La mia poesia è l'eco di un suono
e non ti svelerà mai la parola.
Rimarrà sospesa come stella nella notte
che pulsa, audace,
nella sinfonia dei chiaroscuri.
È voce all’emozione e tu ne sei lo scrigno.
A te, dunque,
che mi leggi con occhi muti e
con indolenza tracci il solco delle
mie rughe, segui il ritmo del mio respiro;
a te
che entri nei miei sogni e li colori di tuo
e ascolti il grido di quest’argilla che
reclama la sua forma;
a te
funambolo dei tuoi pensieri nel mio pensare,
passo amico che si affianca al mio
così ritroso;
a te
che per curiosità o mistico pudore
ti accosti all'intimità del mio cielo...
… serbagli, ti prego, un cesto di pietà,
dimenticati nel suo dolore, consumane la gioia,
e raggiungi nel tuo cielo l’essenza di quella parola.
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