Pubblicato il 05/04/2011 23:58:26
Siamo pessimi attori, pessimi registi delle nostre vite; siamo formiche in una bottiglia, gli stessi vuoti giri, le stesse sbagliate risposte ai problemi insoluti. Siamo cani zoppi sulle strade tranquille che conosciamo che ci conducono a mete incartapecorite. E tutto quello che possiamo tramandare è la quieta rassegnazione alla vita che conduciamo.
Siamo le lettere mai spedite, mai scritte sempre programmate. Siamo gli affannosi conti a fine mese sul tavolo di cucina. E gli anni passano scanditi dai nostri ...domani... ma il peso che ti sovrasta è quello delle cose che non hai fatto; le rughe attorno agli occhi sono dettate dai tramonti che non hai visto; e le gambe sono stanche per i chilometri che hai deciso di non percorrere.
Quante strade hai finto di non vedere, a quante svolte della vita hai tirato dritto per finire contro il palo del destino, o peggio, giù dal ponte della tristezza. A quanti occhi hai detto addio.
Siamo scogli alla deriva, onde che non arrivano mai. Siamo tristi bandiere senza vento, la stessa rassegnata attesa. Siamo comparse in cerca di una partitura che sbaglieremo nei tempi, nei modi, comunque. Quello che non riusciamo a capire è come si faccia ad andare avanti. Cosa è che ci spinge a proseguire; forse il velo che copre la finestra, la carta che nasconde il regalo, lo sguardo giusto che ancora non hai incrociato. Cosa è? E cosa siamo se non pessimi attori sempre in disordine, sempre in ritardo con una battuta ancora da imparare a riprese finite. Che cosa siamo se non uno sguardo che si chiude sul mondo.
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