Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L'opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso. (da "Il tempo ritrovato" - Marcel Proust)
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Commento sul libro
Una raccolta di 10 racconti che riuniti, come gli spicchi di un agrume, creano una sfera-mondo, quella dell’autore. Il quale sembra passeggiare indisturbato tra i suoi ricordi reali e tra quelli immaginari, usati, con un certo talento, per tenere il lettore avvinto alle pagine del libro, portandolo in giro per tale mondo, con disinvoltura, passando da un ristorante nell’America dei primi immigrati europei, ad un campo che il proprietario vuole – chissà perché – recintare, sino alle pagine del diario di una fanciulla, alle prese con la crescita, scandita dai pranzi di Natale che la famiglia organizza ogni anno, chiamando a raccolta i parenti sparpagliati dalle loro vite in giro per il Globo. Spesso, nei racconti, vediamo sorgere, ed ingigantire, per i protagonisti, problemi che appaiono risolvibili con soluzioni macchinose ed ancora più grevi dei problemi stessi, salvo poi accorgersi che non si tratta di problemi, la soluzione non serve: era solo un punto di vista un po’ di sbieco a far apparire un’ombra illusoria, ad ingigantire in modo esagerato qualcosa di minuto e fugace. [...] (tratto dalla recensione su larecherche.it)
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