Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L'opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso. (da "Il tempo ritrovato" - Marcel Proust)
Poesia della settimana
Questa poesia è proposta dal 20/12/2010 12:00:00
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Nell’arco della loggia. Rannicchiata sulla spalletta. Sola. La fronte reclina, il mento stretto tra le ginocchia. Immobile. Il mattino non rinnova la luce cupa dei suoi capelli; non c’è vento che li scuota. Gli occhi, una pietra nera. Le mani d’osso nel bagno di una luna
invisibile. – Dentro l’arco roggio di cotto. Sospesa sul pozzo orizzontale della notte. – Gli occhi, una pietra nera; le mani d’osso; il mento stretto tra le ginocchia. – Rannicchiata. Nell’uovo prosciugato dell’attesa.
– Non mi puoi riconoscere e mi attendi. Il desiderio non spento, ma quale una fiamma bloccata dentro il gelo di un istante. Il sangue giovane, ma immoto nelle vene come polvere asciutta. Eppure
attendi. – Lo so, perché simile è la mia attesa: un’ombra ferma nella cangiante luce del divenire. – E ti cerco, depongo il mio dono di amante davanti al guscio d’aria del tuo corpo. Guardami – e non puoi guardarmi. Dimmi una parola – e non puoi liberare la tua bocca dal laccio oscuro che la stringe.
Sempre. Un’ombra tenue nel giorno, un levore d’albedine se annotta. Un incavo nell’aria, sordo, un fermo groppo di silenzio dove la mia voce si annienta.
[marzo 1988]
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