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Maria Grazia Cabras
- 02/06/2013 15:09:00
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Intelligenza, tenerezza, eleganza e profondità di sguardo nel mondo di Fabio Pasquarella. La natura le creature le cose rivelano la luce umbratile del “divenire”, capace di illuminare chi si lascia sor-prendere da prospettive altre, accogliendo dell’esistenza, baluginii segreti, e visioni. Sottilmente.
Franca Alaimo
- 30/05/2013 00:11:00
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E necessaria una profonda attenzione nei ocnfronti della vita e dei suoi dettagli per scrivere poesie come queste, che ricordano lhaiku e non solo per la loro brevità, ma per la capacità di attraversare unimmagine e poi lasciarla con una visione in più, unilluminazione in più, cosa a cui il poeta Fabio Pasquarella è "allenato" vista la sua conoscenza della filosofia Zen. Per quanto riguarda la resa stilistica, lautore rivela anche una sapiente attitudine alla bellezza del suono: qualche rima o assonanza e soprattutto le molte allitterazioni fanno dei suoi testi anche delle folgorazioni sonore, poiché la vista del mondo appartiena a tutti i sensi. Dunque, queste poesie sono da leggere per "imparare" la vita, che spesso si perde nella fretta di fare: in un testo dallaccorgersi di andare troppo in fretta sorge quella fruizione più sapiente della realtà, quell equilibrio interiore che molti hanno perduto.
Eugenio Nastasi
- 29/05/2013 12:08:00
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Anche nel titolo questa raccolta di Fabio Pasquarella fa eco alla "toccata e fuga" di Bach, come dire, lasciate che passi, un corpo inerme e uno vivo cadendo in acqua danno uno splash e sembra che il fenomeno si estingua lì. Così le toccate e fughe degli haiku o quasi di Fabio, nella loro striminzita linea di parabola, paiono dei traccianti di sillabe ma quando cadono in acqua (leggi nella mente del lettore) lasciano più di un segno, se la lettura non è corriva. Per uno che scrive senza grande voglia, è abbastanza, soprattutto se, con pochi versi per volta ma col respiro ampio della raccolta, tira parecchie sberle a quanti scrivono solo la domenica e vanno a ritirare premi per la loro poesiola asfittica. Buon lavoro a Fabio e un saluto al Roberto "delle cinquantasei cozze", enfant terrible e talent scout.
Loredana Savelli
- 26/05/2013 21:24:00
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Poesie brevi per non sbagliare, dice lautore. Infatti non sbaglia: gli appartiene la rapidità dellocchio fotografico, il giusto taglio, la luce diffusa che fa di ogni composizione una finestra aperta verso più sensi, nello spirito degli haiku, ma con personale sensibilità e visuale. Fabio Pasquarella conferma lo stile pulito, anzi ad essere pulito e deciso è lo sguardo. Complimenti!
Lorenzo Crocetti,Tosco
- 26/05/2013 10:00:00
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Un andamento poetico che, per la tecnica e limpostazione, ricorda lo stile giapponese degli haiku. Si alternano buone espressioni con altre che lo sono un po meno. Comunque il testo è complessivamente ben riuscito e in certe poesie lautore si dimostra anche originale.
Patrizia Pallotta
- 26/05/2013 09:02:00
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Questo testo è una riprova della caratteristica della poesia : il potere di esprimere un sentimento, unemozione,unimmagine, attraverso pochi versi. E sicuramente da apprezzare la capacità di sintesi dellautore nel regalarci tanti istanti sui quali poter riflettere, e nel saper fotografare e tradurre in poesia tanti pensieri e riflessioni.
Roberto Perrino
- 25/05/2013 11:13:00
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splendidior vitro
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