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Scrittura a 4 mani
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Quel Natale... [Racconto]
Testo iniziato da Redazione LaRecherche.it il 08/12/2011 12:12:00
Questa parte di testo è stata pubblicata il 08/12/2011 12:12:00 da
Redazione LaRecherche.it
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Quel Natale, in Norvegia, non si sentiva parlare di altro, Babbo Natale non avrebbe più usato la slitta per portare i suoi doni, ma la rete! sarebbe passato attraverso i circuiti elettronici, trasformatosi in segnale digitale avrebbe percorso, in pochi secondi, tutti gli oceani e le terre conosciute! C'era però un problema, come avrebbe raggiunto i bambini più poveri? le famiglie senza elettricità? Per loro, così dicevano le voci, si sarebbe ancora mosso, lui in persona, in carne, molta carne ormai, e ossa, un po' malandate.
Questa parte di testo è stata pubblicata il 08/12/2011 12:53:00 da
Maria Musik
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La rete sembrava impazzita: twitter a milioni, cambiamenti di stato su FB, canzoni appena composte su MySpace... I bambini, poi, si erano subito passati parola: "Stracciate le letterine e spedite immediatamente una mail con le vostre richieste all'indirizzo www.northpole.com e, per sicurezza, anche a www.emailsanta.com" (infatti, ancora non si sa bene se Babbo Natale viva al Polo Nord od in Canada oppure abbia la doppia residenza).
Nel frattempo, erano partite interrogazioni parlamentari, petizioni on line, raccolte di firme pro e contro: chi affermava che ci trovavamo di fronte ad un'iniziativa volta a colamare i gap ingenerati dal digital divide e chi, invece, accusava il grande vecchio di essere un fascista globalizzatore.
Molte aziende avevano subito fiutato l'affare ed avevano aperto portali di cataloghi on line dove si poteva cliccare sui regali richiesti, per poi passare alla scelta "Scrivi letterina/includi lista". I più raffinati, avevano attivato il menu con le opzioni "lettera classica/elegante/commerciale/new age" ed il traduttore istantaneo.
In città, cominciarono a comparire manifesti: "Babbo Natale è dei nostri. Scrivigli e riceverai uno sconto del 20% per l'acquisto di un IPhon" ma, anche, "I bambini Padani non scrivono e-mail. Invieranno al Dio Po le loro pergamenine!".
Questa parte di testo è stata pubblicata il 08/12/2011 13:13:00 da
Giorgio Cornelio
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Babbo Natale,nel frattempo, valutava con calma l'intera situazione, e i vantaggi che quell'operazione aveva portato : più calma,tranquillita,e meno lavoro da fare naturalmente !
Tuttò ciò gli aveva regalato anche una certa notorieta nel mondo dei "più cresciuti(o adulti,come si era solito chiamarli) : stava perfino pensando di aprire una ditta di supermaket con il suo nome, il che avrebbe assicurato più entrate e una pensione più alta,quasi simile a quella dei parlamentari....
Chiuso nella sua stanza, rifletteva su questo e su quello quando il suonare del campanello rintuonò improvvisò.
Panico.
Era necessario alzarsi.
Questa parte di testo è stata pubblicata il 08/12/2011 14:27:00 da
Nicola Romano
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E chi l'avrebbe mai immaginato, era la Befana, che fino all'anno scorso aveva usato la sua classica e vecchia scopa a carbone, lenta e che ammorbava l'aria, mentre da poco aveva acquistato una di quelle scope elettriche tanto reclamizzate in TV, nell'intento di fare più in fretta i suoi spostamenti da un camino all'altro. Ma, pur partendo sempre alla stessa data e non avendo saputo calcolare i nuovi tempi, per mezzo della scopa elettrica la Befana è arrivata più in fretta e con notevole anticipo, e quindi pensò di rifugiarsi ed aspettare gennaio in casa di Babbo Natale. Quest'ultimo si rivelò un po' infastidito, pensando che la Befana gli volesse rubare la scena del Natale. La Befana, dal canto suo, era pure scocciata al pensiero di aspettare dieci giorni a casa di Santa Klaus, e fu così che gli fece una proprosta: "Ascolta Babbino Natale, visto che le spese vanno aumentando e che in tutto il mondo si fanno tagli a destra e a manca, perchè non consegniamo i doni assieme, dividendo le spese a metà? Anzi direi di usare la tua slitta trainata dalle renne, che non usa carburante e non inquina, così dovremo solo provvedere a dare da mangiare alle renne." Babbo Natale, molto sensibile alle sorti del mondo, dopo una breve e silenziosa riflessione, acconsentì facendo precedere questo suo assenso da una lacrimuccia che scendeva giù per il suo naso nodoso. Sappiamo che è andato tutto bene, i bambini hanno fatto loro tanta festa,dandosi appuntamento per il prossimo anno con i Babba Befana.
Questa parte di testo è stata pubblicata il 08/12/2011 14:50:00 da
Lorena Turri
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Era necessario alzarsi... (continuo da lì)
"Marenna infeddolita!", imprecò Babbo Natale, tentando di sollevarsi dalla sua vecchia e ormai sfondata poltrona.
Dopo numerosi fallimentari tentativi, decise di azionare il suo "Salvalavitabeghelli" che non dette segni di vita(!) perchè, per il lungo periodo di inattività, le batterie si erano completamente scaricate.
Allora, con voce greve, arrochita e impastata, bofonchiò:
"Rudolph, Rudolph!", sperando nell'aiuto del suo fido amico ungulato. Ma un silenzio tombale lo avvolse.
Di fatto, la renna, rimasta disoccupata, travestitasi da cane da slitta, era riuscita a impiegarsi in una nota ditta norvegese che esporta in tutto il mondo il pregiato baccalà locale.
Questa parte di testo è stata pubblicata il 09/12/2011 18:38:00 da
Roberto Maggiani
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Perdinci! Dove è finito Rudolph... potrei morire senza che nessuno se ne accorga, se scomparissi nessuno mi verrebbe a cercare, tanto ormai nessuno crede più in me... che tristezza! Un mondo di non credenti! Bleah... Per fortuna era solo un brutto sogno, nessuno ha suonato alla porta... mi sono sognato la Befana, era arrivata con dieci giorni di anticipo e voleva che andassimo a consegnare i regali insieme, un vero incubo. Rudolph, Rudolph!
Questa parte di testo è stata pubblicata il 09/12/2011 19:34:00 da
Lorena Turri
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Intanto Rudolph si stava preparando per il suo primo viaggio, con il cuore strinto strinto nella nostalgia dei quei magici viaggi natalizi che rendevano tanto felici i bambini, quando proprio un bambino, il figlio del suo nuovo capo, gli si avvicinò e carezzandolo gli disse:
"Che orecchie grandi che hai!E strane!"
"Non sono orecchie," rispose la renna,incapace di mentire a un bambino, mentre una lacrima rigava il suo muso, "sono corna! Sì, corna! Ecco! L'ho detto! Non sono un cane da slitta! Io sono una renna, la renna di Babbo Natale! Io le slitte le faccio volare nei cieli stellati!"
"Chi è Babbo Natale?" chiese il bambino un po' stranito.
"E' un povero vecchio dimenticato da tutti!" e così dicendo se ne andò, buttando a terra quella insulsa maschera da cane da slitta.
"Oltretutto" pensò "sono erbivoro e il baccalà mi fa schifo!"
Questa parte di testo è stata pubblicata il 10/12/2011 18:32:00 da
Maria Musik
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Il bambino, che come tutti i bambini capiva la “parola” degli animali ed ascoltava la voce del cuore, si guardò intorno: trovarla l’erba fresca in mezzo a tutta quella neve! Poi, ebbe una grande idea. Corse a casa dove la mamma accudiva Gunn, una gattina bastarda salvata dalla morte che un orribile vicino voleva imporre a tutta una sgradita cucciolata di piccoli felini che aveva chiusi in un sacco. Marie, così si chiamava sua madre, glielo aveva strappato di mano, sibilandogli “Morder!” ed aveva proceduto, con decisione, all’adozione di tutti i micini da parte di amici e conoscenti. Aveva tenuta per sé la più piccola e malata. Da allora, in casa c’era sempre un rigoglioso vaso di erba gatta. Il bambino cominciò a cercarla. Dove era stata messa? Entrò persino nella camera del fratello maggiore; un atto temerario: nessuno poteva varcare senza permesso la soglia di quella stanza. Ma che ci faceva il vaso sulla scrivania di Bjørn e perché stava sotto ad una lampada che emanava luce calda? Non era il momento di porsi domande: strappò tutte le cime e tornò di corsa a cercare Rudolph. La povera bestia se ne stava piantata in mezzo alla strada, col rischio di farsi mettere sotto da un fuoristrada. Gli si avvicinò e gli offrì con tenerezza tutta l’erba che era riuscito a raccogliere. Il cervide si avventò sull’amato cibo. Finalmente qualcosa di commestibile dopo tutto quel pesce stantio e puzzolente.
Un minuto dopo, il suo naso si accese emanando una luce così potente che ci si sarebbe potuta illuminare la più nera delle notti nere. Si sentiva stranamente euforico e, cantando, anzi, bramendo “Jingle bells, jingle bells Jingle all the way”, partì volando alla volta della casa di Babbo Natale.
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