Questa settimana proponiamo una poesia insolita, essa fu scritta da Tartaglia (il matematico noto anche per il Triangolo di Tartaglia) nel 1534. Egli riuscì a trovare un metodo per la risoluzione delle equazioni di terzo grado, ma non volle renderlo noto in maniera semplice, lo comunicò, in versi alessandrini, al matematico Gerolamo Cardano, il quale riuscì a decifrarlo con notevole difficoltà:
Quando chel cubo con le cose appresso
Se agguaglia à qualche numero discreto
Trouan dui altri differenti in esso.
Dapoi terrai questo per consueto
Che'llor produtto sempre sia eguale
Al terzo cubo delle cose neto,
El residuo poi suo generale
Delli lor lati cubi ben sottratti
Varra la tua cosa principale.
10In el secondo de cotesti atti
Quando che'l cubo restasse lui solo
Tu osseruarai quest'altri contratti,
Del numer farai due tal part'à uolo
Che l'una in l'altra si produca schietto
El terzo cubo delle cose in stolo
Delle qual poi, per commun precetto
Torrai li lati cubi insieme gionti
Et cotal somma sara il tuo concetto.
El terzo poi de questi nostri conti
Se solue col secondo se ben guardi
Che per natura son quasi congionti.
Questi trouai, & non con paßi tardi
Nel mille cinquecentè, quatro e trenta
Con fondamenti ben sald'è gagliardi
Nella citta dal mar'intorno centa.
Per approfondimenti sul metodo di risoluzione e sulle figure di Tartaglia e Cardano, segui questi link:
http://utenti.quipo.it/base5/tartaglia/equacubica.htm
http://utenti.quipo.it/base5/poetico/tartagliac.htm
https://it.wikipedia.org/wiki/Equazione_di_terzo_grado
https://it.wikipedia.org/wiki/Niccol%C3%B2_Tartaglia
https://it.wikipedia.org/wiki/Gerolamo_Cardano
