Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L'opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso. (da "Il tempo ritrovato" - Marcel Proust)
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Commento sul libro
Un giovane professore siciliano un mattino si sveglia in compagnia di due misteriosi cani parlanti che lo conducono indietro nel tempo, quando ancora dèi, giganti e uomini vivevano insieme. Inizia così, per Giustino, un viaggio attraverso la sua terra, agli albori della storia, quando un funesto presagio di morte e distruzione allungava la sua ombra su una terra serena e quasi incantata. Il protagonista non sa di essere la vittima predestinata di un sacrificio che assicurerà a tutti l’avvenire, lo scoprirà solo al termine del suo viaggio. Il titolo richiama il fatto che il protagonista all’inizio della vicenda si chiama Giustino Bonaiuti, poi semplicemente Giustino, poi diventa Ragazzo e alla fine Aldebaran; queste “rinominazioni” sottolineano il percorso di perdita di sé, di perdita di quanto c’è di giornalmente imposto alla vita, di cui, piano piano, spogliandosi, il protagonista si avvicina alla sua essenza primigenia sino poi a diventare un essere di pura luce. Il racconto, nella sua brevità, si legge molto piacevolmente e ha il potere di far molto riflettere; ognuno di noi percorre un viaggio, lungo il quale raccoglie sentimenti e sensazioni, ed è solo nella condivisione con gli altri che questi acquistano sì grande valore da renderci simili ad una stella
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