Di Mariella Bettarini
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Notizie sull'eBook
Il libro - con il nuovo titolo Poesie per mamma Elda, l'aggiunta di alcune poesie e la postfazione di Andela De Leo - è disponibile anche in formato a stampa edito SECOP edizioni (2019)
L'eBook contiene, oltre alle poesie dell'autrice, una poesia di G. S. Savino, varie fotografie e una registrazione di Elda Zupo che canta “Sì, mi chiamano Mimì”, da “La Bohème” di Giacomo Puccini, registrazione effettuata a Roma nell'anno 1960 (o 1961) nella casa dove Elda Zupo abitava con il marito e i figli. Al pianoforte suo marito, il M° Luciano Bettarini. L'eBook ha quindi un peso di circa 7,3 MByte, per aprirlo/scaricarlo completamente è necessaria una attesa leggermente prolungata rispetto agli eBook di solo testo. Istruzioni per l'ascolto della registrazione: la registrazione dovrebbe partire in automatico all'apertura della pagina che la contiene, chi non riesce ad ascoltarla provi a cliccare una volta sull'opportuno pulsante, per mettere in pausa e poi una seconda volta per mettere in play.
Mariella Bettarini
- 13/04/2014 17:59:00
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Grazie, cara Alessandra, della preziosa e toccante vicinanza a questo mio testo/omaggio per una grande Persona, una meravigliosa Madre. Un "grazie" dal cuore e un saluto da Mariella
Alessandra Paganardi
- 10/04/2014 12:12:00
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Uno splendido dono, in cui risuona in ogni verso (così come risuona, concettualmente e visibilmente, nella poesia sulla madre come matrice) lomofonia nascosta mare/madre, visibile in francese e in altre lingue. La cultura letteraria dellAutrice è filtro, mai schermo per il lettore. Grazie allautore e alleditore. Alessandra Paganardi
Redazione LaRecherche.it
- 23/11/2012 02:17:00
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Segnalato sul blog Flannery: http://flanneryblog.wordpress.com/2012/11/19/mariella-bettarini/
Meth Sambiase
- 09/01/2012 15:58:00
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per motivi interiori ho letto (e scaricato) ora il tuo lavoro. Ti lascio solo un saluto. Non mi è possibile astrarmi e commentarlo, perché il diario monologante che mi assale nelle pagine non mi consente di liberarmi dalla palude emotiva che hai creato. Se può essere un saluto, lo sarà anche verso tua madre, così vicina nei versi, da sembrare unamica di famiglia. Un abbraccio. Meth.
Valerio Zupo
- 01/09/2010 00:28:00
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Lho letto tutto dun fiato. E come si leggerebbe, altrimenti? Bello e... pare ovvio... poetico. Però triste. Lo avrei voluto più allegro (e come si fa? Razionalmente so che è impossibile). Dolcissime le scene di vita. Toccante il punto di vista di Mariella. Eppure a lei, dopo aver letto il libro, sento di poter dire quello che un carissimo zio di Teano (sai che gli Zupo hanno avuto là una specie di roccaforte, vero?) nel giorno del funerale di mio padre, altro Zupo (tanto per la continuità), mi disse: "sii felice: hai avuto un grande padre". Poche parole e tutto mi fu chiaro. Meglio avere un grande padre per alcuni anni, che un padre "così così" per una vita lunghissima. Non ti pare? Mariella, tu hai avuto una grande madre. Devi esserne felice. Bel libro. Profonde le considerazioni. Lo conservo con riverente affetto. Valerio
Mariella Bettarini
- 08/07/2010 19:05:00
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Carissima Marisa, carissima Patrizia,
le vostre parole, la vostra profonda adesione ed empatia davvero mi commuovono. Amiche care, che dire, che cosa aggiungere a quanto avete scritto, se non farmi piccola piccola dinanzi a tanta intensa vostra testimonianza, che mi onora e mi coinvolge così nel profondo? E vero: la perdita della Madre è "sentirsi gettati nella cruda realtà dellAbbandono". La poesia tenta - solo "tenta" - di porvi in qualche modo riparo, di riparare, appunto, lincommensurabile perdita. Un "grazie" dal cuore, dunque, amiche care, e un abbraccio dalla vostra riconoscente Mariella
Patrizia Pallotta
- 07/07/2010 21:00:00
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Mariella carissima, [...] Voglio ringraziarti per avermi fatto leggere le tue meravigliose poesie. Non so perché alla mamma si riesce a dedicare il meglio di noi. Ho apprezzato il tuo coinvolgimento nelle vostre riunioni famigliari e mi sono sentita, così partecipe, da essere dentro di persona. Le tue famose parentesi, poi, sono così chiuse e così aperte nel contempo, cè un mondo fra loro, il tuo, che vuole nascondere e mostrare con delicatezza e riservatezza comè nel tuo stile. Spero di sentirci presto. Un abbraccio forte.
Marisa Papa Ruggiero
- 03/07/2010 21:59:00
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Marisa Papa Ruggiero
Mariella, amica cara, quanta delicatezza, e quanta amorosa consapevolezza del dolore in questi tuoi versi, limpidi, veri. Perdere la propria Madre è, inevitabilmente, sentirsi gettati nella cruda realtà di un Abbandono di cui non se ne conosceva il senso, in una sorta di vuoto senza sostegni, che non può essere colmato. Anch’io ho vissuto profondamente, e ancora troppo di recente, il dolore della perdita di mia Madre, a cui non ho saputo dare parole, non ancora. Forse, le parole hanno bisogno, in questo caso, di un cammino lungo, prima di riuscire ad avvicinare certe soglie, a scavalcare voragini emotive e lacerazioni, a non esserne sopraffatte. Hanno bisogno, io credo, di passare molti stadi, molti filtri e sedimentazioni, affinchè, decantate, ma non placate, possano trovare la forza di esprimersi. Ecco: far entrare, nella grazia e nella potenza del verso, il mistero del dolore raggirando le forze contrarie che lo fanno ammutolire, è cosa che solo l’arte vera raggiunge, quella che si fa verità e carne, bellezza e canto. Ed è questa Necessità, intera e forte della poesia, della tua poesia, che mi ha raggiunta, e mi ha commossa. Una poesia, la tua, non puramente evocativa nel rendere semplice testimonianza memoriale alla Figura Materna, ma che nasce dalla necessità, tutta amorosa dell’anima, di proiettare la sostanza viva e palpitante della Madre nella sfera delle Sostanze eternamente germinanti. Una poesia chiamata ad innestare quella luce al tuo stesso respiro. Una poesia salda essenziale, eppure dolcissima, mai retorica, che non ha mai smesso di essere ricerca, evento della mente che continuamente si rinnova, che non ha mai smesso di farsi respiro, appunto
Mariella Bettarini
- 25/06/2010 18:51:00
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Carissima Annalisa, davvero le tue parole, la tua vicinanza, le tue alte ed insieme intime riflessioni su questi miei versi mi toccano il cuore. Grazie per lempatia che manifesti, e credi in tutto il mio affetto solidale per il triste, difficile momento che stai attraversando. Con gratitudine ed affetto, Mariella
annalisa macchia
- 22/06/2010 10:21:00
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Carissima Mariella, pura commozione leggerti. Forse perchè anchio sto vivendo un triste, non voluto distacco da mia madre e le tue parole suonano ai miei orecchi quasi profetiche. Durante la lettura sono stata trascinata in un crescendo che, a volte, per alcune bellissime tue composizioni verso la fine della prima sezione e linizio della seguente, mi prendeva la gola. Parola fluida e potente che nasce dal sentimento, la tua, ma va oltre. Amore materno? Amore filiale? Sì, certamente, ma soprattutto Amore, più universalmente inteso, come tu metti in luce nella tua breve introduzione. Riesci a consegnare questo legame misterioso tra tua madre e te - tra tutte le madri e i figli - in un luogo incorruttibile. E a salvarlo, per la sorpresa e la fortuna di chi ti leggerà. Grazie dunque per questa tuo nuovo lavoro di poesia. Poesia sempre ricca di musica (e come potrebbe essere diversamente?) e di sapienza, ma soprattutto danima. Con affetto, Annalisa.
Mariella Bettarini
- 08/06/2010 19:13:00
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Cara Daniela, mentre di cuore ti ringrazio per il tuo meraviglioso commento a questo mio "filiale-materno" e-book (le tue parole mi toccano davvero il cuore), segnalerò subito allamico Roberto questo "guaio" grafico nel tuo commento. Spero proprio si possa correggere. Non so che cosa possa essere successo... Mi dispiace. A risentirci, a rileggerci, e un affettuoso saluto, intanto, dallamica Mariella
Daniela Monreale
- 08/06/2010 16:12:00
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Mi spiace che il mio commento sia visibile, nelle accentazioni, con segni non conformi. Il webmaster può fare qualcosa per correggerlo? Così dà fastidio alla lettura! Grazie
Daniela Monreale
- 08/06/2010 16:10:00
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Carissima Mariella, ho letto d'un fiato questo tuo delicato e struggente libro, un omaggio appassionato a tua madre, a questa donna che ho conosciuto forse troppo poco per conoscerne la grande bontà d’animo, la semplicità , la schiettezza, tutte qualità che emergono dal ritratto amoroso che ne fai in questi versi davvero molto coinvolgenti e toccanti. Sono poesie che disegnano un colloquio ininterrotto con questa tua compagna di vita (sì, non solo madre, ma compagna!), poesie che esprimono un amore filiale intenso, struggente ma non retorico, saldo ma non convenzionale, sobrio e insieme screziato da commoventi lampi di complicità mai concluse. Complicità mai finite nei congedi della morte, anzi, riproposte e rinverdite. Questo è il bello, il senso luminoso e profondo di questo tuo omaggio poetico a Elda: la finezza di un colloquio che continua, testardo, intestardito di vita, di passione e di amore; di un colloquio che si proclama come inno alla vita per la sua declinazione tenera, la sua appropriazione del sottobosco fertile di emozioni e di lasciti morali (“e tu sei ancora/ il sole ed io ti vengo dietro”). Così la maternità di Elda continua in questa generazione di vita e di amore, nel dare fuoco memoriale all’esistenza presente e futura, in questa germinazione di sguardi amorosi in retrospettiva e in affaccio di promessa. L’assenza della madre, l’assenza delle persone care, diventa così un’assenza non accettata, non perché non compresa, ma perché mai divenuta vera assenza, mai divenuta realtà sostanziale. Grazie, Mariella, per questo libro di speranza, per questo coraggio nel fissare la speranza dando gloria alla semplicità di una persona buona, paziente e intimamente viva!
Marzia Alunni
- 07/06/2010 22:53:00
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Splendide poesie Mariella! Un temperamento sensibile, come quello di tua madre, si riflette nella tensione segreta che anima i tuoi versi. Essi sono legati al bisogno insopprimibile di un dialogo che, in apparenza, sarebbe destinato ad interrompersi con la fine della vita terrena, viceversa conosce una nuova stagione di verità, ricerca e maturazione, attraverso la forza delle parole che piegano la caducità alle esigenze più nobili dello spirito. Dalla poesia si apprende molto della figura, umana ed artistica, di tua madre, Elda Zupo. Trapela il suo equilibrio, unito ad una consapevolezza, vorrei dire etica, dellimportanza di condividere con gli altri il proprio mondo interiore. La sua cultura, anche, è presente, perciò si fa dono e crescita di sentimenti profondi, legati a persone cui trasmettere un messaggio damore universale, quieto, non retorico, attivo ed aperto. E stata, per te, una sfida scrivere di Lei, si sente nelle poesie uno slancio verso lalto, che non vuole assolutamente essere una fuga, la poesia dunque è "un fare" come lei ha insegnato con tutta la sua vita. A tratti compare un senso di perdita irreparabile, ma la volontà di testimoniare, che è meravigliosamente esistita accanto a te, prevale. Nelle poesie l intensità ed una sorta di coerenza emotiva sono ben delineate attraverso un linguaggio che è sciolto ed originale negli esiti formali. Le parole, centellinate, filtrate, raggiungono una loro eloquenza capace persino di una saggia concretetezza: Non si sfugge alla memoria, per quanto essa sia labile, ci accomuna su questa terra, percio esistiamo e ricordiamo insieme.
Mariella Bettarini
- 24/05/2010 17:52:00
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Carissima Narda, ti ringrazio infinitamente per il tuo commento così intenso, partecipe, commosso (e commovente). Queste mie poesie filial/materne stanno davvero ricevendo unattenzione che mi tocca profondamente (con loccasione ringrazio di cuore anche la carissima Rosaria, che ha scritto cose sin troppo importanti...). Grazie, grazie, amiche, amici per la vicinanza, lempatia, la partecipazione che mi dimostrate! Con affetto, Mariella
Narda Fattori
- 23/05/2010 19:15:00
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La morte di una madre, per una figlia, costringe ad un ritorno al profondo, a quanto di più fragile e carnale ci possa appartenere. La madre è , come afferma Mariella, la matrice, lorma, la tipologia del sanguee lamore che si è ricevuto si riverserà a cascata sugli altri e il disamore sarà invece un vuoto nessuno più saprà colmare. Mariella Ha scritto per la madre un oratorio dolente ma scevro di drammi che non siano quelli naturali della perdita. E la cifra oratoriana si protrae senza cedimenti dal primo allultimo verso; il dolore si fa coro, acquista la cifra del mito calata in una storia concreta fatta prima solo di affetti e smarrimenti poi di racconti come estensioni temporali e concrete del radicamento mitico. E altissima poesia, questa di Mariella, spoglia di orpelli intellettualistici, nuda nel dolore, composta nella disperazione, ma insistita, insistente: la bussola si è spenta, il focolare è privo di braci,la mensa è spoglia, la guida è partita e colei che è stata e ci fa rese così come siamo, ha svoltato definitivamente langolo. Torneremo a incontrarla solo nei nostri gesti, nei pensieri, nellamore che sappiamo offrire. Conosciamo Mariella come poeta di attenta, curiosa, attratta dalla ricerca; in questo poemetto si spoglia di tutto anche se la sua nudità non può disfarsi della sua maestria fattasi una con la carne. Ringrazio Mariella per il dono che ha fatto a tutte le figlie, anche a me , figlia dimadre poco amorosa, che pure ha dovuto fare i conti con il taciuto, il non detto, tutto lamore da entrambi le parti inespresso. Mariella Bettarina ha invece avuto la fortuna di essere accompagnata da un amore che non si è mai negato.
Narda Fattori
- 23/05/2010 19:14:00
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La morte di una madre, per una figlia, costringe ad un ritorno al profondo, a quanto di più fragile e carnale ci possa appartenere. La madre è , come afferma Mariella, la matrice, lorma, la tipologia del sanguee lamore che si è ricevuto si riverserà a cascata sugli altri e il disamore sarà invece un vuoto nessuno più saprà colmare. Mariella Ha scritto per la madre un oratorio dolente ma scevro di drammi che non siano quelli naturali della perdita. E la cifra oratoriana si protrae senza cedimenti dal primo allultimo verso; il dolore si fa coro, acquista la cifra del mito calata in una storia concreta fatta prima solo di affetti e smarrimenti poi di racconti come estensioni temporali e concrete del radicamento mitico. E altissima poesia, questa di Mariella, spoglia di orpelli intellettualistici, nuda nel dolore, composta nella disperazione, ma insistita, insistente: la bussola si è spenta, il focolare è privo di braci,la mensa è spoglia, la guida è partita e colei che è stata e ci fa rese così come siamo, ha svoltato definitivamente langolo. Torneremo a incontrarla solo nei nostri gesti, nei pensieri, nellamore che sappiamo offrire. Conosciamo Mariella come poeta di attenta, curiosa, attratta dalla ricerca; in questo poemetto si spoglia di tutto anche se la sua nudità non può disfarsi della sua maestria fattasi una con la carne. Ringrazio Mariella per il dono che ha fatto a tutte le figlie, anche a me , figlia dimadre poco amorosa, che pure ha dovuto fare i conti con il taciuto, il non detto, tutto lamore da entrambi le parti inespresso. Mariella Bettarina ha invece avuto la fortuna di essere accompagnata da un amore che non si è mai negato.
Rosaria Lo Russo
- 20/05/2010 20:12:00
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Sì, le poesie per mamma Elda mi hanno commossa, ma anche stupita, perché leggendo le prime prove avvertivo quello che poi mi è sembrata cifra stilistica di smarrimento, come incertezza poetica, stilistica, dovuta alla montagna emotiva da scalare per trovare una voce artistica per questi sentimenti. E invece, non per nulla Maestra, ci sei riuscita. Sei riuscita, e questo mi fa anche molta tenerezza (provo tenerezza per lamica Mari, qui), a far diventare arte lincertezza: cantando lo smarrimento, la difficltà della prova. Caproni lha risolta, facendomi a suo tempo piangere molto anche lui!, con le rime in cuore e amore, tu sballottando le parole fra i trattini e i versi mossi. E questo non solo è efficace, ma dà anche la misura della differenza del canto per la madre morta di un uomo e di una donna: un poeta uomo riproduce la figura, altra da sé, con contorni netti, e adolescenziali, visualizza una madre-ragazza altra da sé, un poeta donna, che con quella figura si identifica, come può fare? E il marasma, il magma delle immagini. Se fosse un cattivo poeta donna farebbe la stessa cosa, descriverebbe una donna buona-brava-bella, se fosse Mariella Bettarini RICERCHEREBBE dentro questa problematica ambigua, fra il dolore per la perdita dellAltra che però è perdita dellIo, quindi tuttaltra cosa rispetto a un uomo! tra laltro questo diventa anche un tema importante in questi testi. E quindi la forma e i contenuti, perfettamente coniugati, producono un canto per la madre morta autenticamente poetico (che per me è = ricerca). Quante brutte cose ho letto in vita mia scritte da femministe maternocentriche solo per ideologia che poi fatalmente imitano i maschi nellinneggiare ad una madre astratta! Che brutta la letteratura femminista mossa da ideologia, Mariella cara! Quanta vana cialtroneria supponente, che ha danneggiato le donne! Ma non si può ignorare che per la femmina la Madre implica, freudianamente, una proiezione ambigua e marasmatica! Sai cosa? Lumiltà della ricerca non ti ha mai tradita e abbandonata, e questa è una gran fortuna che ho anchio e che dio ce la mantenga! Sarei contenta se questo filone di ricerca - diverso da tanta tua scrittura recente, che pur bellissima può risultare ripetitiva - portasse ad altri testi. perché in queste poesie per la mamma ho ritrovato lo stile solito, giustamente, ma arricchito dal punto di vista dello, diciamo, smarrimento, autenticamente più interrogativo del solito. E su un tema talemnte crucial per la letteratura contemporanea, che lavorarci sopra è davvero importante. Quindi secondo me potrebbe portare ad altro... Evviva Mariella e mamma Elda ispiratrce di VERA SCRITTURA DI DONNA ( e poi dicono che non cè differenza: ma se la scrittura è del corpo come può non essere diversa? limportante è che la famosa differenza non sia ideologicamente millantata, ma sentita nel corpo della scrittura: ricerca!!!)
Rosaria Lo Russo
- 16/05/2010 20:29:00
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Mariella, amica, sorella, madre, zia, parente dellanima, è stato difficile leggere lebook perché le lacrime mi impedivano la vista, eppure andavo avanti avanti, passavo passavo da una parola allaltra da un trattino allaltro, piena di quellAmore che Tu e la tua Mamma sapete trasmettermi da queste pagine, da questo video, non meno che dalla vostra, la sua, la tua, reale nella mia vita. Sono tristissima, ma sono felice che tu sia riuscita in una impresa che so esserti costata, costarti, molto. Infatti spero anche che ora tu sia pacificata con questo impegno con Elda, appagata, tranquillizzata. Le poesie sono bellissime, proprio perché esprimono tutto lo smarrimento per questa perdita, tutto lo smarrimento del neonato di fronte allimmensità della matrice, tutto lo smarrimento della nostra piccola persona di fronte alla grande persona. Questo smarrimento è la filialità, sia che essa sia felice, come la tua, sia che essa sia infelice, inappagata, come la mia, quindi la filialità assoluta. Della bambina che tenta di immedesimarsi, di imitare, questa cosa immensa che scorre, che è la madre, che poi è la vita. E allora diventa davvero metafora della poesia nei suoi soggetti-oggetti primari: penso soprattutta allAnnina di Caproni. Ma quanto lui imbriglia nelle forme chiuse una figurina, tanto la tua poesia dissipa loggetto dellamore. E così si fanno chiari i trattini, questo tuo segno dinterpunzione così fondamentale nella tua poesia, si fanno chiari i versi graficamente mossi. Tutto questo, qui, si riduce allessenza, allosso, ma non un osso rigido. Sei grande Mariella, e sono felice di conoscerti e di avere finalmente loccasione, con il libro-cd che uscirà, di onorare, da figlia, la tua arte. rosi
Arnold de Vos, Trento
- 15/05/2010 20:01:00
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Stamattina ho aperto il sito indicato ed è stata una sorpresa: le tue fresche memorie di tua madre "sempervirens", il vivido ritratto fattole da Gabriella sulla copertina del "libro", come quello tuo a chiusa o quasi del libro, e quello di tua madre con i nipoti, bellissimo anche questo... Non pensare che la voce di tua madre non me la ricordi, come la casa nella quale stavate stipate, però con la vista che spaziava ben oltre il ponte Vecchio. Hai fatto un monumento per tua madre. (...) Mi sembri ancora immersa nella tua storia familiare: donde la freschezza del libro, con le sue (e tue) angoscianti domande, lautoanalisi struggente e le toccanti conversazioni con tua madre. Anche se lei ha dovuto (?) smettere di cantare, in te canta mentre spopola nellallegra brigata di nipoti. (...) Con le poesie per tua madre mi hai procurato più di unora di commosso ricordo e godimento estetico per il bellissimo uso della lingua (in tono con il superbo lay-out) e le impressionanti fotografie. Tua madre (comè sempre stata) sarà ben contenta di te, e noi con lei, cara Mariella.
Alberta Bigagli
- 13/05/2010 01:46:00
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Cara Mariella, ti ringrazio del prezioso dono in poesia, tutto per la madre e corredato di foto. Il tuo viso è riconoscibile anche nella prima infanzia, in quanto ha giù i segni di un temperamento forte e non cancellabile. Godendomi la lettura, ho ritrovato il tuo personale stile: Uno stile che svela la tua formazione affettiva insieme allautoformazione letteraria. Voglio dire che nella cadenza decisa ma gentile e come danzante dei versi, nella figurazione dei temi, drammatici o giocosi, io ritrovo e scopro, questa volta più chiaramente, la parentela con lopera lirica italiana. Pensiamo agli albori nel nostro Paese di questa forma darte. Pensiamo al melodramma. pensiamo alla tua casa e alla presenza calda, vivace e musicale di lei, la cara mamma Elda. Forse non sbaglio. O magari arrivo tardi a capirlo. Comunque un abbraccio forte.
Loredana Magazzeni
- 10/05/2010 20:15:00
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Ho letto con molta emozione le poesie scritte per tua madre e ho ricollegato molte delle cose che ci avevi detto riguardo alla sua carriera troncata di cantante. E un bellissimo omaggio amoroso alla sua persona e alla sua eredità, che tu hai fatto per tutte noi e te ne sono grata, così come delle belle fotografie.
Mariella Bettarini
- 03/05/2010 17:35:00
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Cari Leopoldo ed Eugenio, gentile Adriano,
le parole che avete dedicato a questi miei testi poetici mi confortano molto, mi commuovono, mi fanno bene. Grazie della vostra premura ed attenzione. Grazie della costante, "antica" amicizia, e dellamicizia (ed "empatia") nuova. Un augurio di cuore, e un commosso grazie da parte di Mariella B.
leopoldo attolico
- 29/04/2010 15:42:00
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Lennesima testimonianza ( seppur ce ne fosse bisogno ! ) di come Spirito e Ragione , piegati a poesia , possano mutuare - luno dallaltra - la materia scrittoria per un mix di assoluta espressività , abilissima nelleludere i canti di sirena del sentimentalismo e nel valorizzare l"hanimus" senza enfatizzarlo ; tra "il pudore e leffondersi" di una pratica poetica mai disattesa , sempre fedele a se stessa . Grazie a Mariella per lennesimo dono e complimenti sinceri !
leopoldo attolico
Eugenio Lucrezi
- 28/04/2010 16:48:00
[ leggi altri commenti di Eugenio Lucrezi » ]
cara mariella, che piacere leggere il libro vivido e intenso che hai dedicato a tua madre! la tua scrittura procede come ogni volta che ti ho letto, libera e non spensierata, carica anzi di immagini che generano pensiero, generate da acuità percettiva, da sentimento del cuore, da consapevolezza meditata della storia della ligua della poesia. un abbraccio affettuoso da eugenio
Adriano
- 27/04/2010 10:03:00
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Cara Mariella, come assomiglia la mia storia alla tua! Mia madre "partita per il Cosmo", il 26 ottobre 2006, è stata cantante lirica ed ha brillato al teatro Eliseo di Roma come "prima donna" nel Barbiere di Siviglia. Ha subito lasciato la carriera di cantante per sposarsi e perchè doveva arrivare mia sorella, prima, ed io, 5 anni dopo. Era, anzi.. è, una donna vivacissima, ha avvicinato alla musica una marea di persone , soprattutto bambini, ma anche adulti, a cui dava lezioni di canto (ed in alcuni casi pianoforte) fino agli ultimi anni. Ma non dava solo la musica, dava la gioia di vivere! Quando ha lasciato questo mondo era serena, ed era come se dovesse partire per un viaggio, accordato da tempo: ed accolto così come ha accolto la vita. Viene ancora per starmi vicino, spesso anche nei sogni.. e allora lo so più che mai, che non sto solo sognando.
Carmen Grattacaso
- 26/04/2010 22:16:00
[ leggi altri commenti di Carmen Grattacaso » ]
Carissima, che bellidea questa del book da inviare via internet con le bellissime foto vostre! Mi sembrano tante, veramente, le cose che abbiamo in comune ( Laura e Chiara , le nipoti, tra laltro ). Le poesie, che mi avevi già inviato, ma che ho riletto con piacere immenso, sono così delicate e piene damore, di tenerezza. La scrittura si trasforma a secondo del ritmo e della parola, il suono è pieno, denso, vibrante. Quante volte ho letto queste poesie, quante volte ho guardato le foto! Una madre bellissima, che ti somiglia tanto, che tu rendi viva e ci presenti, ci dai la gioia di portarla fra i nostri cari, allargare la famiglia di un sorriso dolcissimo. Vorrei scriverti tanto ancora, dirti quanto è importante il lavoro che fai, il raccontare in versi una Persona damore che può essere desempio anche a chi non lha conosciuta, ma tu sei capace, con la tua grande sensibilità e la tua scrittura vera di farla entrare nelle nostre case, renderla madre anche nostra. Io ti ringrazio per questo. Spero poi di poter sentire anche il canto che hai inserito nel book. Bellissima anche la poesia del bravo Giovanni Savino.
Gisella M.
- 26/04/2010 20:00:00
[ leggi altri commenti di Gisella M. » ]
Sono daccordo con Angelo, però non dimentichiamo che il rapporto fra una madre e una figlia é cosa diversa dal rapporto madre figlio; la psicanalisi insegna. Inoltre ,visto che é in campo, anche nella biografia di Pier Paolo Pasolini cé qualcosa che può risultare illuminante circa tale rapporto. Mariella Bettarini comunque si conferma poeta di vaglio quale é sempre stata.
Angelo Catelli
- 24/04/2010 21:12:00
[ leggi altri commenti di Angelo Catelli » ]
I confronti son sempre antipatici, ma lho trovato molto più vero, molto più intenso del pur buono, Tu che mi parli di Alberto Bevilacqua.
Mariella Bettarini
- 24/04/2010 17:12:00
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Carissime Loredana (Bianchi), Maria Grazia e Lucianna, grazie di cuore a voi per le vostre parole, la vostra intensa partecipazione. Mi fa piacere che queste mie poesie "arrivino"... Un caro augurio e un grato saluto da parte di Mariella
Lucianna Argenttino
- 24/04/2010 15:50:00
[ leggi altri commenti di Lucianna Argenttino » ]
Carissima Mariella ho letto con molta partecipazione questo tuo bellissimo e-book avendo anch’io di recente perso mio padre e quindi più che mai le tue parole le ho sentite mie, ho sentito mio quel percepirsi un poco morti nella morte del genitore e notevole poi quel tuo metterci sempre un po’ di leggerezza, di autoironia... Lo leggerò ancora. Grazie infinite. Un abbraccio, Lucianna Argentino
Maria Grazia Cabras
- 22/04/2010 21:43:00
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Mariella, amica carissima, grazie di questo nuovo, prezioso dono:
frammenti amorosamente colti / raccolti per non disperderti per non disperdere un’esistenza relegandola al buio della disperazione
ritorna tra noi tua madre / fiorente di melodiosa voce rifiorita / sostanza salvata salvifica essenza
mai assente / mai andata / mai davvero scomparsa / spoglia la nostra nudità ci veste dei suoi abiti canta
Un abbraccio commosso da Maria Grazia
Loredana Bianchi
- 21/04/2010 22:46:00
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Trattare temi come questi senza cadere nel patetico o nellintimismo puro é molto difficile; Mariella lo fa con grazia e leggerezza, senza lasciare fuori nulla di quello che deve essere stato un rapporto di arricchimento reciproco con la madre.
Mariella Bettarini
- 21/04/2010 18:33:00
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Care Maria Musik e Loredana Savelli,
grazie di vero cuore per i vostri ampi, intensi, così partecipi commenti a queste mie poesie "filiali/materne". Le vostre parole mi riempiono di commozione. Ve ne ne sono infinitamente grata. Un saluto da parte dellamica
Mariella
Loredana Savelli
- 20/04/2010 22:09:00
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"Materna madre così naturale come acqua di fonte" : ho estrapolato questo semplice "petrarchesco" verso perchè in esso ho percepito la necessità di questo testo che è prima di tutto un omaggio pieno di gratitudine, di naturale gratitudine, nei confronti della figura materna. La grandezza di questo rapporto sta nella sua naturalezza e la scrittura, a mio avviso, le corrisponde in pieno e aggiunge, col suo ritmo, una vitalità direi terrena, laddove lautrice/figlia attribuisce alla madre meriti, bellezze, eredità concrete, somiglianze, ricordi che cercano di essere fissati, come qualcosa di materiale che sconfigga loblio. Ho trovato il tutto molto commovente e vero. Molto originale la scrittura, così libera e liberata, così coerente nei suoni (essere figlia di musicisti non è stato indifferente, credo) e nei sensi. Davvero una bella lettura.
Maria Musik
- 19/04/2010 21:35:00
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Questo libro é per me come un prezioso spartito, sul quale, il compositore ha vergato, con mano al contempo tremante e decisa, le note di una messa da requiem: un Mozart che sposa il classico alla modernità del genio. La scelta delle parole, rigorosamente accentate, le allitterazioni ed il fonosimbolismo, in genere, le interruzioni, i rimandi, la riga che improvvisa si sposta come ansa di un fiume... sì, è uno spartito, a volte ricamato, altre inciso. Mi ha colpito un incredibile particolare: più di un anno fa, gironzolavo per Firenze e mi sono fermata di fronte ad una targa che indicava la via che stavo incrociando: via dei Ginori. Lho anche fotografata. Inconsapevolmente, stavo rubando un ricordo a Mariella Bettarini. Come altri hanno detto, anche io ho perso la madre molto amata e, come Mariella Bettarini, ho sentito limpotenza e la spinta a scrivere di lei, di ricordi che non riuscivo a ricordare eppure mi abitavano. Anche io, seppur senza talento ed in maniera disorganica, ho tentato, su questo sito, di celebrare la sua assenza/presenza. Ringrazio la Poetessa perché é riuscita dove io fallii: è come, se insieme alla sua Elda, anche la mia Linda sia qui ricordata.
Mariella Bettarini
- 18/04/2010 19:25:00
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Cari Antonio De Marchi Gherini ed Eugenio Nastasi,
grazie di vero cuore per i vostri amplissimi, dettagliati, intensi commenti a questi miei testi filial/materni. La vostra critica attenzione mi commuove e davvero mi onora. Un gratissimo augurio e un saluto sentito da parte di Mariella Bettarini
Eugenio Nastasi
- 16/04/2010 11:50:00
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Con quel verso spezzato/tratteggiato da far tornare in mente il procedere conativo della Dickinson, lo sferruzzare dei molti, troppi momenti-sentimenti che traboccano in altrettanti biunivoci versi che se peccano, peccano per empito affettivo, Mariella Bettarini ci dona un finissimo ordito memoriale della madre e ci induce a condividere la sua/nostra condizione filiale, stremando la parola in una quasi-invettiva damore (mercè luso frequentissimo, Alaimo docet, dellallitterazione), quale moneta coniata apposta per estinguere (o tentare di estinguere ?) laurorale debito alla "Matrice" della sua esistenza. E in tanta spuma di particolari si coglie il tentativo di sgranare, con la Sua assenza -presenza, ancora gli eventi reciproci di cui si nutriva (e si nutre) la sua storia di figlia e di poeta sfidando con i versi gli infiniti di Cantor. Ma i versi di un poeta sono più chiari di tante cifre e di tante parole, sono una rivelazione.
P.S. Grazie, Mariella, per aver detto della mia terra calabra con la citazione del nonno; il Vs "Vigiu" per Luigi è il nostro "Viligiu", vedi come siamo vicini?; il VI frammento della 2a sezione è un autentico diamante, complimenti.
Antonio De Marchi-Gherini
- 15/04/2010 23:28:00
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Pur con il groppo in gola e le lacrime in procinto di uscire a fiumi, Mariella non perde il gusto per la sua singolare scrittura. Nel gioco di rimando, nelle assonanze, negli ossimori desueti, in un sapiente gioco di incastri. Il tutto in un testo di rara e limpida classicità e, come bene ha rilevato Franca Alaimo, anche con l’uso di lemmi ormai caduti in disuso nel poetare ultimo, ma trattasi di classicismo ’sperimentale’; con quei versi lunghi e sinusoidali che serpeggiano sulla pagina, quasi a volerti benevolmente avvolgere e incantare nelle sue spire.Inutile dire che anch’io son del gruppo, ho perso mia madre pochi anni fa, e non era neppure tanto anziana, visti gli ultimi livelli statistici di morte per vecchiaia. Ma quando muore la madre una parte di te viene sepolta con lei, chi potrà a un solo sguardo dirti come stai o come ti vanno le cose. Più nessuno, né padre, né marito, né moglie...Per dire una frase banale: di mamma ce n’é una sola e fortunati quelli che l’hanno avuta gioiosa e positiva; la mia era piuttosto austera, ma la sento più viva ora, tanto profondi sono stati i suoi insegnamenti. Per chiudere, le liriche di Mariella, scritte in questa dimensione post mortem, sono un colloquio mai interrotto, con grande forza e incisività e non sono un complemento poetico, ad un dettato che potrebbe risultare forzatamente intimistico, ma spaccato di vita reale, ricco di illuminazioni e momenti irripetibili di senso, che esprimono l’autenticità e la struggente suggestione di un intenso e forte legame di sangue ma, aggiungerei, soprattutto di spirito.
Mariagrazia Carraroli
- 15/04/2010 21:26:00
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Carissima, ho letto commossa, d’un fiato, il tuo commosso pianto, la tua struggente mancanza, la tua poesia sgorgata da cuore traboccante. Una poesia necessaria, una poesia vera, la tua, di preghiera in canto. Il settembre scorso ho perso mia madre. Una madre conflittuale che senza volerlo mi ha generato molto dolore. Sto lentamente elaborando una riconciliazione e una tenerezza che le ho sempre inutilmente chiesto e che ora sento ogni giorno di più coprirmi crateri antichi. La chiamo sommessamente, come fai tu con quel bellissimo "madre nostra in terra..."e mi pare risponda, finalmente, e le scopro un sorriso nel mio che le sorride. Grazie, dolce Mariella, grande di poesia e di dolore. Grazie per la poesia e per il dolore. Ti abbraccio.
Mariella Bettarini
- 15/04/2010 18:18:00
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Carissima Franca, carissimi amici tutti, davvero non so come ringraziarvi per la passione e la partecipazione delle vostre parole, dedicate a questi miei testi "filial-materni". Tutti voi, in vario modo, avete saputo cogliere - da poeti - le varie sfumature, intenzioni, emozioni che ho tentato di esprimere. Grazie, grazie di cuore della vostra partecipe lettura, della vostra empatia. Un saluto e un abbraccio da parte di Mariella
Antonio Spagnuolo
- 15/04/2010 17:40:00
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Un viaggio ansioso nel tempo ormai irrecuperabile, per poter ritrovare una figura ben delineata, tra gli affetti più significativi. Cosa rimane se non lo scrivere poesie per affondare lentamente nel passato e riportarlo alla luce tra i ricordi, o le memorie che accendono sussulti e straniamenti? Mariella sa incidere con maestria nel marmo bianco della pagina per rivivere o per indicare listante stesso della vicenda umana. Simbologie e sofismi vengono messi al canto per favorire una rivelazione intessuta di infiniti.
salvatore violante
- 15/04/2010 17:23:00
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Una poesia di struggente mestizia da “Amore lontano” dove le parole richiamano, ma non dicono. Queste per me le “Poesie per mia madre, Elda Zupo” di Mariella Bettarini. Mi rammentano la spossatezza del dolore, del lungo patire che non ha più espressione ma si tramuta in un suono lamentoso come di chi, privo d’aria, graffia il vuoto. L’album fotografico che riprende spacchi di felicità della soprano Elda Zupo e della sua famiglia (alcune foto sono di Gabriella Maleti), hanno funzione di contrasto. Danno vita alla mancanza e sostanza al ricordo.
Alfonso Lentini
- 14/04/2010 10:12:00
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Cara Mariella, questo che pubblichi in forma di e-book è uno dei tuoi libri più “alti”. Questi versi, per quanto numericamente contenuti, sfiorano i cieli. Specialmente la poesia d’apertura, così “dantesca”, è un plesso di risonanze sentimentali e vocali che ci solleva in volo… Grazie! Alfonso Lentini
Franca Alaimo
- 13/04/2010 16:25:00
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Da anni, ormai, la poesia di Mariella Bettarini ha trovato un inconfondibile passo ritmico, eco palese di una musica interiore, che si dispiega sempre nuova attraverso procedimenti stilistici costanti, quali la sovrabbondanza delle allitterazioni, delle rime soprattutto interne, e in specie delle iterazioni; questultime corrispondendo ai nodi logico-emotivi più forti. Così la ripetizione di "niente" (II, sez.I), di "passare-passi" (III, sez.I), giusto per fare due esempi. Si tratta, però, sempre di figure retoriche non esibite, ma asservite allintensità del sentire, allo scopo di renderlo udibile anche al lettore. Questa raccolta è dedicata alla madre di Mariella: Elda Zupo, che io non ho mai fisicamente incontrato, e tuttavia conosciuto ( specie per tutti gli anni del suo calvario soavemente sopportato )attraverso le lettere private di Mariella. Le poesie sono raggruppate in due sezioni; nella prima delle quali lautrice dà soprattutto voce ai suoi sentimenti: dolore e stupore per lassenza, struggimento amoroso, nostalgia della "piccola", cara presenza della sua malata così "lieve"; mentre nella seconda si fa "ricordo del ricordo", raccontando le piccole storie che la mamma le ripeteva, cosciente che solo scrivendone potrà salvare con la madre anche le molte vite di quelli che le furono care. Sono tutte poesie molto intense e vibranti, ma, forse, le più belle sono lottava e la nona della seconda sezione, due inni alla maternità ed alla sua sacralità archetipale. Attraversa tutto il libro un dire interrogativo che veicola vari atteggiamenti psichici: smarrimento, stupore, ricerca di senso, desiderio di sentire la voce della madre risponderle. ( Quanto Foscolo e Leopardi ho trovato in questi versi e non solo per i contenuti del dire ma anche per via di qualche antico lemma, come lai, ruine, fole...) Le parole di Mariella trovano uneco commossa nei versi di un amico di lei, di loro ( Mariella, Gabriella Maleti, autrice delle foto, di Paolo Bettarini, della stessa Elda, del cane Lapo), che è il raffinato Stefano Savino. Una riflessione,la sua poesia, sullimplacabilità della sorte (noi vivi, noi morti). Un bel libro, come tutti gli altri di Mariella che ormai conosco e stimo moltissimo come persona e come scrittrice da moltissimi anni.
Roberto R. Corsi
- 13/04/2010 10:58:00
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grazie, Mariella, per questo dono prezioso in forma di ebook, nel quale ogni parola emerge da un roveto pungente e prende landamento circolare della domanda conseguente labbandono. Versi scavati nella pietra, nella "pace di quarzo, come un sasso" che secondo Emily Dickinson viene dopo il grande dolore. Più che pace, equilibrio dinamico delle incertezze, delle parole-seme che si squarciano per dare un senso e una direzione ai moti della tua anima. Alcune perle di valore assoluto, come la lirica IX della seconda parte, rischiarano questintensissima silloge, pregevole nella resa in ebook e multimedialità (sono certo che, non fosse che per il raro documento audio, essa attirerà anche gli amici melomani non habitués della poesia).
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