Di Annamaria Ferramosca
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Notizie sull'eBook
Questo libro, pubblicato da Marsilio nella Collana Elleffe, nel 2006, è qui riproposto in formato e-book. La raccolta poetica di Annamaria Ferramosca fu accolta, dai lettori e dalla critica, con grande favore e ritorni molto positivi, ottenne anche numerosi riconoscimenti. Proponiamo alcuni stralci di recensioni e note di lettura. Ivano Mugnaini: Annamaria Ferramosca ha saputo proporre con questa sua nuova, convincente opera poetica, “Curve di livello” uno scandaglio ampio e incisivo del mondo. Ha saputo oscillare con moto isocrono tra la concretezza dei dati di fatto dell’essere e quell’aspirazione, ugualmente solida, a crearsi una “mitologia del quotidiano”. I luoghi d’elezione, gli incontri, le presenze, le assenze, la comprensione dell’incomprensibile. L’attimo breve che dà senso, o speranza di senso, al tutto. Questo libro è un utile e ispirato “manuale di volo” da leggere prima, dopo e durante i tentativi di decollo e di atterraggio sui suoli sassosi del nostro tempo. (poetrywave, www.vicoacitillo.it, 2006) Maria Grazia Calandrone: … chiudiamo il libro avendo attraversato la densità di un’esperienza certamente adulta, pagine nelle quali si assume su di sé il tempo e il suo portato di scenari con energia e leggerezza e che hanno dietro l’eco della grande poesia, da Leopardi a Saffo al già citato Rilke. (La Mosca di Milano, n.15, dic.2006 ) Silvana Folliero: … una delle più affascinanti scritture poetiche di questi ultimi anni: le ragioni emergono potenti dalle pagine di questa raccolta. L’autrice percorre un cammino fatto di dispersioni e desideri, attraversa luoghi, visitati con gioia, che non sono diafani ma concreti, mentre invece leggero e giovane è l’io che guida e gusta ciò che vede e percepisce. E lo fa incidendo nel nostro spirito e nella cultura contemporanea. È questa una poesia densa di elementi esistenziali, psicologici, etici, poesia che paradossalmente rivela la prevalenza della ragione; il pianto del mondo non sommerge l’autrice poiché lei è consapevole che il suo vestimento psichico è fatto delle densa materia sacra e profana delle parole. (Hebenon, n 7-8, nov 2006/mag2007) Marcello Carlino:… perché i segni realizzino il processo di traghettare il tempo, quindi continuare a determinare la storia, a segnare il percorso, a non arrendersi di fronte alla storia dicendola impossibile o finita, occorre che la parola poetica recuperi questo suo compito e questa sua realizzazione, attraverso la componente mitica. In due accezioni: il confronto con il mito e quindi con le parole consegnate al mito che ci provengono dalla nostra civiltà occidentale; e occorre d’altra parte, per problematico che sia questo suo tentativo, che la poesia non smetta una sua tensione anche utopica a farsi mitopoiesi, cioè a costruire il mito, a isolarecioè la figure che tratta, i personaggi che schiude, le dimensioni che rappresenta, a presentarcele con quel nitore, quella dimensione definita, che è propria del mito, come figure che in qualche modo si presentano per essere consegnate alla nostra memoria. E questa mitopoiesi, con tutto ciò che la mitopoiesi significa su un piano culturale come attraversamento e confronto con le culture, con la tradizione, è un tratto distintivo della poesia di Annamaria Ferramosca. ( registr., libreria Bibli, Roma, 28nov. 2006) Valeria Serofilli: Un fil rouge dai segni alle parole quello che tende tra questi due estremi Annamaria Ferramosca, come ci propone la struttura anaforica della lirica che apre la prima delle tre sezioni in cui è articolato il volume Curve di livello : in questa i suggestivi graffiti di ipotetiche grotte di Lascaux “traghettano” il tempo come sulle pagine la scrittura, in un abbattimento di curve e barriere spazio-temporali come solo la magica forza del poiein sa operare.E anche se fili spinati e prigioni (“Alcatraz”) incidono ferite di memoria, anche se maremoti (cfr. “Tsunami”) corrugano fondali e sconvolgono il cosmo, la forza salvifica della parola trionfa comunque: in sinestesie pregnanti e mai eccessive, nel ricco apparato fonoprosodico di rime interne e allitterazioni, nell’alta musicalità e nell’armonica e omogenea struttura e impalcatura del testo. (dalla motivazione del Premio Astrolabio 2006) Vittoriano Esposito : Una voce validissima, collocabile tra l’antico e il nuovo, riconducibile -cioè- a quella linea “mediana” che personalmente prediligo. (corr. priv. 2006) Gianmario Lucini: …un afflato lirico-discorsivo, un ambito di raccoglimento e di silenzio interiore popolato dai miti della grande civiltà mediterranea, dai suoi colori, suoni, odori, scorrono quasi in un poema-fiume per le prime 40 pagine. Poi l’Io si muove, di orienta, sussulta, si dis-orienta fra il fragore delle cronache, l’irrealtà del reale intasato da odio, violenza, distruzione, frenesia di potere. Infine ritorna come un’onda a depotenziarsi sulla spiaggia del proprio privato-specchio-del-mondo, dell’oggidiano che vuole redimersi dall’insignificanza cercando un senso nel rito del vivere per mezzo della poesia, con tenacia, con metodo, perché altra via di “salvezza” non è possibile. (www.poiein.it, 2006) Luca Benassi: La Ferramosca restituisce centralità alla parola poetica come elemento insopprimibile di comunicazione ed incontro con l’altro. Emerge una componente mediterranea sentita non solo come ricerca delle proprie origini, ma come scoperta di archetipi, di paradigmi attraverso cui vedere il ripetersi della storia collettiva come quella delle emozioni personali. Questo rimbalzare tra il canto del mondo ancestrale e mediterraneo delle proprie origini e la complessità del villaggio globale contemporaneo rende questa poesia corale, profondamente nostra, situata in una geografia spirituale e reale in cui tutti possiamo riconoscerci. (Noi donne, marzo 2007) Letizia Lanza: Tutti brani di livello, che meritano di essere ascoltati con adeguata attenzione, anzi, con amore e stupefazione, direi. Una poesia ricchissima: sia di concrete presenze scientifiche sia di lontane suggestioni elleniche e bibliche.( L’Immaginazione, sett. 2007, No233) Alfredo Rienzi: Il mondo, osservato appassionatamente da A. Ferramosca - per sensi e simboli, miti e cronache -, in tutte le latitudini possibili - dalla molecola alla costellazione - decifrato con tutti gli strumenti – ragione, intuito immaginazione, sceglie per mostrarsi la vis della parola, scolpita come una cicatrice, nella «dolce terra [e nella] carne insieme, dilaniate». Di questo tramite Annamaria Ferramosca si assume, assolvendoli con merito, tutti gli oneri, anche estetici ed etici, elevando così la propria parola narrante al rango privilegiato di autentica parola poetica. (Scorpione letterario n.7/2007) * Curve di Livello - Riconoscimenti Premio Città di Castrovillari-Pollino 2006, Premio Astrolabio 2006, finalista Premio Anguillara Sabazia 2006, Premio Violetta di Soragna 2006, nella rosa del Camaiore 2007, finalista Premio Pascoli, finalista Premio LericiPea 2007, segnalato al Premio Lorenzo Montano 2007, Premio Il Simposio 2007, Premio Speciale Contini Bonacossi 2008, 3^ al Premio San Fele 2008, finalista Premio Città di Tortona 2008, Premio Internazionale per l’Integrazione Culturale 2011.
annamaria ferramosca
- 15/06/2015 15:30:00
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Maria, grazie!sono felice della tua empatia. un caro saluto, annamaria ferramosca
Maria Allo
- 15/06/2015 13:23:00
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Curve di livello rende il senso della vita, del tempo e del mutamento e affronta il tema della mortalità .Annamaria Ferramosca scava concentrandosi sul valore e il potere della parola e mostrando nel contempo i suoi abissi e le sue altezze .Grazie per la condivisione.Ammirata.... Maria
Annamaria Ferramosca
- 21/04/2014 17:46:00
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Rosemily cara, leggo solo ora le tue parole. mi commuove la tua sintonia, come sempre, e sono felice che le nostre sensibilità stiano percorrendo le stesse tracce. auguri densi a te per vita e scrittura. annamaria
Annamaria Ferramosca
- 21/04/2014 17:40:00
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grazie per la tua luce, Nando. scrivimi pure quel che pensi dopo la lettura di Ciclica!
Nando
- 21/04/2014 11:29:00
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Spero di riuscire presto a leggere il libro, intanto trovo profondamente illuminata la formulazione verbale "poeta dellascolto", che ridefinisce il lettore e restituisce la Poesia nel suo "farsi" ad una vocazione universale e, nellaccezione più nobile, democratica. Complimenti!
Rosemily Paticchio
- 15/04/2014 11:55:00
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Queste curve minvadono pienamente degli aliti mediterranei, dei duri sentieri, dei solchi di roccia carbonatica e con una pace silenziosa che solo lalta poesia può suggerire sinsinuano premendo dolcemente le corde dellanima, ad ogni verso si rinnova uno spaziotempo denso di storia immemorabile, di gioia e dolore vibranti al calpestio delle pietre, ed è sempre un sussulto che resta sospeso sui contorni del morbido orizzonte di Marina Serra. Grazie ad Annamaria, grazie alla poesia vera!
Franca Alaimo
- 07/04/2014 18:24:00
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Il linguaggio dei segni si materializza, in questa silloge della Ferramosca, in un viaggio nel tempo e nello spazio, a cominciare dalle prime incisioni sulle rocce per mano degli uomini primitivi fino al suo personale rapporto con la Poesia, compagna inafferrabile, così come lo è la Vita stessa nel suo molteplice manifestarsi nei luoghi esplorati con viva curiosità verso le differenze, ma nel convincimento di unappartenenza comune ai valori della solidarietà e di unamorosa fraternità. Questa apertura del cuore genera un sentimento di pietas, di umanissima prossimità ai drammi della Storia, lontani e recenti, abbracciati con la parola come in un tenero lavacro catartico; quasi che tale assunzione su di sè del male possa dare vita a quellutopia che nutre la poesia della Ferramosca, e che ne fa unautrice chiamata a dare senso agli accadimenti tutti, ai gesti privati e pubblici, e una risposta affettiva e insieme lucidamente intellettuale alla chiamata della Poesia, che, nel testo di chiusura ( così che dai segni pittorici dei primitivi alle parole digitate sul computer si compie un perfetto giro attorno allurgenza della comunicazione) dialoga con lei come una proiezione oggettiva, che ne fa una compagna sempre presente e necessaria. Sullo stile di Annamaria molto hanno detto i critici che si sono occupati di lei: chiaro e raffinato, pregno e controllato, è contraddistinto da ricchezza lessicale e da un uso intelligente della strumentazione retorica.
Annamaria Ferramosca
- 05/04/2014 19:38:00
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un libro di poesia dovrebbe restare forse in ombra, ma mai dileguarsi.dovrebbe vegliare, occhieggiare dallangolo in cui è posato, tenendo aperte le sue pagine sonore. queste Curve di Livello, linee planetarie dellincontro attraverso le parole, non hanno smesso di farlo. ogni volta che sembrano sedimentare, riemergono. perchè qualcuno, anche un solo lettore che io chiamo poeta dellascolto, ha "sentito" e qualcun altro, come Roberto Maggiani de La Recherche, ha anche voluto dilatarne ancora il suono-senso. ringrazio con un abbraccio tutti coloro che leggono e mi dedicano qui espressioni sincere, per questa pienezza che fa vivere ancora la mia scrittura. Annamaria Ferramosca
Gabriella Amstici
- 04/04/2014 12:00:00
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Toccanti e poeticamente crudi i versi di “Kamikaze” e di “Memorie dell’Olocausto”; evocativi quelli di “Forse una donna”, perfetti per descrivere un quadro di Turner o Millais. Bella la lirica ispirata a Rilke, a “quel nessundove che si respira” evocante il castello sul mare e le sue mitiche Elegie duinesi. Ah questi poeti “un po ventriloqui, un po’ avventurieri” tra “il tormento e il silenzio”, tra lune, montagne e labirinti!... Una “vitamara” ricca e vibrante che ci piace molto.
liliana ugolini
- 04/04/2014 05:11:00
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Poesia corposa che include nel sè, universi. Dal Mito allattualità, scorre una visione cosmica del dolore e della bellezza e la terra sta nel particolare. La musicalità, riconoscibile, ne cadenza il flusso che coinvolge e stravolge. Un ottimo lavoro.
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