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Roberto Perrino
- 23/01/2016 21:18:00
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Una scrittura fresca, splendida e avvincente. Tutti ad imparare, Amici!
Loredana Savelli
- 21/01/2016 13:07:00
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Una lettura che riempie e soddisfa. Lessenzialità in concreto. E la narrazione. Insomma qualcosa che vale la penna sia scritta.
BiancaMannu
- 21/01/2016 12:29:00
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Si parva licet, complimenti vivissimi per la capacità polisemica delle sue sintesi.
Luciano Nanni
- 21/01/2016 11:56:00
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Dopo le avanguardie e le neo-avanguardie si torna a una forma poetica più diretta e accessibile: qui ne abbiamo l’esempio, con risultati di rilievo e passaggi potenti come espressione. La poesia ha infinite facce e chi la ama le esplora tutte. Nota tecnica: la maiuscola allinizio del verso conferisce al singolo verso una identità formale.
franco buffoni
- 19/01/2016 10:05:00
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Grazie per questa vostra attenzione critica. Un autore non può chiedere di più. Cordialmente franco buffoni
Eugenio Nastasi
- 17/01/2016 21:16:00
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Troppi versi di poesia sono il controcanto di una vita mancata e quel che pare una registrazione deventi e di sottili ripensamenti altro non sono che implicita prova di valori naturali; è quel che si prova leggendo Buffoni in questa pur evidente trascrizione poetica dove prende figura tutta quanta la vita delluomo che è nel poeta. Cè una movimentatissima orchestrazione di sangue e di fantasia e immagini e umanissime perorazioni; tutto in questo mannello di poesie si muove come il taccuino di un uomo vivo, elementare nella sua sensibilità ma antico nel suo dramma. Dopo tanta poesia problematica questa serie di appunti inventati per sè medesimo, ma con una tale coincindenza del poeta con luomo che queste poesie paiono subito ci appartengono, dacchè esse fanno i conti con la nostra esistenza senza troppe allusioni:qui luomo è quel che è, può essere indifferentemente un povero diavolo come tanti o un figlio di Rimbaud. Qualche volta luomo della strada e luomo di Rimbaud paiono darsi la mano in una voce come questa.
Maria Grazia Ferraris
- 17/01/2016 14:57:00
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La storia, gli eventi tragici, l’orrore “i bambini morti…abbandonati in una fuga dal nulla al nulla” gli amori, le cronache, minimalia cupa da giornali di provincia, i ricordi ironici,la quotidianità orribile e perversa: il mondo col sorriso da dinosauro. Poesia dolente. La poesia di Buffoni che nasce da questo impasto deve tenere a bada sentimenti e fughe liriche con furore e dolore. Emozioni controllate, frenate, ispide intime e vere. Commozione.
Franca Alaimo
- 16/01/2016 22:45:00
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Franco Bufoni ci ha abituati da tempo al suo stile anti-lirico, ma animato da un ritmo interno molto ricercato. E tuttavia, leggendo la poesia di Buffoni, la liricità si avverte: è quella che nasce dall adesione sincera del poeta alla realtà degli eventi e alla storia degli uomini, come accade anche in questa raccolta in cui vengono ricordati persone ed amori, fatti storici, come quello dei bambini morti su un autobus durante la seconda guerra mondiale, poco conosciuti o comunque destinati alloblio. Anzi, più uomini ed eventi sembrano minimi (adatti forse soltanto a frettolosi trafiletti sui giornali), più il poeta sembra dirigervi la sua attenzione e la sua carica umana partecipativa. Un tema molto interessante è anche quello autobiografico. In questa raccolta, infatti, abbondano i ricordi: dalla scuola elementare ai giorni che il poeta vive nel presente, e sono questultimi ad introdurre certi toni che variano da una sorta di autoironia ad una cupezza profonda che trova il suo punto più alto nel breve e "tremendo" testo: "Il mondo no". Il lettore attento coglie, dunque, in questi versi -asciutti e talvolta un po ispidi- diverse, intime, umanissime emozioni.
Giancarlo Mangini
- 16/01/2016 21:40:00
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Complimenti, per quel che può valere la mia opinione; una poesia calda, irta e scabra, a suo modo consolante. Da rileggere e ripensare.
Antonio De Marchi-Gherini
- 16/01/2016 17:36:00
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Vera, calda poesia. Qui cè corpo e anima.Il resto non conta.
Claudio Pagelli
- 16/01/2016 14:04:00
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Grande Autore, Grande Poesia
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