Di Guglielmo Peralta
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Guglielmo Peralta
- 19/08/2012 17:07:00
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Molto gradito mi è, caro Nicola, questo tuo commento che giunge, dopo due mesi esatti (19/06 - 19/08), a "risvegliare" questa pagina immersa in un sonnacchioso tedio, complici i "caldi" luciferini. Le tue parole sono un soffio daria buona e fresca, che dà conforto e rinnova il sacro legame dellamicizia. Grazie, dai fondali della mia anima!
Nicola Romano
- 19/08/2012 13:46:00
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Ascoltare/Leggere le poesie, i testi teatrali o gli scritti in genere di Guglielmo Peralta vuol significare essere catapultati ad ogni occasione verso una dimensione "altra", dentro la quale tende a rivelarsi lessenza della vita e la ragione ineludibile dellEssere. La scrittura del nostro ci conduce e ci sprona ad una riflessione su quelli che sono i veri aspetti che attengono allesistenza umana, ed in quella che è la nostra distrazione quotidiana sembra sopraggiungere linvito a penetrare quel Mistero che sta alla base perfino del nostro respiro. Peralta si è dato nel tempo una sua precisa e inconfondibile collocazione nel panorama degli autori italiani, battendo come un buon fabbro sulla Parola che non ammette fraintendimenti o usi impropri, poichè deve essere Parola che arriva a sconvolgere e a mettere con le spalle al muro lattuale insipienza umana. E anche bello e costruttivo stargli vicino, come un dono damicizia.
Guglielmo Peralta
- 20/06/2012 09:50:00
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Grazie Eugenio, per la tua attenzione. Chiarisco che il mio riferimento al tempo, alla sua "abolizione", non è legato alla "rete", ma alla "categoria" dellaffinità che lega gli uomini fra di loro. E, dunque, un concetto, o meglio, unintuizione o una scoperta, che non ha nulla a che fare con gli "utenti" e che perciò non comporta rischi o pericoli. Un caro saluto
Eugenio Nastasi
- 19/06/2012 11:37:00
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Più che fermarmi a commentare una parte piuttosto che unaltra de "La Fiaba, La Parola e La Luce" desidero esprimere il mio compiacimento per come Guglielmo Peralta nellinsieme di tre diversi passaggi teatrali, rimette in moto motivi antichi e nuovi delluniverso fiabesco e, di quello non meno straordinario, del "contatto" con le "soglie ultime" dellesistenza umana. Peralta muove da una stratificata conoscenza scritturale e, a modo suo, "salva" (questo lo scrivo riferendomi proprio al gesto che si compie col pc)quei provvidi riferimenti di altri autori incastonandoli "ad usum" proprio gettando nuova linfa ai testi. Sta dunque, a me pare, nel metodo di lavoro che Guglielmo ci consegna in modo personale e lucido queste metafore di utile lettura, ma ci dice anche (e fa bene)che il pericolo maggiore dei nuovi intrattenimenti in rete riducono la maggior parte degli utenti a fruitori dello "spazio" delleterna corrente, cancellando il tempo che solo genera stupore, meditazione, rinnovamento. Un augurio e un caro saluto al nostro autore.
Guglielmo Peralta
- 18/06/2012 14:41:00
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fiaba parola luce: dal climax ascendente alla loro identità! Grazie, Lorenzo, per questo esplicito passaggio.
Lorenzo Mullon
- 18/06/2012 12:11:00
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La luce è una parola di fiaba. Molto bello, ne avevo bisogno! Grazie
Lorenzo Mullon
- 18/06/2012 12:10:00
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La luce è una parola di fiaba. Molto bello, ne avevo bisogno! Grazie
Guglielmo Peralta
- 17/06/2012 16:00:00
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Grazie, Loredana, per la tua puntuale e arricchente “presenza”. Sì, “Le ombre… la luce" è stato messo in scena due volte durante il mio insegnamento nelle scuole elementari: a Monterotondo Scalo nellanno scolastico 1975/76 e alcuni anni dopo a Palermo. Attori bravissimi sono stati i bambini di classi a tempo pieno ai quali insegnavo storia del teatro connessa con lattività di animazione e recitazione. Anche "Una fiaba in cerca del mondo" è stata rappresentata a Palermo da attori/bambini di scuola elementare. Per me è stata unesperienza bellissima, che mi ha fatto scoprire lamore per la regia. "In cammino" (La parola) è un testo nato negli anni 80 e, come avrai letto nellintroduzione, è stato rappresentato due volte in teatro a Palermo da "veri" attori.
Loredana Savelli
- 17/06/2012 10:20:00
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“Scrivere è vivere!...Sì, Cappuccetto Rosso, l’arte può fare miracoli!… Usciremo da tutti i libri di fiabe e saremo vivi e vegeti!... (da “Una fiaba in cerca del mondo”, pag. 68, Voce di Dotto).
Deliziosa metafora della vita, in bilico tra sogno/fiaba e realtà, tema assai caro all’autore, il quale sembra voler avvertire, per bocca per i personaggi delle fiabe e dei bambini, che la dimensione dell’arte (e della scrittura in particolare) combaciante con quella del sogno, è l’unica soluzione umanamente possibile.
Il precedente testo (“Le ombre, la luce”), ricco di segni e simboli di grande potenza (l’acqua, la luce, l’ombra, la corda, il bacio e altri), riscrive le vicende di Pilato e di Giuda e contiene il monito universale, anche questo caro al poeta, di un ritorno all’innocenza.
“Io sogno… io parlo…” “L’immagine è formata dalle parole che la sognano”. “Nessuna cosa è dove la parola manca” (pag 11, da “In cammino”, il Poeta).
Nel primo dei tre testi teatrali, grande responsabilità è affidata al poeta, il quale beneficia del dono della parola che crea. Ma poco dopo (pag. 12), il Poeta-personaggio aggiunge: “Loquor: ergo sum? (scuote la testa) Il mio verbo è il silenzio! (dopo una pausa, sussurra) Io silenzio, tu silenzi, egli silenzia, noi silenziamo, voi silenziate, essi silenziano.”
Tra parola e silenzio, il vuoto di un “indicibile” che riporta alla Presenza trascendente (così comprendo). Ritrovo in questi testi perfettamente espressa la poetica di Guglielmo Peralta e constato l’amore e la coerenza che hanno sostenuto il suo lavoro di insegnante.
Vorrei chiedere all’autore se questi testi teatrali sianoo stati messi in scena.
Un caro saluto e tanti complimenti.
Guglielmo Peralta
- 16/06/2012 09:56:00
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Ringrazio Gabriella e Marzia per la cortese attenzione e per il commento, in sintonia con lo spirito poetico che lega insieme i tre testi.
marzia alunni
- 15/06/2012 22:06:00
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Se qualche volta siamo stati dubbiosi e sfiduciati sul futuro della parola forse abbiamo avuto torto. Niente, come le proposte teatrali di Guglielmo Peralta, ci aiuta meglio a credere nel misterioso potere che, attraverso la poesia ed il teatro, nobilita il linguaggio. restituito alla purezza degli intenti il discorso si sviluppa attraverso occhi nuovi per vedere lessenziale e ne rende giusta testimonianza. La parola è dunque personaggio, sfondo e copione. Cambiando tono, genere o situazione storica non muta lurgenza del dire, così luniverso della prima proposta è composto di sillabe mirabili e metaforicamente legate alle stelle, origine della vita materiale spirituale. Analogamente, nella seconda rappresentazione, i giudici truffaldini usano le sottigliezze della parola per uno scopo superiore che li trascende perciò emettono una sentenza ingiusta contro Pilato e Giuda in realtà ottemperando ai disegni celesti. La fiaba per adulti-piccini è poi una meditazione sul senso di realtà connesso al linguaggio. Si riflette sulla coerenza, date le premesse inerenti alla situazione narrativa insolita, di ciascun personaggio. La contaminazione tra gli opposti crea godibili risultati, Cenerentola è stanca di aspettare con un piede nudo i bambini sono adulti e viceversa,inoltre per avere un po di buon senso dobbiamo ricorrere ai sette nani! E chiaro che occorre fuggire dal testo, ma rientrarvi secondo una logica circolare per andare incontro al finale per nulla scontato che vedrà nella parola incontrarsi in un infinito divenire realtà e fiaba. Una narrazione, quella di Peralta, curata e fresca nelle originali soluzioni affabulatorie, nellintreccio e nei dialoghi intensi, eppure di sicura comprensione. Viene voglia di aprire il libro azzurro e tuffarsi in unaltra lettura ispirata. Marzia Alunni
Gabriella Amstici
- 14/06/2012 18:57:00
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Nel testo "In cammino" sono molto seducenti le immagini della parola che come stelle o pianeti, brillano di luce propria o di luce riflessa e di altre che splendono come una cometa. Sembra di esserci in questo onirico teatro dove le luci si accendono e si affievoliscono, acompagnate da parole che sgorgano come fiori, versi che invogliano al sogno e musiche che invitano a danzare. Nella breve pièce teatrale "Le ombre...la luce" troviamo Giuda Isariota tormentato per leternità dal rimorso del suo bacio traditore e Pilato ossessionato dalle sue mani sporche che avevano portato alla morte il migliore degli uomini. Le loro sofferenze avranno fine con la condanna di due sciocchi esecutori che li accuseranno di "reati connessi" deridendoli pubblicamente. Ma la loro morte riscatterà la dannazione inducendo lo sguardo a una realtà di compassione e amore. La "Fiaba in cerca del mondo" ci catapulta invece in una tenerissima storia dove i personaggi delle più note favole vogliono uscire dal loro vecchio libro e vivere nel mondo reale. Un racconto da leggere ai piccoli ma che piace molto anche a noi. Grazie caro professore per queste ventate di poesia. Fresche, musicali, dolcissime.
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