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Scrittura a 4 mani
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Il mantello di Baruck [Racconto]
Testo iniziato da Salvatore Sottile il 16/11/2013 18:55:00
Questa parte di testo è stata pubblicata il 16/11/2013 18:55:00 da
Salvatore Sottile
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Succede d’improvviso. Proprio davanti alla sinagoga, in pieno giorno, col mercato poco più in là, nello slargo che dà sulla strada grande, un uomo ne ha accoltellato un altro. È quello che si grida, almeno. Dalla baraonda che ne segue, l’onda d’urto giunge fino ai banchi del pesce e delle spezie, dove mi sto scegliendo un’aringa. “Hanno assassinato un uomo!” “Dove?” “Là, alla sinagoga, là!” Lascio la mia aringa e m’infilo tra la gente che fugge, probabilmente insieme all'assassino e, curioso come sono, giovane come sono, mi faccio largo gridando, “Sono un medico, lasciatemi passare!” Miracolo e, in un attimo, mi trovo davanti ad un uomo accoccolato, seduto di sbieco, con la mano che stringe il fianco destro, in silenzio. Sembra lui per primo meravigliato di tutto quel trambusto. Mi guarda. Lo guardo. Mi fa cenno d’avvicinarmi. Così mi accoccolo pure io e, andandogli vicino, gli dico, “Non sono un medico…” “Lo so.” mi dice lui “Aiutami ad alzarmi.” Ed io l’aiuto. Un uomo basso di corpo, dai lineamenti pallidi, magro, capelli neri e occhi neri. Nel venire su, un colpo di metallo, dal mantello sguscia e picchia sul selciato. “È un coltellaccio…” dico io. Un coltellaccio col quale si sarebbe potuto scannare un bue, ma che all'uomo ha solo trafitto, da parte a parte, il bel mantello di lana grezza che egli porta. “Prendilo.” mi dice l’uomo. Ed io lo prendo. “Può darsi che ci venga utile.” conclude. Intanto, alla vista del creduto morto che cammina, la folla si dirada, il bisbiglio scema e nessuno, di lì a poco, sembra più interessarsi al caso.
“Chi sei?” mi dice l’uomo. Ed io, per tutta risposta, “Chi la voleva morto, oggi?” “Ah!” dice lui, come si fosse già scordato della realtà del fatto, tanto che deve sincerarsene con se stesso e, per questo, stende il braccio sinistro infilandolo nel buco che s’è aperto sul mantello, dalla parte del fianco destro. “Ah!” quello, dice ancora “Oggi, caro amico sconosciuto, oggi sono stato espulso dalla sinagoga…” E come se l’una cosa spiegasse l’altra, tace.
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