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Marina Tinto
- 26/01/2012 08:03:00
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Complimenti a Magda Vigilante!Il suo lungo racconto mi è piaciuto moltissimo con le sue atmosfere magiche e sensuali.
Marina Tinto
Stefano Sabattini
- 29/11/2011 11:33:00
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Dopo aver letto questo raconto mi sono sentito un pò meglio. Rivolgo un ringraziamento allautrice, e mi permetto di laciare un commento proprio perchè lho letto dun fiato. Il racconto si potrebbe anche considerare come un intreccio su più piani. I due protagonisti si avvicinano e si allontanano, e poi si incontrano e si riallontanano, come i serpenti del simbolo, il tutto lungo un asse temporale ben scandito e riferimenti precisi allo spazio, il luogo, la città, le fontane, i cortili, che potrebbero essete il bastone armonizzante del caduceo. Con loro si intrecciano due generi narrativi, uno realistico, se posso dire così, minimalista, ben radicato nella terra, e negli argomenti reali del quotidiano, e laltro colto, intellettuale, erudito, esoterico, fantastico. Il racconto ha la capacità di toccare molti temi, alcuni sono molto culturali, altri sono molto concreti, corredati con precise descrizioni di dinamiche psicologiche. Tra questi ultimi si affronta un tema molto sottile, e delicato che è quello dellarrivo di un figlio in una coppia. Avvenimento certo desiderato, ma che comporta moltissime conseguenze. Alcune qualcosa, tanto, danno e qualcune qualcosa anche tolgono, un argomento che trascina con sè sensi di colpa e rimozioni, desideri e rinuncie del quale è bene parlare. Tra questi sentimenti, il desiderio di fuga in un altro luogo, anche un cortile antico della città, e in un altro tempo, il cinquecento allegorico e sibolico, il novecento poetico, un tempo ritrovato dove possono coabitare le contraddizioni e i doveri del quotiano, con lanelito alla libertà del proprio cuore. Un tempo e uno spazio altro, ma vivo e presente se lo si sente, come è lo spazio della scrittura, una realtà ulteriore come la descriveva Mandelstam nella quarta prosa, dove si può ricercare un simbolo su unarchitrave per una giornata, per una vita, anche se non si sa, nè mai si saprà, se questo poi davvero cè, o se non si vive altro che uno spreco. In tutti casi i questa ricerca, fa vivere, porta desiderio, incontro, azione reale, concreta, alla protagonista, una conquistata consapevolezza, trammite la disillusione e lilluminazione, per mezzo di un libraio gnomo, sapiente e messagero, e, vistop che lautrice assegna anche un profilo ben concreto alla sua storia e ai suoi personaggi un nuovo lavoro. Al lettore un cambiamento del respiro, poichè lo stato danimo è stato riscaldato, da una parola viva e buona. Così il racconto coinvolge il lettore e gli fornisce una riflessione, per mezzo dellimmagine, dellallegoria, sullessenza di unattività umana antica e fondamentale, comune a tutti i popoli e a tutti le epoche, conosciute e sconosciute, a tuti gli umani, quali che siano le loro culture e la loro personale preparazione, che per ogniuno è così diversa e per tutti è sempre valida, così come gli antichi simboli cui il caduceo è parte, lazione umana della scrittura.
Lidia Are Caverni
- 26/11/2011 20:32:00
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Guido entra nella vita di Mara in un periodo in cui la consuetudine della giovane donna appare densa di grigiore e di abbattimento stravolgendo gli affetti e lavvolge in un gioco in cui il mistero e il banale si intersecano. Infine il banale si rivela in tutta la sua crudezza e Mara inizia una nuova ricerca che la indurrà al pieno possesso del proprio sé e di chi fa parte della sua vita. Lautrice accompagna la protagonista nello svolgimento delle sue vicende che non sono poi eclatanti quanto nellanalisi approfondita della sua emotività e del suo tenersi ancorata al senso di realtà anche attraverso le sue disillusioni.
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