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maria-jose ballota
- 17/03/2012 14:27:00
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Magnifico ! Me alegro mucho por todo esto ! Desde España es para mi un placer ! Con toda mi gratitud.......Maria-jose ballota-
Narda Fattori
- 07/03/2012 14:15:00
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Premesso che il libro di Tolkien non ho mai voluto leggere, che non amo tutta la letteratura fantasy che ne è scaturita e che va tanto per la maggiore ( è quella che si vende insieme ai libri di ricette), ho trovato interessante questo saggio di Nigro per lardito accostamento, che poi, a leggere, tanto ardito non è. Diciamo che ho perduto alcuni pregiudizi. A me la Terra di Mezzo, Gandalf e Frollo mi avevano sempre insospettito, il sospetto mi resta da buona razionalista, ma penso che le strade per lanciare messaggi possono essere le più diverse, anche quelle che non approvo. E non approvo perchè è il duro lavoro, limpegno, lonestà a fare luomo, non i poteri e i mezzi magici. Però veramente interessante il saggio. Sono curiosa e ho voluto leggere poco entusiasta e mi sono ricreduta. Complimenti allautore e alla sua creatività nellapparentare Manzoni e Tolkien. Narda
Leopoldo Attolico
- 07/03/2012 13:41:00
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Il monitoraggio ( per meglio dire , lo sguardo ) di Nigro è introspettivo e didascalico nellaccezione migliore del termine : i suoi referenti sono il bassorilievo del loro spessore umano / storico / sociologico , cui è facile rivolgere interesse e riflessione . Ma oltre allindagine saggistica questo lavoro evidenzia il robusto imprinting del trait dunion tra lAutore e i Motivi del suo empatico spendersi . A tutto beneficio del lettore . Con stima leopoldo attolico -
Elisabetta Manfucci
- 07/03/2012 07:29:00
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Il lavoro di Michele Nigro ha di certo un merito: quello di levarci dal naso gli occhiali da miope. L’inaspettato lo sperdersi ci fa sentire più vivi, attiva i sensi, sconquassa i pregiudizi. Lo spaesamento rompe gli schemi mentali in cui incaselliamo il mondo (esattamente come scrive Andrea Bocconi in Viaggiare e non partire). Colombo sbagliò strada e finì come sappiamo con la scoperta dell’America. Credo che questo succeda spesso al viaggiatore ma anche allo scrittore: cerca una cosa e ne trova un’altra. E’ un bene? Un male? Michele Nigro sperimenta, ovviamente senza saperlo, il metodo Bates di scrittura. Ovvero: indebolisce e giocoforza rafforza certe immagini mentali, indebolendo o rafforzando la capacità di vedere del lettore. Il primo a sperimentare tale metodo fu lo scrittore Aldous Huxley, come scritto nel saggio L’Arte di vedere. In mezzo agli spunti dell’autore c’è una sfida interessante. Il viaggio, il gioco di rimandi e di sguardi è dunque iniziato. Per vedere bene è sempre necessario creare un forte contrasto.
Alessandra Ponticelli Conti
- 06/03/2012 13:22:00
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Tutte le mie congratulazioni a Michele Nigro per questo interessantissimo saggio. Ho trovato molto suggestive le analogie tra i due testi. Lelemento della partenza forzata, del viaggio, dellabbandono obbligato della propria casa, della propria quotidianità,che poi diviene la ricerca di se stessi, lancia un messaggio universale che supera ogni contesto storioco e culturale. Davvero un lavoro molto valido. Con stima Alessandra Ponticelli Conti
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