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Gennaro Oliviero
- 18/12/2012 06:20:00
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Il testo di Peter Houle sarà pubblicato nel prossimo numero della rivista "Quaderni proustiani",edita dell"Associazione degli Amici di Marcel Proust" (sito www.amicidimarcelproust.it ),in uscita a gennaio 2013,che conterrà - tra laltro - saggi e articoli,in italiano e in francese,riguardanti il centenario della pubblicazione del primo volume della "Recherche",avvenuta nel novembre del 1913. Debussy sosteneva che "la musica è un misterioso accordo fra la natura e la nostra immaginazione": è unintuizione che ce lo fa apparire un contemporaneo di Proust(morì nel 1918)squisitamente "proustiano" ,in quanto gli elementi messi in relazione,natura e immaginazione,costituiscono due importanti assi portanti dellopera di Proust : supportati da quel "tono" musicale che Giacomo Debenedetti aveva messo in evidenza fin dalla prima lettura del "Swann",disvelano quellaccordo tra musica e letteratura che il saggio di Peter Houle ha magistralmente offerto ai lettori de LaRecherche.it ,ed ora a quelli - speriamo numerosi - del nuovo numero dei "Quaderni proustiani",che viene offerto con un "coup de fil" al 3386255810 ; 081-5499250.
Gennaro Oliviero
- 06/12/2012 08:04:00
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Loriginale saggio su Proust/Debussy mi ha ha riportato alla mente una suggestiva frase di Albarosa Lenzi Barontini,che recita come segue: "Lorbita musicale di Proust,tracciata dalle parole e dai ritmi della sua scrittura,trasporta il lettore-ascoltatore nella dimensione di un concerto,il cui programma ha il pregio di svolgere e di riportarci alla vita di un uomo e del suo tempo,interpretata magistralmente dallo stesso Autore". E la "lezione"che ci fornisce il nostro Peter,che partendo dalla sua competenza e sensibilità musicale, è riuscito a realizzare un mosaico in cui parole,suoni e immagini, vivificati dalla metaforica allusione alla Cattedrale proustiana,la "Recherche", ed alla pittura di Lavinio Sceral,si presentano al lettore con levidenza e il "rapimento" di una prosa attenta e filologicamente rigorosa. Un vivo ringraziamento a Peter,che a ridosso delle festività di fine anno ci ha fatto questo bel dono,ed agli amici Roberto Maggiani e Giuliano Brenna,sempre attenti e disponibili ad ascoltare le voci migliori.
gabriella gianfelici
- 20/11/2012 07:51:00
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i miei complimenti per questo colto ed entusiasmante saggio ma ho bisogno di tempo per leggerlo bene e commentarlo però è interessante pieno di riferimenti precisi, ottima scelta. saluti, Gabriella
Franca Alaimo
- 17/11/2012 17:13:00
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Il pittore Sceral, il musicista Debussy, lo scrittore Proust: tre modi di raccontare la vita, o meglio di afferrarne il senso profondo. Larte a questo è deputata. Qualunque sia lo strumento di cui si serve. Ma le arti dialogano fra loro? Questo saggio di Peter Houle dimostra ampiamente di sì. La cattedrale gotica come luogo di sintesi delle arti, come forma complessa, concreta e simbolica allo stesso tempo, come segno di colore, celebrazione dei suoni, idea del rapporto basso-alto, uomo-Dio è il fil rouge che accomuna questi tre artisti: Debussy che nel preludio n°10 sispira alla leggenda della cattedrale sprofondata di Ys che gli fa emergere attraverso il colore delle note e la forza evocativa della suggesione non fa cosa diversa da Sceral che attraverso i "veli" e le sapienti sfumature cromatiche evoca le cattedrali di Proust; e Proust che costituisce il suo monumento letterario sollevando ad uno ad uno i veli sovrapposti della memoria e lasciando affiorare i dettagli più minuti del passato; e che, nel farlo, compie un atto liturgico di consacrazione, così come la liturgia ecclesiale obbedisce al "Fate questo in memoria di me", che attualizza attraverso il simbolo il sacrificio cristico. Ho letto questo bellissimo articolo di Proust sulla morte delle cattedrali e ho notato anche il rapporto che legò la Campo a Proust, a riprova del fatto che la circolarità delle idee è una delle costanti del fare artistico. Larte fa camminare il tempo ed il tempo dellarte ha un andamento circolare, non lineare, poiché cresce su se stesso. Ho letto questo testo di Peter Houle con profonda gioia, come quella che si prova quando ci si specchia in idee che ci sono care e familiari. E, daltra parte, per uninnamorata come me di Proust, ma anche delle altre arti, non poteva essere diversamente. Dunque grazie a Peter Houle e al direttore Maggiani che lha proposto ai lettori della rivista più "proustiana" che ci sia.
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