Alaimo
- 24/05/2010 21:41:00
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Con ferma dignità Buffoni dà voce poetica alla sua passione amorosa,alternando sentimenti di ironia e offesa per un atteggiameno "storico" di condanna dellomosessualità che dal medioevo passa non solo ai giorni della sua vita come cittadino di quella che definisce, "per civiltà giuridica", unappendice dEuropa; ma anche a quelli della sua vita in ambito familiare. Non mancano, però, effusioni,pure se stilisticamente controllate, di grande tenerezza, alla maniera di Sandro Penna, anche nei riguardi del proprio corpo e di quello dellaltro che il tempo consuma, ma non insieme ai ricordi che restano vividi ed acutissimi. Una storia personale raccontata piano, con grande stile e misura, anche a nome di quelli che vengono spesso fatti oggetto di discrimanazione perchè coltivano un altro amore, che è amore.
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