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Collana di eBook a cura di Giuliano Brenna e Roberto Maggiani

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eBook n. 104 :: Nella frequenza del giallo, di Roberto Maggiani
LaRecherche.it [Poesia]

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Di Roberto Maggiani
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Data di pubblicazione:
15/03/2012 12:00:00


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Notizie sull'eBook
Seconda edizione rivista di Nella frequenza del giallo, ora disponibile anche in formato copertina flessibile su amazon:

# 59 commenti a questo e-book [ scrivi il tuo commento ]

 Gian Piero Stefanoni - 20/10/2012 11:50:00 [ leggi altri commenti di Gian Piero Stefanoni » ]

Cara Franca, grazie. Ma io non ho meriti; ho solo riportato le corde che Roberto ha fatto vibrare. L’emozione è in questo grande riflesso di bene e di cura che il Maggiani veglia e conserva per noi. Ce ne fossero.. Un abbraccio, Gian Piero

 Roberto Maggiani - 19/10/2012 21:27:00 [ leggi altri commenti di Roberto Maggiani » ]

E’ vero Franca, Gian Piero è un autentico lettore (ma non solo nel mio caso...) e proprio per questo un vero poeta... ma tu ne sai qualcosa cara Franca, la tua intelligenza di lettrice e scrittrice vanno a braccetto. Un caro saluto.

 Franca Alaimo - 19/10/2012 15:59:00 [ leggi altri commenti di Franca Alaimo » ]

Che meraviglia m’ha preso leggendo questo commento di Stefanoni al tuo libro amatissimo! Squisito dal punto di vista letterario, vibra dall’inizio alla fine di una passione che solo un "autentico" lettore può raggiungere, quella passione che si genera quando tra autore e lettore passano, oltre le parole, quello che le lega intimimamente, la complessa sotterraneità del pensiero e del sentimento, l’architettura dell’unità. Sapere e dire che i segni matematici sono anch’essi simboli dello spirito, così come gli affetti terreni rapporti "matematici" d’armonia, come il sopra ed il sotto si corrispondano secondo le sapienti tavole di Ermete Trismegisto, fu il compito primo del poeta. Maggiani ritorna ad assumersi quel compito e Stefanoni si emoziona, così come mi sono emozionata anch’io, senza saperlo raccontare così bene come ha fatto lui.

 Roberto Maggiani - 18/10/2012 10:52:00 [ leggi altri commenti di Roberto Maggiani » ]

Segnalo la recensione di Gian Piero Stefanoni al mio "Nella frequenza del giallo", pubblicata su Literary.it:
www.literary.it/dati/literary/s/stefanoni_gpiero/nella_frequenza_del_giallo.html

 Roberto Maggiani - 06/07/2012 21:13:00 [ leggi altri commenti di Roberto Maggiani » ]

Cari Loredana e Roberto, che bello trovare questi vostri commenti, ancora, a questo libro che tanto amo per vari motivi... Grazie.

 robertoperrino - 04/07/2012 17:19:00 [ leggi altri commenti di robertoperrino » ]

15agosto2012 ... manoscritti nella bottiglia ... elettromagnetica ... meraviglioso!

 Loredana Savelli - 04/07/2012 15:32:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

Presa da un entusaismo scientifico difficile da giustificare da parte di un’analfabeta della scienza, oggi, 4 luglio 2012, giorno della epocale dichiarazione da parte del Cern di Ginevra della scoperta dell’inafferrabile bosone di Higgs, ho voluto rileggere la prima parte di questo e-book (Extra) che si addentra, tra formule, ipotesi e simboli matematici, in grandiose speculazioni che sembrerebbero lontanissime dalla vita terrestre di molti di noi, felici (o infelici) abitanti di questo pianeta e ignari.
L’ho apprezzato moltissimo! Di più rispetto alla prima lettura (che forse ha funzionato come incentivo per accogliere un certo linguaggio e tentare di captarne qualche senso).

Inoltre leggo nell’ultimo commento che alcune poesie del’e-book saranno spedite col raditelescopio di Arecibo verso la costellazione del Sagittario in risposta allo Wow signal che purtroppo è svanito nel nulla. Sembra incredibile!!! Tutto questo "oltre e altrove, grande e piccolo, vicino e lontano, visibile e invisibile incommensurabilmente" rischia di confondere la vita di noi comuni mortali.
Scrivo queste cose in segno di gratitudine e forte ammirazione verso tutti gli scienziati e coloro i quali applicano la scienza allo scopo di migliorare la vita dell’uomo.
Con un saluto.

 Roberto Maggiani - 01/07/2012 01:42:00 [ leggi altri commenti di Roberto Maggiani » ]

Il 15 agosto 2012 alcune poesie contenute in questo eBook saranno spedite, per mezzo del radiotelescopio di Arecibo, in Brasile, in forma di segnale radio, verso la costellazione del Sagittario, da dove arrivò, negli anni Settanta, il famoso Wow Signal, di cui si parla nell’eBook stesso; insieme ad altri messaggi, raccolti su twitter nella notte del 30 giugno, saranno una risposta alla possibile civiltà che potrebbe aver inviato quel segnale.

 Roberto Maggiani - 18/05/2012 00:23:00 [ leggi altri commenti di Roberto Maggiani » ]

Segnalo la recensione di Gian Piero Stefanoni al mio "Nella frequenza del giallo", pubblicata su "Poeti del Parco":
http://www.poetidelparco.it/index.php?pag=9&id_profilo=711

 Sara Dimatera - 23/04/2012 19:07:00 [ leggi altri commenti di Sara Dimatera » ]

Tra i colori della luce che intercorrono tra il rosso e il violetto, in questo intervallo di frequenze, si colloca l’e-book di Roberto "Nella Frequenza del Giallo".
Un e-book sperimentale, dove l’autore sperimenta capacità stilistiche e linguistiche innovative.
L’introduzione di formule matematiche e di nuovi neologismi rafforzano a mio parere, quello che è il normale uso della parola.
Roberto è uno scienzato; un uomo che ama la scienza, che cerca e ricerca la conoscenza anche attraverso altri canali comunicativi.
Nella prima parte EXTRA, l’autore accosta alla parola anche formule matematiche per interrogarsi sui compagni d’universo, ossia utilizza la matematica per cercare di comprendere quali possano essere i segreti del cosmo.
Roberto è sopratutto un ricercatore di anime; usa la parola nelle sue infinite sfaccettature: per amare, per sperare, per imparare, per interrogarsi.
Infatti in questa prima parte sono tante le domande che si pone per poi giungere ad una sorta di dialogo con forme di vita a noi sconosciute.
Roberto è scrittore e la sua vena poetica si evidenzia apertamente nella seconda parte VITA TERRESTRE, dove tira fuori con grande senso del pudore,il suo IO, la sua parte più intima e privata;ma Roberto è prima di tutto un uomo con le sue fragilità i suoi dolori, le sue gioie,che trova rifugio e forza nei suoi affetti più cari.
Bisogna essere molto GENEROSI per condividere con altri quello che si è davvero.
Roberto senza ombra di dubbio lo è eccome:è scienzato, ricercatore, poeta,scrittore e condivide quello che è con tutti noi mettendosi a nudo completamente e questo è a mio parere un gesto di grande generosità.
Leggendo questo e-book, ho ascoltato con grande sensibilità,la tua voce dalle mille tonalità:quello dell’uomo-scienziato,dell’uomo-poeta, dell’uomo-cristiano, quello dell’uomo-innamorato e io ti stimo molto perchè onestamente ti mostri sempliemente per quello che sei.
Concludo dicendo che per fare poesia sono necessarie capacità tecniche e riflessione critica, tale da rendere il poeta un vero e proprio artigiano che possiede "officina e bottega" che Roberto dimostra di possedere egregiamente.
Un gran bel lavoro!!!!
Un abbraccio :-)

 Roberto Maggiani - 13/04/2012 17:03:00 [ leggi altri commenti di Roberto Maggiani » ]

Grazie caro Saverio, è proprio quello che tu dici tanto bene anche il mio pensiero. Un caro saluto.

 Saverio Bafaro - 13/04/2012 10:53:00 [ leggi altri commenti di Saverio Bafaro » ]

Il testo di Roberto mi fa pensare ad una ormai dovuta rivendicazione di un ’sapere unico’, mia stessa filosofia già da tempo. La poesia è scienza, la scienza è poesia...
Stufi, arcistufi delle compartimentalizzazioni alle quali hanno abituato le conoscenze, è arrivato il momento di aprirne i confini ed avere una visione più forte e oculata dell’Universo che - per fortuna - continua a sovrastarci con il suo Mistero.
Buona lettura ai nuovi visitatori!

 Roberto Maggiani - 06/04/2012 20:59:00 [ leggi altri commenti di Roberto Maggiani » ]

Cari Gabriella, Gian Maria e Alessandro, vi ringrazio per le vostre parole attente e per il tempo che mi avete dedicato, ho letto i vostri commenti con interesse, più volte. Grazie grazie.

 Alessandro Franci - 03/04/2012 11:52:00 [ leggi altri commenti di Alessandro Franci » ]

“Nella frequenza del giallo” è un insieme complesso, impegnativo, e si dovrà, almeno così mi pare, essere pronti a recepirne i vari passaggi che attraversano uno spazio quasi divulgativo-scientifico fino ad approdare su un terreno prettamente poetico.
Molto meglio di quanto potrei esprimere io lo si trova già chiaro (e condivido pienamente) nel commento di Franca Alaimo del 16/3 e in particolare: “Il libro, pur mantenendo sempre l’ampiezza ottica della prima sezione, sembra costruire un graduale percorso dall’infinito super-individuale alla finitezza individuale; dalla vita cosmica a quella quotidiana, dove Roberto trova i suoi affetti, la sua casa, i suoi ricordi, la scrittura e i suoi sogni, il più grande dei quali è quello di una terra finalmente pacificata dall’amore.”
Quella di Maggiani a prima vista sembra un’operazione che in sé potrebbe essere interpretabile con alcune forzature, (il che non rappresenterebbe un demerito) va tenuto presente però, secondo me, proprio l’insieme della raccolta, per apprezzarne pienamente un senso di completezza.
Trovo comunque, personalmente, particolarmente interessanti testi come “Extra” o “Dove siete?” oppure “Senza rancore”, “Un vecchio gioco” e l’immagine toccante rivelata da “Vindemiatrix”. In essi forse più che in altri si trovano apparenti contrapposizioni al pragmatismo scientifico, come l’evidente accostamento alle tradizioni poetiche del nostro Novecento.

 Gian Maria Turi - 01/04/2012 10:52:00 [ leggi altri commenti di Gian Maria Turi » ]

Poesie del di dentro e del di fuori.

Il respiro affonda –
bolle salgono –
fuori-dentro-fuori di bocca umida di cloro –
fiato tonfo e poi silenzio.

In questi testi di Roberto ho letto di una ricerca autentica, tanto umana da diventare infantile (ma nell’accezione positiva del termine: sincera, spregiudicata, bella). La ricerca di chi siamo e, alla fine, che ci stiamo a fare qui, a parte lavorare e massacrarci - una domanda ormai del tutto démodé nella società degli spettacoli e delle superfici, tranne per chi ancora la sente con il cuore.

Ma Roberto si trova nella difficilissima situazione di una ricerca a tutto tondo, fuori di sé come scienziato e dentro di sé come poeta, dovendo riconciliare le infinità cosmiche con quelle dell’anima, entrambe fondamentalmente inesplorate. Probabilmente coincidenti. E perciò a volte si confonde... invoca alieni laddove è perfettamente consapevole che i veri "alieni" siamo noi:

Qui sul suolo di questo pianeta
c’è un contatto con l’universo
intoccabile delle stelle:
e il farne parte
con la stessa materia
che ci compone cosi terrestri –
extra rispetto ai pianeti lontani. ("Extra")

Alieni non nel senso di strani corpi o fantasiose civiltà aerospaziali, ma di creature extra-ordinarie rispetto alla "cosmonità" in cui ci troviamo immersi. O tali almeno per quanto possiamo capire, nonostante qualche dubbio resti intatto:

Sopra e sotto ti circondano
energie invisibili: spiriti
che posseggono gli spazi
fuori e dentro le cose
del mondo che osservi. ("Uomo")

Dubbi non solo legati alle nostre limitazioni naturali, ma anche (e forse soprattutto) a quelle che ci imponiamo, e inevitabilmente, con le culture di cui ci adorniamo:

Oggi,
dentro i nostri pensieri, vi e la stessa fantasia, la stessa
esperienza primitiva e vera che la scienza ha messo in soffitta
come un vecchio gioco di quand’eravamo bambini. ("Un vecchio gioco")

Dubbi che peraltro diventano devastanti nel momento in cui ci si rende conto della propria dipendenza dal mondo che ci circonda e dalla natura della cose, come in "Entanglement quantistico" o "Il gatto di Schroedinger". Tanto che rispunta come la fenice dalle ceneri della ricerca "alienista" la parola più temuta dal razionalismo scientifico materialista: Dio. E i perché, di conseguenza, rimangono tali, pur quando se ne sia compreso il meccanismo:

Perché l’albero il vento
il muoversi delle stelle…
come se ci dovesse essere una risposta –
ma non c’era
no
non c’era. ("Come se")

O forse i perché vanno cercati altrove dai meccanismi? Roberto sembra intuirlo quando dice:

Il tuo volto è perso nella selva del tempo
tra le rughe tutte uguali –
qualche volta è un breve tornare
della luce che fu: ti riconosco.

Forse i perché vanno cercati nel riconoscimento e in quell’identificazione conseguente che non necessita di altre investigazioni e domande? Forse perché l’identificazione con sé stessi è anche il grado più elevato di identificazione con... Dio?

Sempre vado al mare
come l’acqua dei fiumi
per istinto o per amore.

E quando ci si identifica con sé stessi al punto in cui natura e amore coincidano, dentro e fuori siano indistinguibili,

come si può non patire
la sofferenza che spetta in sorte ad altri?

Omne omne est, motto alchimistico di elevazione spirituale. La tua sofferenza è la mia sofferenza; il tuo piacere è il mio piacere. Non ci sarà felicità finché si inseguirà la propria felicità anziché preoccuparsi di quella degli altri. Il che risulta con lacerante evidenza nel vertice poetico, scientifico, misterico della raccolta: la nascita di un bambino, di una creatura, davanti alla quale, davanti al miracolo che è pur nella sua ovvietà, tutto tace e non resta che cercare il contatto:

Infine, dopo tanto pensare
non so che darti un semplice bacio
a suggello di quest’amore che m’invade. ("A Pietro")

E di seguito l’universo che rinasce, con le sue bestie magiche da circo e le sue feste, celebrazioni di un’appartenenza che poi in effetti con la consapevolezza razionale ed egotica svaniscono per essere rilegate al mondo delle favole infantili o primitive, luogo senza limitazioni tra il sopra e il sotto e tra le frequenza della luce; luogo in cui si può vedere anche chi vive e prospera al di là della frequenza del giallo.

Il primo albero di Natale
era un abete del nord
che vestito di neve
sembrava sorreggere
tutte le stelle:
luci adagiate sui rami
come fiammelle tra le mani
di un dio ora evidente.

 gabriella gianfelici - 31/03/2012 16:33:00 [ leggi altri commenti di gabriella gianfelici » ]

Ho letto l’ultimo lavoro di Roberto Maggiani. Vi ho trovato una precisione di linguaggio, un mondo scientifico, un parlar colto misto a sensazioni, ricordi, fotografie. Un lavoro che ci mostra un Roberto a più dimensioni, dopo il diario di bordo così accattivante e intenso.
Non si ferma l’annusare dello scrittore: orecchie non udenti, occhi su altre luci, altre conoscenze...dove siete? Un anelito, quasi, alla ricerca piena della vita, di ogni sua piega da guardare, da centellinare. Le foto ci rasserenano il cuore, la natura e i paesaggi ci fanno sognare, aiutano a scendere nei versi. Incontri ravvicinati - tra di noi, tra tutti, tra Roberto e noi, tutti. Sicuramente da rileggere ancora. Un saluto, Gabriella

 Roberto Maggiani - 29/03/2012 23:58:00 [ leggi altri commenti di Roberto Maggiani » ]

@Emanuele: Grazie caro Emanuele... detto da un estimatore ed esperto pasoliniano come te... mi onora

 Roberto Maggiani - 29/03/2012 23:55:00 [ leggi altri commenti di Roberto Maggiani » ]

@Marzia: Grazie cara Marzia, in particolare per queste tue: "ben armonizzando il sapere e l’esperienza di vita con la perizia della forma fluida eppure sorvegliata della sua scrittura"

 Emanuele Di Marco - 28/03/2012 12:31:00 [ leggi altri commenti di Emanuele Di Marco » ]

caro Roberto, è vero il tempo è poco ma dedicarlo a "Nella frequenza del giallo" è stato davvero un ’investimento’ riuscito!
lascia solo che renda più chiaro il senso, effettivamente, un po’ ambiguo di quel mio definirti "uno dei pochi poeti che abbia letto da un po’ di tempo a questa parte": volevo intendere non che negli ultimi anni abbia letto poca poesia ma che, degli autori passati fra le mie mani, tu sei uno dei rarissimi veri poeti che io abbia incontrato. a tuo maggiore onore e per fortuna nostra e de LaRecherche.

 marzia alunni - 27/03/2012 23:56:00 [ leggi altri commenti di marzia alunni » ]

La poesia di Roberto Maggiani combina rigore, originalità e freschezza di impianto stilistico. Attraverso le soluzioni combinatorie del verso: i rimandi al passato letterario contaminati da un lessico aperto e ai vari stimoli, nonchè, a tratti, specialistico, l’autore propone una visione artistica e gnoseologica nuova ad un tempo. L’uomo di Maggiani è ammirato del cosmo, ne accetta la dimensione smisurata, patendo e/o meravigliandosi di ogni aspetto con il quale viene in contatto, senza pregiudizi. Maggiani non tralascia di inserire gli affetti e l’empatia nel suo universo in "... espansione poetica", ben armonizzando il sapere e l’esperienza di vita con la perizia della forma fluida eppure sorvegliata della sua scrittura. E’ dunque un contributo valido alla poesia.

 Roberto Maggiani - 27/03/2012 23:44:00 [ leggi altri commenti di Roberto Maggiani » ]

Caro Emanuele, ti ringrazio per la tua lettura e per i tuoi graditi riscontri, e anche per darmi l’onore di portare avanti questo arduo compito che è la poesia nelle tue letture, so che il tuo tempo è poco, e sapere che mi leggi mi lascia a un passo da te con gratitudine.

 Roberto Maggiani - 27/03/2012 23:41:00 [ leggi altri commenti di Roberto Maggiani » ]

Grazie Fortuna e Gio, per le vostre note di lettura che evidenziano tratti della raccolta, sui quali anch’io mi soffermo, con voi, seguendo le vostre focalizzazioni e meditazioni. Le accolgo con gratitudine, come ogni altra qui lasciata, mi è stato dedicato del tempo da ciascuno, oltre che di lettura anche di scrittura del proprio pensiero, un tempo prezioso. Grazie.

 Emanuele Di Marco - 27/03/2012 16:56:00 [ leggi altri commenti di Emanuele Di Marco » ]

che meraviglioso viaggio questa raccolta di poesie, pensieri, emozioni in parole e immagini... dovrò trovare il tempo (ah, il tempo!) di rileggerla tutta con più calma, ma intanto, me ne rimane acuto il senso di vita e di scoperta, di purezza e stupore, di ricerca e meraviglia.
una raccolta tesa tutta al disvelamento di una verità che sempre sfugge per poi, magari, coagularsi nelle piccole cose, nel micro, ove il macro ci lascia solamente con la bocca aperta, stupiti, di fronte a tanta (ine)narrabile bellezza.
caro Roberto, lascia che mi complimenti con uno dei pochi poeti che abbia letto da un po’ di tempo a questa parte.

 Gio Ferri - 24/03/2012 22:00:00 [ leggi altri commenti di Gio Ferri » ]

Caro Roberto,
sono riuscito ad aprire "Nella frequenza del giallo", ne ho ’sfogliato’ le pagine, ripromettendomi, data la complessità del testo, di rileggere e rileggere con il dovuto approfondimento. Ma è subito chiaro che scienza, cosmologia, sociologia ed etica si offrono alla tua poesia, alla poesia in generale, nella fascinosa dismisura, accumuli, spiralici, metamorfici universi. Le tue meditazioni (le chiamerei così. piuttosto che ’poesie’ nel senso retorico e stilistico tradizionale) coinvolgono e turbano per le mille ipotesi di... conoscenza... della conoscenza. Per la ’rischiosa’ (ma il rischio è il segno drammatico e vivo della poesia come vita), avventurosa intenzione di percorrere i territori delle n dimensioni in relazione anche, o soprattutto, alle ipotesi che si sono affacciate negli ultimi decenni alle inimmaginabili rivelazioni della fisica. Naturalmente gran piacere mi procurano queste tue ricerche che in qualche modo mi confermano nella visione delle cose universali e insieme intimissime e carnali, materiche, che ho cercato di esplorare con libri e articoli attenti a ogni ipotesi anche extra-linguistica (per quanto attiene alla poesia ): ti ho inviato a suo tempo i miei saggi in proposito? Mi pare di sì... Comunque eventualmente avvertimi. E assai stimolante confrontarci.
Per quanto mi riguarda mi sono soffermato soprattutto sul capitolo de La Parola, il significato, la voce e le loro ambiguità da te esaltate con sommessa raffinatezza. Forse - ma si tratta di una mia sommessa aspirazione - la poesia di parola e di segno quando si metamorfizzano in poesia già ci danno la possibilità di affacciarci ai mondi sconosciuti seppur presenti nella nostra mente, ancor prima di ipotizzare incontri extraterrestri. Ma questa è solamente un mio personale sforzo che cerca nel segno e dentro e oltre il segno, nelle sue valenze ambigue e misteriose, e materiche e gassose (... Duchamp?!) la ragione ultima, o meglio prima dell’essere e del Nulla (eckhartiano...).
Altrettanto misteriose, affascinanti eppure umanissime le tue fotografie.
Queste sono solo le mie prime impressioni.
Un caro saluto.

 Fortuna Della Porta - 24/03/2012 10:29:00 [ leggi altri commenti di Fortuna Della Porta » ]

Di solito si pensa che solo l’analfabeta cosmico, l’uomo comune, al massimo il poeta che piange lai d’amore alla luna, subisca il fascino dell’apparato planetario.
Di solito si pensa che lo studioso, lo scienziato, al contrario, chiuso nell’imperturbabilità della sua fucina razionale, si limiti a osservare e misurare l’inarrivabile dimensione cosmica, senza rimanere turbato dalla sua vastità, dal senso della sua stessa vita e dei suoi simili nel meccanismo universale, che ancora conserva le stigmate dell’ignoto.
Invece sono qui le domande che misero in cammino la filosofia -cosa sono, dove vado- e il senso di disagio per l’assenza- il negarsi – degli enti, tanto da domandarsi: Cosa sono le stelle? Che cos’è il reale?
Oppure:
Che significato ha quel silenzio nero/ che si nasconde qui da dove guardo.
Leggere, insomma, che un fisico-poeta prova lo stesso smarrimento di fronte all’immenso e a ciò che ancora non ci è dato sapere, tanto da stigmatizzarlo in una sorta di aforisma: Il cosmo è sempre stato così/ come ancora non sappiamo, che sente la solitudine della specie rispetto alle possibilità di altra vita su altri pianeti, anche molto diversa dalla nostra in lande sperdute, che puntigliosamente nonostante tagli di bilancio il progetto S.E.T.I continua a inseguire, il sentire la dimensione dell’uomo, persino la sua intelligenza, così brillante ma anche insufficiente a svelare i tratti ultimi dello spazio-tempo, allora ti tocca stupore ed emozione.
L’autore parte dall’indefinibilità del reale attraverso la dote sensoriale, indice del limite fisico imposto all’umanità, poi attraversa i suoi studi, calando nella sostanza dei versi formule e teoremi, che diventano essenza della narrazione poetica.
Ma nel libro c’è molto altro. Oltre alle superbe immagini che costituiscono l’altra metà dell’opera, troviamo riflessioni sulla natura umana e persino sull’inutilità del poeta, essendo la poesia solo in grado di divorare la noia.
Ma, accanto alla concezione di relativismo rispetto alle possibilità umane di afferrare –almeno al momento- la legge del Tutto, Maggiani esprime anche la consapevolezza che l’uomo e la sua mente rappresentano la misura dell’universo:
L’universo si produce/ nello sguardo di un’intelligenza/altrimenti vige il nulla.
Nel testo oltre alle formule inserite, alle teorie nuove, probabili o acclamate sul funzionamento del cosmo, ampia è anche la riflessione filosofica sulla condizione dell’uomo, tante suggestioni che fanno del libro un testo ricco e complesso da centellinare.

 Roberto Maggiani - 23/03/2012 21:44:00 [ leggi altri commenti di Roberto Maggiani » ]

@Loredana, ancora grazie... hai installato Boinc sul tuo PC?
@Maria, per il primo commento sono commosso, per il secondo ti ringrazio per la esplicitazione del senso di Cosmonità e per la rilettura meno viscerale delle poesie; mi hai regalato due piani di lettura preziosi, almeno per me.
@Franca, incidere sul divenire della letteratura, mi dài buone speranze, non si sa mai, magari quello che dici sarà vero... =)
@Mariella, che dire, il tuo pensiero mi dà serenità, perché so la tua onestà, se una cosa non ti piace lo dici senza mezzi termini e ciò mi ha sempre aiutato a dirigere la rotta. Dunque grazie.
@Oliviero, come mi piace il concetto di "laicamente eretico", grazie per le’sergo rubato a Starobinski per me.
@Ninnj, grazie ho apprezzato molto il tuo intervento e in particolare questo pezzo: "Maggiani, inoltre, rappresenta la natura, i paesaggi, gli sfondi come toccati dalla grazia delle stagioni e da un’intensa forza maieutica di penetrazione e di autocontrollo, nel senso di una varietà e verità non occasionali, ma coerenti alla stessa scansione del linguaggio, legato, tuttavia, alle sue rappresentazioni liriche da un senso di vigore intellettuale, ad un’orchestrazione di strumenti fonici che ne determinano la fluidità e le ragioni fondamentali del suo porsi in poesia."
@Meth, "L’esergo mi ha aiutata ad entrare nelle frequenza del giallo", non sono mai sicuro di ciò che scrivo, ma in questo caso l’esergo è ciò di cui vado fiero, piccolo e semplice... Grazie.

 Meth Sambiase - 23/03/2012 15:38:00 [ leggi altri commenti di Meth Sambiase » ]

E’ un lavoro dal gran respiro, quasi un amore rinascimentale verso la richiesta di verità in questo Universo "extra" e in questamTerra degli uomini. L’esergo mi ha aiutata ad entrare nelle frequenza del giallo, dove si interrompono i protocolli della ragione per arrivare al confine universale e chiedere "dove siete"? La logica - fuoco, la poesia spirito - la Luna e nessun altra sostanza indagativa se non il proprio sentire e il proprio chiedersi. Il S.e.t.i e la Teoria delle Stringhe sono i punti più ambiziosi della ricerca di tutto ciò che sia "extra", ma c’è spazio per tutti i sentimenti (e la ricerca di uguali) Preferito? Il Saturno contro e la superba "ossessione d’evidenza". Poi, le ombre del giallo sono svanite e si resta sulla Terra (in mezzo anche un pensiero di morte) e su tutto l’amore, dedicato e inaspettato e dopo arriva Pietro e con lui anche Dio fa la pace mentre si prova a respirare nuovamente.

 Ninnj Di Stefano Busà - 22/03/2012 22:53:00 [ leggi altri commenti di Ninnj Di Stefano Busà » ]

Roberto Maggiani è già un veterano della poesia, e credo che sappia modulare la parola con sottile ironia e accenti e ritmi, ricreare attraverso una straordinaria sapienza sillabe e sintagmi, immagini, figure e visioni che rinnovino il senso profondo dell’esperienza lirica.
Trovo come motivo di fondo in questa poetica, una gioia sorretta da chiaroscuri che insolitamente elabora e infittisce episodi di ferite, per poi pacificarsi e placarsi nell’onda del canto, che via via si snoda, attraverso effetti variegati, in immagini d’alba, in luce trasfigurativa, in presenza di allegorie, di metafore ben individuate e felicemente risolte. E’ un dire fluido e versatile il linguaggio di Roberto Maggiani. Vi riposa, evidenziandosi per compensazioni e consolazioni, un rinnovarsi continuo dell’essere, un’ansia di vita che trova il suo punto fermo nel verso rapido e musicale, nel significante che numinosamente lo evoca e lo differenzia da tanta poesia banale.
Maggiani, inoltre, rappresenta la natura, i paesaggi, gli sfondi come toccati dalla grazia delle stagioni e da un’intensa forza maieutica di penetrazione e di autocontrollo, nel senso di una varietà e verità non occasionali, ma coerenti alla stessa scansione del linguaggio, legato, tuttavia, alle sue rappresentazioni liriche da un senso di vigore intellettuale, ad un’orchestrazione di strumenti fonici che ne determinano la fluidità e le ragioni fondamentali del suo porsi in poesia. Una voce chiara e nitida, non compromessa da sterili espedienti sperimentalistici ad oltranza, che sa volare alto nel solco della tradizione, sperimentando, anche, note moderne. In questo sta proprio la novità, e non certo nell’allineamento ad un “minimalismo” riduttivo e inconcludente di tanta poesia più scarsa.

 Franca Alaimo - 22/03/2012 20:45:00 [ leggi altri commenti di Franca Alaimo » ]

Maria mi ha preceduta dicendo quello che ha detto in questa sua vigorosa risposta ad un commento contraddittorio e non del tutto garbato al bel libro di Roberto Maggiani. Inoltre volevo dire a proposito della sua non-scuola che proprio i poeti che ne stanno fuori, inaugurando una nuova maniera, sono quelli che hanno più probabilità di incidere sul divenire della letteratura. Comunque sia, Roberto scrive poesia a 360 gradi e non tutti ne sono capaci. E, se anncora non bastasse, si tratta di testi autenticamente umani, veri, sentiti e aperti a ciascuno e ciascuna cosa, e all’oltre e all’Assoluto.

 Maria Musik - 22/03/2012 18:50:00 [ leggi altri commenti di Maria Musik » ]

Nel tentativo di rileggere le poesie di Roberto in maniera meno “viscerale” e più critica, ho letto tutti i commenti dei lettori, molto dei quali sono, evidentemente, più competenti di me e avvezzi ad un approccio “interpretativo” illuminato da una conoscenza profonda e vasta dell’arte poetica.
Fra tutti mi ha colpito, forse perché è quello che più mi ha lasciata interdetta, quello di Paolo Ottaviani. Non mi addentro più di tanto nella diatriba filosofica ma mi permetto di dissentire sulla tesi esposta secondo la quale Maggiani parte dal postulato che la conoscenza sia un rapporto soggetto --> oggetto, mediato da strumenti, che immobilizza l’acquisizione di saperi, privandola della dimensione del continuo divenire. A me pare che l’introduzione, nella sua interezza e non per quello che l’estratto potrebbe far supporre, sia solo il tentativo di spingerci verso la ricerca di molteplici punti di vista e la necessità di prendere in considerazione la diversità e pluralità delle “grandezze” per approcciarci all’<<io>> e all’<<altro>>, più che al soggetto e all’oggetto, con un respiro più ampio ed una “disposizione” verso la molteplicità/diversità.
Quanto a definire cacofonico ed orribile il neologismo <<cosmonità>>, (a parte che l’accezione <<orribile>> non l’avrei proprio usata perché è giudicante in modo un po’ eccessivo), è questione di gusti e non di significato. A me piacciono i neologismi, proprio nell’ottica del continuo divenire anche della parola: siccome il vocabolario è già ricco non dovremmo continuare ad ampliarlo fosse solo per esprimere al meglio il nostro pensiero? Logos parola/pensiero, espressione del pensiero tramite suoni linguistici, parola che crea, creandosi… Non vale più il concetto precedentemente espresso, secondo il quale tutto deve essere mediato dalla consapevolezza che conoscenza è perenne cambiamento del tutto? E qui, facendo il gambero, torno indietro di un passo: nella prospettiva del divenire, perché Maggiani avrebbe dovuto citare Giordano Bruno prima di esporre (anche se non è proprio questo che ha fatto) le moderne scoperte astrofisiche? Il Maggiani-pensiero contiene le conoscenze pregresse ma, poiché si espande, le supera: Bruno, Maggiani e, persino, Musik si immettono nel divenire aumentando e, a volte, cambiando la conoscenza.
Mi sono fatta prendere… torno al punto. A me pare appropriato il neologismo proprio perché, nell’uso comune, il lemma <<universalità>> mi rimanda ad un concetto ancora molto limitato al nostro conosciuto: dal suffragio universale sino al giudizio universale, tutto rimanda ad una dimensione unicamente umana e terrena mentre <<cosmonità>> mi fa immaginare l’insieme di molti universi, immensamente lontani ed esterni malgrado, se importata nella dimensione dell’individuale, incredibilmente vicini ed interni. Quindi, come dicevo, è una questione di gusti e di punti di vista.
Infine, perché mai quella frase << Il blablà sulla pace e sulla giustizia in terra è molto più piacevole ascoltarlo dal Mondo in Mi 7ª di Celentano>>? Cinismo a parte, la trovo fuori luogo, ancora una volta giudicante e diminuente. A me Celentano non piace né come cantante né come neo-profeta ma mi piace come scrive Roberto e, soprattutto, come vive ciò che afferma in materia di pace e di giustizia che, lo dico con estrema convinzione, sono per lui tutto tranne che un pretesto per blaterare a vuoto o fare della musica leggera nazional-popolare.

 Mariella Bettarini - 22/03/2012 18:01:00 [ leggi altri commenti di Mariella Bettarini » ]

Carissimo Roberto, che dono ci hai fatto, con questo tuo "Nella frequenza del giallo"! Dono di scienza e di poesia, di conoscenza e d’esperienza, di vita spirituale e di vita sensoriale, di cultura e di "civiltà", di dolore e d’amore, e così via, così via...
Entrambe le sezioni di questo tuo lavoro poetico hanno l’intensità e la forte "attrattiva" di una sapiente poesia e di una coraggiosa vita.
Gli irrisolti "perché", la "chimica della mente", l’omaggio alla donna ("La poesia è donna"!), l’intensità dell’amore, la poesia e il testo in prosa dedicati al nipotino Pietro (bellissime anche le sue foto, e tutte le altre del libro!), e così via, rendono questo tuo lavoro particolarmente vivo, ricco ed importante, nella tua già assai folta bibliografia.
Grazie di cuore, caro Roberto, e complimenti davvero!
Un augurio e un abbraccio dall’amica Mariella

 Gennaro Oliviero - 21/03/2012 19:40:00 [ leggi altri commenti di Gennaro Oliviero » ]

Roberto Maggiani è laicamente eretico. Ha fatto confluire nella "Frequenza del giallo"- con uno stilema personale che felicemente mescola cultura, vis poetica e affetti - tutta la sua "dottrina" (che in latino significa proprio eresia) scartanto ogni banalità del déjà vu per operare una insolita "scelta" (che in greco è appunto eresia).
Il suo cuore batte però - come ci scrive - per la poesia e sembra chiedersi, così come ha scritto Jean Starobinski, "Si può possedere la poesia? Non è forse una fiamma che corre senza mai fermarsi?". Poesia è come dire pensiero: quello di Roberto non è mai vuoto perché con la sua "scienza" riesce spesso, anche attraverso le nuvole, ad individuare e fermare per un attimo le sue stelle; è una persona meravigliosa che ci conforta con la sua poesia e si merita pertanto un esergo che rubo proprio a Starobinski: "La stupidità degli uomini, dopo un momento di fascinazione, consisterebbe allora nel non accettare la sua mancanza di solidità, di rifiutarla perché non è una cosa, di non indovinare che c’è un’essenza sotto la scorza di questa apparenza. Comprendiamo che la poesia, benché prodiga, non è fatta per essere aggiogata al carro della ricchezza, e per distribuire indistintamente i suoi tesori alla folla. Questo era già l’invito che Seneca, nella grande immagine della Fortuna, che offre i giochi pubblici, rivolgeva al suo discepolo, Lucilio: ’Andiamocene!’. E’ al poeta che ora viene proposto lo stesso precetto etico. Ma non si tratta più, questa volta, di allontanarsi dalla fortuna per votarsi alla ascesi virtuosa: c’è un mondo da costruire per mezzo del linguaggio. Il bene dell’arte non può consistere nell’illusionismo della prodigalità. Il compimento della poesia, l’attesa di un mondo luminoso, impongono una morale più alta."

 Maria Musik - 20/03/2012 20:00:00 [ leggi altri commenti di Maria Musik » ]

Questo commento lo avevo inviato con mail privata a Roberto, già da qualche giorno. Infatti, avevo l’impressione che la mia lettura "emotiva" della Poesia e, quindi, anche del libro di Maggiani. Ma, ora, mi sono detta che c’è spazio per tutte le voci e le risonanze, quindi, riporto testualmente.
"Sono qui, affascinata. Ti guardo, terrestre extra, e ti vedo come mai ho fatto prima. (Ad ogni libro ti fai più esplicito, determinato, “puntato verso un obiettivo” che ti si palesa e del quale acquisti e manifesti coscienza). Sfrontata, al limite della maleducazione, ti fisso e ti esamino: non voglio perdermi un millimetro di questa “nudità esistenziale” che ti disvela. Un po’ sono arrabbiata con te che non mi hai mai raccontato: poi, mi rimprovero… “perché avresti dovuto dichiarare tutto ciò… a me”? E, poi, infondo, qualcosa me lo avevi detto con un sorriso, un guizzo azzurro dello sguardo che ti precipita nel buco nero della pupilla dilatata, un tenero severo rimprovero, un passo di tango consegnato a questo mio corpo che non vuole saperne di lasciare che un altro lo guidi, gli sms di quell’agosto parisien. Così ti vedo, stambecco, saltare agile dalla tua scienza al tuo Dio, dalla vita cosmica alla morte inevitabile, dal tuo Amore ai dolori di tutti, dalla tua famiglia allo sconosciuto fratello di un’altra galassia. E sei tutto pensiero e poi tutto corpo e poi tutta anima e poi… tutto intero. Il caleidoscopio, dopo aver costruito un impressionante numero di nuove forme colorate, si ferma sulla tua immagine tutta intera, inequivocabile e più non vuol saperne di andare oltre. Che dire? WOW!"

 Loredana Savelli - 20/03/2012 19:54:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

Volevo infine osservare che il valore aggiunto di questo e-book è secondo me proprio la parte scientifico-informativa.
Personalmente ignoravo il Progetto Ozma e il ruolo delle stromatoliti nella sintesi dell’ossigeno. Sono grata per averlo appreso.
Come già faceva notare qualcuno, bisognerebbe tornare a riunificare i vari campi del sapere, eliminando le parcellizzazioni e le reciproche diffidenze e in qualche caso gli arroccamenti, insomma ad un nuovo umanesimo, in cui il soggetto umano si ponga con uno stupore identico verso ogni dato esperienziale, adoperando strumenti cognitivi e/o puramente immaginativi.
Io ritengo che Roberto Maggiani stia in una posizione favorevole di osservazione: attinge da un campo che è forse stato il primo in ordine di tempo da che mondo è mondo. Vi aggiunge l’anelito spirituale e l’amore schietto per l’esistente.
Mi pare che il risultato sia assai convincente.

 Roberto Maggiani - 20/03/2012 18:35:00 [ leggi altri commenti di Roberto Maggiani » ]

Caro Professor Oliviero, mi trova perfettamente aderente alla sua lettura del testo, in particolare là dove afferma la mia eresia. Grazie.

 Roberto Maggiani - 20/03/2012 18:33:00 [ leggi altri commenti di Roberto Maggiani » ]

Il commento di Paolo Ottaviani mi è stato da lui spedito privatamente, insieme alla possibilità di scegliere se pubblicarlo o meno; non c’è dubbio che vada pubblicato, visto che lancia spunti di riflessione molto interessanti, che potrebbero avviare un bel dibattito. Delle mie parole introduttive ben poco mi importa, ciò che invece mi interessa è la poesia. Comunque mi riservo di rispondere più precisamente alle questioni sollevate, la mia risposta di getto è stata questa:

Caro Paolo, l’esperienza personale di ogni soggetto è inarrivabile per ogni altro. Ti ringrazio per il tuo gradito e piacevole commento.
Un saluto caro.
Roberto

 Paolo Ottaviani - 20/03/2012 18:27:00 [ leggi altri commenti di Paolo Ottaviani » ]

Caro Roberto,

nella tua introduzione a “Nella frequenza del giallo” si legge: “qualche volta siamo ingannati dalle apparenze, complici i nostri sensi. Per superare tali inganni, ed espandere la nostra visuale, abbiamo costruito strumenti…” Siamo dentro la vecchia logica duale del soggetto conoscente e dell’oggetto conosciuto, meglio, del soggetto che aspira alla conoscenza e dell’oggetto che perennemente sfugge - anche agli “strumenti”! – restando bello quieto nella sua sconosciuta alterità. E’ un vizio teorico iniziale non da poco il tuo! La sfuggente, perenne parzialità della conoscenza di ogni elemento dell’universo, dai sassi alle sinapsi dell’autocoscienza umana (e chi ci dice che i sassi non abbiano parziale e sfuggente sapienza di sé e del mondo?! ) dovrebbe essere la premessa olistica dalla quale partire. Non ci sarebbero più sensi fallaci – e perché mai?! – né inganni da evitare, ma solo esperienze da acquisire, anche con gli “strumenti” certo, ma con la consapevolezza che conoscenza è perenne cambiamento del tutto – il divenire – dicevano i filosofi, e che il soggetto e l’oggetto, così come tu mostri di immaginarli, semplicemente non esistono!

Nulla da dire invece sulla possibile esistenza di esseri intelligenti su pianeti “somiglianti alla terra”…e sarebbe bastato ricordarsi di Giordano Bruno, del suo “De l’infinito, universo e mondi”, e poi, certo, citare anche le più recenti scoperte dei moderni astrofisici!

Ma perché inventare cacofonici, orribili neologismi – “cosmonità” – che duplicano concetti già bene espressi dalla parola “universalità” tra l’altro teoricamente più esatta perché nella radice tematica di “cosmo” è insito il concetto di “ordine” che ci porta dritti alla vecchia logica duale mentre nella parola “universo” si esprime anche un’infinita, unitaria tensione?

Il blablà sulla pace e sulla giustizia in terra è molto più piacevole ascoltarlo dal Mondo in Mi 7ª di Celentano.

Eppure, nonostante questa malmessa introduzione, le tue poesie sono belle, alcune bellissime. A riprova che la Poesia – e solo la Poesia – sa volare altissima, talvolta non curandosi neppure del poeta che la insegue:

“Qui sul suolo di questo pianeta
c’è un contatto con l’universo
intoccabile delle stelle:
è il farne parte
con la stessa materia
che ci compone così terrestri
extra rispetto a pianeti lontani.”

E’ proprio così: l’”intoccabile” è della stessa nostra materia ed è qui su questa terra e negli infiniti mondi.

Il mio saluto più caro.
Paolo.

 Gennaro Oliviero - 20/03/2012 08:52:00 [ leggi altri commenti di Gennaro Oliviero » ]

"Nella frequenza del giallo"consente di collocare Roberto Maggiani tra i solitari esclusi dall’orda o,se si vuole impiegare questo termine in tempi di ordinati sgretolamenti,tra gli eretici.Merito suo è di aver mescolato per primo(primo e princeps)scienza,prosa,poesia,memorie e"engagement".Di aver trasmesso al lettore,per soddisfare curiosità conoscitive ma non nella maniera della devoluzione oggi in auge,questioni suggestive della fisica e dell’astronomia.La critica saggistica non riconoscerebbe la struttura di parentela tra i temi trattati nel suo libro se non collocandolo-come già detto-tra gli eretici.Ma la sovranità del talento poetico,le stesse applicazioni dell’ingegno,l’eccezione alle regole rendono "Nella frequenza del giallo" un libro da premiare e apprezzare :un’ennesima prova del valore e delle qualità rare di Roberto,che ringrazio per il piacere vivo procurato dalla lettura,da me fatta di notte,davanti alla finestra aperta,guardando con sgomento le tanta stelle.Ci osservano? Forse Roberto lo sa.

 Roberto Maggiani - 19/03/2012 19:14:00 [ leggi altri commenti di Roberto Maggiani » ]

@Antonio: Grazie per gli spunti di riflessione che mi hai offerto
@Liliana: grazie per questo suo intervento che ribadisce un comune sentire e vivere la poesia...
@Cristiana: Grazie per aver sottolineato alcuni testi. Sì confermo quello che dici: "Il bisogno di comunicazione: la speranza di cosmonità è la stessa densità delle tue poesie amorose alle pagine 82 e 85."
@Eugenio: Grazie, mi fai felice in particolare quando affermi: "...e mi piace la sua assoluta incapacità a raggiungere un minimo di scuola con i suoi versi..."
@Lucia: Mi hai detto una cosa bellissima, grazie.
@Loredana: Una delle cose che mi piace di te è la tua totale dedizione alla poesia tua e degli altri... e mi fa piacere il racconto di questa tua esperienza da "inventore", hai perfettamente ragione, così provo anch’io quando intuisco e comprendo qualcosa di nuovo... anche se altri l’avevano già capito non m’importa, per me è una cosa tutta mia... vedi la poesia di pagina 48: "Perché mi si dice che questo pensiero / è già stato pensato? / L’ho ritagliato dalla chimica della mia mente."
@Paola: Grazie per la tua attenta lettura, mi fa molto piacere, spero che ti rimetti in forma presto.
@Marisa: Sono io grato a te per questo tuo stimolante commento... la tua parte finale un poco mi commuove, in particolare quando dici: "Mi incanta la genuinità, la freschezza priva di qualunque maliziosa scaltrezza linguistica." Si tratta della strada poetica che ho deciso di perseguire fin dalla mia prima pubblicazione... sentirla riconosciuta in un lettore, mi dà gioia. Spesso si pensa che la poesia debba essere complessa linguisticamente... ma io sono di una scuola scientifica che vede nella semplicità e nell’eleganza di una teoria la sua veridicità. Grazie.
@Leopoldo: Grazie, in particolare per questo: "laddove l’interesse coinvolge non
necessariamente i soli addetti ai lavori ma quanti considerano la poesia una opportunità di crescita culturale e spirituale, una ’occasione’ da non disperdere".

 Leopoldo Attolico - 19/03/2012 18:19:00 [ leggi altri commenti di Leopoldo Attolico » ]

E’ sempre un piacere dell’intelletto e della sensibilità leggere Roberto , che qui si conferma una delle personalità più interessanti della sua generazione ; laddove l’interesse coinvolge non
necessariamente i soli addetti ai lavori ma quanti considerano la poesia una opportunità di crescita culturale e spirituale , una "occasione" da non disperdere .

 Marisa Papa Ruggiero - 19/03/2012 14:27:00 [ leggi altri commenti di Marisa Papa Ruggiero » ]

Sono grata a Roberto Maggiani per questa lettura così stimolante! Ne vorrei dire qualcosa, semplicemente, così come mi viene e come sento. Intanto, è bello vedere concordemente intrecciate la sensibilità dello scienziato e quella del poeta. Nella "frequenza del giallo" è la scienza che formula le interrogazioni con una tensione tutta filosofica, e la poesia le dispone sulla pagina. O si espone visivamente attraverso l’immagine fotografica. Vi è un’intensa religiosità della bellezza che ha bisogno di espandersi in profondità e in estensione. L’occhio fotografa se stesso, si proietta nell’immensità interstellare, ed è vertiginoso questo passo: "L’Universo si produce / nello sguardo di una intelligenza"...come dire l’inesprimibile: l’immenso esterno tutto dentro di noi. E’ vertiginoso questo occhio-sonda che si spinge incontro alle "frequenze superiori" facendole dialogare con le intelligenze scientifiche... e sarà il linguaggio assoluto dei grandi simboli matematici, splendidi nella loro perfezione e autosufficienza. (Apprendo adesso, affascinata l’esistenza di questo campo dell’Astrofisica militante che studia le relazioni intellettive extra terrestri...)
Ma poi, c’è la poesia che si farà interrogazione, richiamo altrettanto struggente:"dove siete?" "Qualcuno lassù ci pensa?" e ancora:"A chi consegnerò i miei pensieri?" Siamo come radici, siamo ombre lunghe... Migliaia di rami si protendono ad afferrare il blu immenso del cosmo. Ed è bello vedere che ricevono slancio da un incendio di luce rossa che sale dalla terra. Molte foto sono scatti d’anima. Chi guarda le stelle non può smarrirsi nella pochezza, ma avrà un occhio di pietà. Coglierà della Terra le luminosità più che le oscurità di tante delle sue creature. "L’era del consumismo deve terminare, inizi l’era dell’intelligenza, dell’intelligenza dell’amore e dell’amore dell’intelligenza..." Facciamola circolare nelle scuole la poesia di Maggiani! Mi incanta la genuinità, la freschezza priva di qualunque maliziosa scaltrezza linguistica. Roberto non la conosce proprio questa cosa, non gli serve, sarebbe nel suo caso innaturale, fuori luogo. Roberto commuove perchè è vero. Il suo sentire raggiunge il nostro sentire. E non si pensi che sia espressione ormai superata, perchè ogni vero sentire è sempre nuovo. Un saluto caro da Marisa Papa Ruggiero

 Paola - 19/03/2012 11:29:00 [ leggi altri commenti di Paola » ]

Ciao Roberto, sono a casa con l’influenza, ho scaricato "Nella frequenza del giallo" e l’ho letto. Avevi ragione, dovevo leggerlo tutto per comprenderne meglio il significato. E’ stato un piacee leggerti, è stato rilassante e la mia mente ha immaginato mondi diversi. In particolare però mi sono davvero commossa quando ho riletto (l’avevo già letta precedentemente) la lettera a Pietro, è bellissima. Un’ultima cosa ancora: mi sono ritrovata molto nel tuo ultimo pensiero: "E’ stato tutto uno scherzo..." sarebbe veramente fantastico se fosse davvero così, tutto uno stupido scherzo.

 Loredana Savelli - 18/03/2012 21:53:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

Consigli di lettura.
Man mano che leggo e rileggo "Nella frequenza del giallo" ho modo di soffermarmi anche sulle note spesso presenti in fondo alla pagina. Esse, se di primo acchito possono sembrare ostiche, alla seconda lettura diventano illuminanti!
Ad esempio consigio di leggere "Il gatto di Schroedinger" in cui si "dimostra" come la Realtà si realizzi e si mantenga attraverso un’osservazione, dice meglio il poeta: attraverso il "campo di osservazione di una coscienza". Come supporto a quest’ipotesi, che viene dalla fisica quantistica, è citato un paradossale esempio, protagonista un (inerme) gatto.
Di conseguenza si postula che l’Universo sia prodotto dallo sguardo di un’Intelligenza, l’ipotesi alternativa è il nulla.
Per chi, come me, ha lasciato gli studi scientifici alla trigonometria del liceo classico, è veramennte entusiasmante entrare nella vertigine delle ipotesi scientifico-filosofico-poetiche. Immagino di provare la stessa ebbrezza di un inventore che abbia appena dimostrato una sua intuizione. Perché capire è un po’ reinventare.
Che grande vantaggio possedere più di un linguaggio!

 Lucia Pinto - 18/03/2012 21:49:00 [ leggi altri commenti di Lucia Pinto » ]

Roberto Caro...mi fa sorridere la freschezza delle tue domande. E malgrado le "formule", da ogni verso pare nascere un bimbo.
Grazie
Lucia

 Eugenio Nastasi - 18/03/2012 18:18:00 [ leggi altri commenti di Eugenio Nastasi » ]

Mi piace la parola onnivora di Roberto Maggiani, poeta sempre nuovo, e mi piace la sua assoluta incapacità a raggiungere un minimo di scuola con i suoi versi che, in qualche modo, vigili e disadorni e in apparenza, come i suoi temi, avventizi, finiscono col tagliuzzare gli occhi dei lettori disseminandovi le sue scintille, le sue formule e le sillabe o i quasi haiku, lucenti e ferenti come schegge di vetro.
Roberto è un uomo così vivo e vero ed è poi un così mortale cristiano che ogni volta che cerca una parola (che faccia voto di andare oltre "Proxima Centauri" o dirci se il "bosone di Higgs" suggelli in un punto il "dito di Dio")sempre da capo se la deve inventare di sana pianta, senza alcun sostegno che non sia quello della propria entusistica solitudine e della propria volontà di comunione. Tanto da non riuscire quasi mai a raggiungere l’immagine che cerca per sgretaloarsi in un cocentissimo discorso d’amore di continuo tentato e ripreso, discorso che per essere oblativo vuole essere il disegno stesso dell’anima, piuttosto che una qualsiasi allegorica raffigurazione di quella.
Benvenuti, allora , i tuoi versi di-versi nella frequenza del giallo...

 Cristiana Fischer - 18/03/2012 14:40:00 [ leggi altri commenti di Cristiana Fischer » ]

Ciao Roberto, ho letto il tuo libro con molto piacere. A parte l’emozione che mi ha dato il tuo amore per il nipotino, poichè non sono una critica letteraria, ti dirò cosa ho notato, da lettrice e povera poeta.
Il bisogno di comunicazione: la speranza di cosmonità è la stessa densità delle tue poesie amorose alle pagine 82 e 85.
La bellezza della scienza e della ragione nel verso "la casa edificata sul confine universale" (dell’universo?) e, appunto E, nella bellissima poesia sul chirurgo di pagina 91. Fiducia e ragione insieme.
L’alterazione della percezione che restituisce un mondo visibile e non detto, delle poesie sull’acqua a pagina 87 e il natale come una grande sfera blu e cosa aspettano le finestre a pagina 107.
La vivezza dell’occhio che ricrea l’immagine secondo regole amorose a pagina 82, 83 e 85.
Lo splendore della nuova vita in ogni bambino che è "un condottiero senza armi ne eserciti/che dimostra il suo valore nella foga del sonno e della fame".
Buon lavoro e complimenti

 liliana ugolini - 18/03/2012 05:48:00 [ leggi altri commenti di liliana ugolini » ]

Intanto gentile Roberto Maggiani, complimenti per le foto. Per la premessa mi trovo d’accordo e la poesia che scioglie i dubbi in certezze oniriche è una " stringa" convincente. In modalità diverse, ho scritto quasi le stesse cose e trovarmi all’unisono con una persona che stimo mi fa piacere. Si riassume qui quello che la poesia deve essere ( pensiero, scienza, ricerca nell’oltre e di conseguenza nel sé)e si esprime nei testi arricchenti. Questo essere sulla stessa "frequenza del giallo" è quasi un giallo.Apprezzo questo interessante e documentato lavoro che nello stesso tempo si fa spazio, metafora e fantasia.

 Antonio De Marchi-Gherini - 17/03/2012 22:46:00 [ leggi altri commenti di Antonio De Marchi-Gherini » ]

Marcia sicuro verso una maturità poetica che si fa sempre più pregna e pregnante. Gli interrogativi che da sempre l’uomo si pone trovano qui ipotesi di risposte supportate dalla scienza. Un linguaggio ibrido e ricco al quale il Nostro ci ha abituati.Tutta l’opera poetica di Maggiani è un’interrogazione sulla possibilità di un eccedenza di senso, nella poesia, rispetto alla costrizione del tempo e degli spazi siderali.Sono qui enucleati due piani , uno che trascende il tempo, chiamiamolo pure Dio, che agisce liberaMENTE fuori del tempo, e un altro piano in cui le cose sono sottoposte alla necessità o meglio coatte, condizionate dall’esistere e ad agire da qualcos’altro, secondo una precisa e determinata ragione.
Più che a poeti o a un poeta viene in mente un grande filosofo del Novecento, Wittgenstein, in una delle sue proposizioni del ’Tractatus’:Non come il mondo è, è il mistico,ma che esso è. Intuire il mondo sub specie aeterni- è intuirlo quale tutto-limitato.Ma è da questi alti e bassi, da questi rimandi fecondi che certo scaturiranno altri e sempre più avvincenti e coinvolgenti testi di poesia esemplare.
Certo ci sarebbe ancora molto da dire, ma per quanto mi compete, mi pare siano già stati toccati da acclaranti e luminosi commenti che mi hanno preceduto.

 Roberto Maggiani - 17/03/2012 20:44:00 [ leggi altri commenti di Roberto Maggiani » ]

Ringrazio Franca, sempre così precisa, al contempo leggera e penetrante, per la sua nota di lettura, così come ringrazio Loredana per la puntuale narrazione delle sue interessantissime meditazioni di lettura che trovano, nei versi citati e nelle poesie segnalate, agevoli punti di snodo.
Ringrazio Narda per parole che apprezzo in toto, ma in particolare segnalo: "Ci vuole cuore solo per affrontare certe domande, ci vuole coraggio e tenacia, perseveranza; non capiamo, ma forse lo stupore della vita è il vero miracolo che sperimentiamo."
Ringrazio Antonio Spagnuolo che non manca mai di farsi presente con la sua parola incisiva.
Infine ringrazio Ennio Abate che ha gentilmente segnalato questo eBook sul blog Moltinpoesia, raggiungibile per mezzo di questo link che può essere copiato e incollato nella barra degli indirizzi del browser:
http://moltinpoesia.blogspot.it/2012/03/segnalazione-roberto-maggiani-nella.html

 antonio spagnuolo - 17/03/2012 16:58:00 [ leggi altri commenti di antonio spagnuolo » ]

Abbagliati dalla luce, sorretti dai colori nettamente stagliati, aggrappati alle ombre ed ai filamenti, la poesia di Roberto Maggiani ci accompagna con il tocco della virilità e con la delicatezza del sogno.
Ci sono passaggi che stordiscono , ci sono momenti di illusione, ci sono tratti di sospensioni, ci sono affreschi di speranze.
Una esperienza attenta per la ricerca della parola e per la imprescindibile necessità di ammitare il creato tra le maglie serrate dell’intimo .

 Loredana Savelli - 17/03/2012 08:50:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

Appunti di lettura.
“Forse qualcuno ti vedrà” (da “Uomo”) : l’ossessione di Roberto Maggiani non è soltanto vedere, e il più possibile ampiamente (leggi: senza alcun pregiudizio), ma anche essere visti e amati da una presenza a noi invisibile.
“La luce va osservata cosi com’e –/anche se costretta a cadere sulle cose/è allegra e benevola” (da “Luce”): il poeta ci introduce piano nel mistero della Luce che va contemplato “così com’è”. Di essa va apprezzata la benvolenza, essendo la Luce “costretta” a illuminare l’umanità.
“Rimangono le ombre/di un arretrato abisso –/l’impronta cosmica del male”: viene pesentata l’ombra come impronta del male, non c’è alcun dubbio che le tenebre siano il male.
Lo sguardo cade ora sulla Terra: “un pianeta tra molti altri/che ha lottato e raccolto/dal Cosmo cio che le serviva/ad essere madre.”
Interviene qui lo sguardo “pietoso” nei confronti della realtà terrestre.
Dall’umanità alla "cosmonità": per Maggiani è automatico, meglio, logico, passare dalla realtà alla extra-realtà: se esiste il pianeta Terra, chi può escludere forme di vita in altre galassie?
Detto da uno scienziato, astrofisico, l’ipotesi va presa molto sul serio, la serietà di tutte le ipotesi scientifiche, unita la fascino delle ipotesi poetiche.
Si arriva così alla “Teoria delle stringhe” (pag. 42), che queste ipotesi supporta e giustifica. Il livello di civiltà, aggiunge il poeta (vedi la poesia “Seti@home”), si misura dal livello di relazioni all’interno della “cosmonità”: se non c’è nessuna relazione, allora si è soltanto all’inizo di una nuova civiltà. Ci dobbiamo aspettare migrazioni e legislazioni intergalattiche e forse vecchi e nuovi razzismi.
Quante domande si potrebbero porre ai nostri concittadini dell’universo, ad esempio: “Ma voi come comunicate?” (pag. 52).
Da qui Roberto Maggiani sposta la riflessione sul senso della parola (poetica) capace di “divorare” la noia e su quello della Parola divina, che, sembra svelare il poeta, guida la sua penna (pag.58). Gradito l’omaggio alla cantante Adele e alla "femminilità" della poesia (“la poesia è donna”, pag. 62).

Nella seconda parte lo scienziato-poeta comincia ad indagare sul funzionamento della mente e della coscienza umana, in quanto specchi della struttura dell’universo. Inevitabile, come per il bambino che altro non è se non uno scienziato allo stato puro, chiedersi innumerevoli perché (pag. 68), sebbene non sempre, forse mai, ci sia la risposta.
Da questo punto in poi scaturiscono i ricordi “terreni", la nonna Dina, l’esperienza militare, gli affetti privati, l’amicizia, il vissuto di insegnante, le sensazioni fisiche, come quella del risveglio o anche il piacere fisico-sessuale.
Nella poesia “Ossessione di evidenza” ritorna l’interrogarsi: dietro queste sembianze ed evidenze del tutto “normali” può nascondersi (e non può essere diversamente essendo noi figli delle stelle) la straordinarietà? Se sì, essa non necessariamente si manifesta con i parametri cui siamo abituati.
Nell’ultima parte l’animo pietoso si spinge a considerare la sofferenza e la disperazione del mondo. Viene rivissuta in modo poetico anche un’esperienza autobiografica di dolore fisico e di affidamento alla medicina.
La tenerezza poi si spande senza ritegno nelle ultime poesie dedicate al nipotino, con un avvertimento forse indirizzato proprio a lui circa gli inganni in cui potrà cadere, dal circo, grande metafora dell’illusorietà, al vestito di Babbo Natale.
Verso la conclusione (pag.108) un quasi-aforisma a bruciapelo: “Amo la naturale predisposizione/dell’uomo al bene/non quella artefatta del religioso.” Una pietra lanciata nel mondo dell’ipocrisia, e delle più gravi.
Infine la speranza che tutta la vita, nella sua parte di miseria, sia uno scherzo che nell’aldilà sarà smascherato. Una grande beffa.

Ho provato grande soddisfazione da lettrice nell’entrare nel progetto di questo e-book, che mi pare davvero di un’evidenza schiacciante. Non se se ne abbia colti tutti i livelli di lettura, ma ringrazio comunque Maggiani di avermi raggiunta, persuadendomi in ogni modo che vale la pena confidare in una bellezza e che essa non può non essere il fondamento del Tutto.

Grazie ancora.

 narda fattori - 17/03/2012 03:55:00 [ leggi altri commenti di narda fattori » ]

E’molto articolato ma mai contraddittorio questo bel libro di Roberto.
Sempre si pone davanti all’esistente ( cosmico e quotidiano, non meno cosmico) con lo stesso atteggiamento interrogante. Anzi maggiore è la tematica, maggiore il divario fra la comprensione e la padronanza conoscitiva. L’universo è misterico, affabulatore, incantevole e ... senza risposte. La vita quotidiana ci pone ugualmente di fronte a domante senza risposte perchè nessuna sa dire la bellezza e il mistero di una nascita o di un amore. Ci vuole cuore solo per affrontare certe domande, ci vuole coraggio e tenacia, perseveranza; non capiamo, ma forse lo stupore della vita è il vero miracolo che sperimentiamo.
Narda

 Franca Alaimo - 16/03/2012 22:21:00 [ leggi altri commenti di Franca Alaimo » ]

Ha un respiro largo e profondo la poesia di Roberto, che esplora i confini dell’universo con la stessa meraviglia con la quale osserva e canta la vita delle creature terrene. Le enigmatiche distanze siderali, il loro fascino inquietante che, interrogati, sembrano interrogare, muovono l’autore, forse per evitare di sprofondarvi abbagliato, a ricorrere alle formule ed al lessico matematico, che in essi compie la sintesi di un percorso intellettivo e storico entusiasmante quanto quello poetico; consapevole però che l’una e l’altra ( scienza e poesia ) non sanno dare risposta "al continuo perché" non soltanto infantile; e a dichiarare che tuttavia in questa interrogazione consiste la gioia dello scienziato come del poeta.
L’uomo - sembra dire Roberto - è tale perché non smette di indagare, perché con la ragione e l’immaginazione può viaggiare sempre fra l’alto ed il basso; può, come fa lui stesso, passare dal "profumo di saltimbocca" che si propaga in cucina "allo spazio freddo e nero"; o viceversa dall’universo "lontano lontano" alla doccia, alle quattro parete, alle piastrelle grigie.
In ogni caso la poesia di Roberto è un pieno ringraziamento alla vita, comunque ed ovunque essa si manifesti, sia che sazi il corpo di gioia, sia che lo laceri con il dolore proprio ed altrui.
Questo empito di vitalità emotiva e la sete conoscitiva lo portano, dunque, a farsi quelle domande che tutti ci rivolgiamo intorno all’esistenza di altre creature in altri pianeti e a cercare il filo rosso che tesse l’infinito arazzo del mondo, trovandolo in un neologismo efficace:la cosmonità, che lega in una fratellanza ideale la vita di tutti i viventi, conosciuti e no.
Il libro, pur mantenendo sempre l’ampiezza ottica della prima sezione,sembra costruire un graduale percorso dall’infinito super-individuale alla finitezza individuale; dalla vita cosmica a quella quotidiana, dove Roberto trova i suoi affetti,la sua casa, i suoi ricordi, la scrittura e i suoi sogni, il più grande dei quali è quello di una terra finalmente pacificata dall’amore.
Voglio tornare sulle formule matematiche, a cui si aggiungono documenti e note didascaliche, per dire che esse mi hanno fatto pensare ai documenti e agli ideogammi cinesi che il Pound dei Cantos introdusse con spirito documentaristico e insieme gusto estetico.
E’ come dire che tutto ciò che è scienza è poesia e viceversa per il semplice fatto che luomo con i piedi calpesta il respiro della terra, ma con il capo si rivolge alla misteriosa e bellissima mappa celeste. Oltre che affermarlo - noi tutti siamo d’accordo - bisognava riuscirci attraverso lo stile. E Roberto ha scritto un’opera di poesia, forte, intensa, vibrante.

 Roberto Maggiani - 16/03/2012 19:58:00 [ leggi altri commenti di Roberto Maggiani » ]

Grazie Loredana, per i tuoi primi commenti e per i dettagli che vorrai aggiungere...
Grazie Luca, che in italo-greco-tedesco esprimi elementi sostanziali del mio lavoro...
Grazie Roberto P., che hai riportato l’unica parola riassuntiva dell’intero eBook... lo stupore che vorrei esprimere con questi testi davanti al mistero della vita e alla sua molteplice possibilità...
Grazie Valentina, non potevi farmi più contento scrivendo una lunga recensione al libro...
Grazie Raffaele Urraro, è la prima volta, che io ricordi, che commenti un mio testo, lo hai fatto con profondità, stile e sintesi...

 Raffaele Urraro - 16/03/2012 12:31:00 [ leggi altri commenti di Raffaele Urraro » ]

Due considerazioni, così, a caldo, immediatamente conseguenti alla lettura.
La prima. La poesia di questo e.Book è la poesia della simpatia cosmica perché l’"animus" del poeta sa cogliere il respiro profondo del cosmo, la pluralità della sua universalità, e sa cogliere anche la grandezza/pochezza di noi abitanti della Terra che, orgogliosamente, ci sentiamo i padroni del Tutto. È la poesia dello sguardo, vulnerabile e limitato,nello spazio universale, ma si tratta di uno sguardo che, essendo quello di un poeta, può avventurarsi in un’oltranza misteriosa e affascinante, fino agli sconfinati confini dei nostri orizzonti, fin dove l’occhio della scienza, nonostante la sua potenza, forse non arriverà mai. Colpisce, per questo, il fremito/tremito del poeta di fronte a questa realtà che egli ha avuto il coraggio di scandagliare. Penso che si tratti davvero di un messaggio all’umanità, senza spocchia e senza presuntuosi atteggiamenti, sulla pochezza/grandezza dell’uomo al quale si vuol forse dire che è già tanto che noi, nella nostra finità e sostanziale piccolezza, abbiamo avuto in sorte il privilegio di vivere e di rederci conto, almeno in parte, della eccezionale misteriosità del "luogo" in cui siamo piovuti.
La seconda considerazione. Entrando nell’essenza del poetico, mi dichiaro, "sic et simpliciter", affascinato dalla parola nella quale Maggioni ha inverato il suo messaggio: una parola che si sostanzia del contributo della scienza, una parola, quindi, moderna e attuale, ma filtrata attraverso la sesibilità del poeta, il suo "animus" lirico, i suoi ritmi interni, parola arricchita, ovviamente, dal portato di tutta una tradizione linguistica che faremmo bene, come fa Maggiani, a non dimenticare mai, data la sua grandezza e la sua eccellenza.
In sintesi: poesia della mente e del cuore (non considero fuori moda questi segni), poesia nella quale le emozioni del cuore si mescolano con le emozioni e lo stupore della mente, offrendoci la testimonianza di come la vera poesia sia (o possa essere, o debba essere?) frutto "del pensiero emotivo" (espressione di Giorgio Manacorda).

 Valentina Rosafio - 15/03/2012 20:33:00 [ leggi altri commenti di Valentina Rosafio » ]

ne sono rimasta affascinata :)

 Roberto Perrino - 15/03/2012 20:28:00 [ leggi altri commenti di Roberto Perrino » ]

Per ora dico solo: WOW!

 Luca Soldati - 15/03/2012 10:04:00 [ leggi altri commenti di Luca Soldati » ]

"che cosa sono le stelle? Che cosa è il reale?". Roberto ci dona un moderno Περί Φύσεως alla ricerca di ciò che va oltre quanto testimoniano i sensi. In questo streben - e più in generale nell’intera Weltanschauung del poeta - però, l’esperienza sensibile è fondamentale al nostro trascenderci e non inganno o illusione. Opera metafisica, dunque, che affonda le sue radici (e come potrebbe essere altrimenti) nella fisica, dialogo tra filosofia, scienza (ma non si tratta forse della stessa cosa?)e poesia, ricerca di quel Dio che è coincidentia oppositorum.

 Loredana Savelli - 15/03/2012 08:43:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

Quento non è un commento ma un primo pensiero a caldo avendo scorso le pagine dell’e-book per coglierne la novità. E la novità c’è: la grande fiducia nella scienza e l’amore per le "apparenze" dietro cui si cela il vero. Il vero che è "anche" apparenza sensibile del/nel mondo, differenti visioni, tutto contemplato in uno Sguardo Assoluto onnisciente.
Sempre più riesci a integrare il reale con l’ideale, è invidiabile, e poi catturi con il tuo entusiamo, spingi a credere che niente è inutile, persino la poesia!

(Leggerò le poesie con calma ad una ad una e le commenterò spero degnamente. Ciao, buona giornta)