Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L'opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso. (da "Il tempo ritrovato" - Marcel Proust)
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Commento sul libro
Una raccolta di diciassette racconti, che seguono tre filoni tematici: i vecchi (storie atroci e pietosissime di vecchi soli o in coppia); i maturi/immaturi figli (la generazione di mezzo, mai libera né dagli altri né da sé); i figli dei figli, bambini carichi degli oneri, dei mali delle due generazioni che li hanno preceduti. Vegliardi e giovani spesso inappagati e sottomessi da un destino che è anche la chiave della loro ricerca, cercatori perché sin dalle origini cercati; dal caso, dalla sventura, da loro stessi. Un testo di grandioso respiro, di forte impianto narrativo, che si avvale di un linguaggio aderentissimo alla propria materia, un linguaggio che perfettamente nasce dai temi stessi, e che li fa scaturire da sé. Discorso di cose, di forti presenze umane (tragiche quanto grottesche), di duro dolore e pietà, di paradossi e deformante sarcasmo.
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