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Notizie sull'eBook
Eugenio Nastasi
- 09/03/2014 10:38:00
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Non vè dubbio che questo mannello di liriche, tradotte da Giuliano Brenna in modo acconcio e rivelatore, danno ampiamente la maniera visionaria con la quale Anna de Noailles si disponeva alla scrittura. Tutto un mondo di letture e di notevoli frequentazioni si fondono nel versificare, con evidente disposizione oracolare seguendo il fascino, come è stato notato, di "una principessa greca" che si abbandona alla propria sincerità nella conoscenza dellantico e nuovo fantasma della bellezza e dellamore: "...perchè nullaltro che vivendo te ne vai". I temi cari alla de Noailles, sorpresi e vagheggiati al limite della resistenza al tempo in tutta la sua posssibile materia di elettezza, di profumi, di flora accesa muovono un delicato e perentorio analogismo: "...io voglio essere quegli occhi che linfinito ha scavato". Ma è il tema dellamore, come idolo inconcreto di voluttà contemplata, che sollecita e coagula attorno ai propri confini tutti i richiami geografici e le contaminazioni classiche (rivisitate dai parnassiani e dai simbolisti) fino a dare unispirazione generosa a questa voce, una generosità, una fede, un empito di cuore da renderla godibile e "confidenziale" anche a noi:" Ma vieni, libera un coraggio che si consuma,/abbrevia la lotta, restituisci alluniverso/ limmensa poesia annebbiata e confusa/ ove la mia anima e il mio corpo hanno tanto a lungo sofferto". Fino in fondo Giuliano Brenna accorda il suo animo a quello della poetessa, sicchè accade che traducendo la "palpitazione dei sensi" della nostra, trova nella scelta dei versi la qualità più intima e brillante dello stesso oggetto amato:"...è risvegliandomi che credo di cessare desistere".
Franca Alaimo
- 07/03/2014 19:24:00
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Una poesia appassionata, che concepisce lamore come un Assoluto, come una vicenda eterna, in cui tutto il dolore e la gioia possibili convergono e si esaltano. Ma più della vicenda amorosa, cantata in tutte le sue fasi, dalle cime ardenti delle fiamme dellinnamoramento fino al suo cessare e farsi memoria e contempalzione di morte, sta alla ribalta la personalità della poetessa che di dichiara simile "al fuoco" e che descrive in versi indimenticabili come la grandezza della sua anima urti tra "le stretti pareti del corpo", rivelando un anelito verso il sublime e linfinito, che non ha mai smesso, mi sembra, di alimentare la poesia. Mi ricorda il suo ardore Marina Cvtaeva, sebbene così diverse siano state le loro vite. Giuliano ha prestato un orecchio davvero attento ai mobili stati danimo della poetessa, alle sfumature che cantano il tema dellamore-morte, alla musicalità dei versi, traducendoli ottimamente. Un grazie davvero sentito a Giuliano che regala il suo tempo alla poesia con grande amore e che poi ce ne fa dono.
r.m.
- 06/03/2014 17:08:00
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leggerò con vero piacere, a impressione prima, raffinatezza!
Maria Musik
- 06/03/2014 06:59:00
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Grazie Giuliano... leggerò senza fretta... per ora una sola, prima, risonanza.
Ma poiché tutto sopravvive, nulla di noi passa, sogno, sotto i cieli dove la notte s’avvicina, questa eternità del tempo e dello spazio da cui non ti potrai allontanare
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