In memoria di Narda
Abbi pazienza
Prima di prendermi per tenermi
lascia che io sbirci dietro gli usci
fosse necessario un sorriso
una parola semplice come pasta
o una mantellina sulle spalle
non ricordiamo che siamo fatti
quasi di niente gridiamo come folli
e fra la folla troviamo le turpi
solitudini che affumicano la mente.
Abbi pazienza ho navigato tanto
la vela è stracciata e si beve il vento
prendimi quando il sonno
mi picchierà sulle tempie e l’orologio
sarà qualche minuto indietro
una dimenticanza succede invecchiando
aspetta ora rimedio…sii paziente
aspettami…sarò qui subitosubito
Ricordanze
Alla spalletta bassa del ponte
già la tua voce era sollievo
nella chiostra candida dei denti
tentai il salto nella melma
e le salamandre mi accolsero
benevolmente avide sulla schiena
-vieni- dicesti e io confidai
quella volta ed altre ancora
prima di imparare la dolcezza
della tua voce la delicatezza dei calli
crebbi ragazza indocile
docile al tuo richiamo riparatore
zampillo e gran bufera.
Sempre troppo presto giungeva sera.
Al tempo del Pifferaio
Non respingete questa banda di fiati
un po’ stonati che procede saltellando
per accompagnare il pifferaio di Hamelin
sono morti i topi sono morti fra i flutti
invano cercando una riva da risalire
hanno ingoiato do re mi la si diesis
acuminate biscrome e semibrevi
sono stati in massa trasportati là dove
finisce il fiume nelle forre dove interrato
corre fine alle foibe per l’ultimo squittio
o poter respingere questa banda di fiati
con naso rosso dei clown la bocca grande
e bianca che sogghigna mentre segue
la processione ridente dei bambini
che la musica dei pifferaio ha incantato
ad uno ad uno nel fiume si sono gettati
in una gara di tuffi a morte gridando gioia
e i clown hanno lanciato i nasi e i fiati
le lacrime finalmente hanno lavato la biacca
i bambini vanno cadaveri alla foce
il pifferaio non ride neppure s’ allieta
ho solo raccontato la fiaba fino alla bad end.
Stai parata
Non ho udito ancora il frinio delle cicale
né le sorelle lucciole si sono accese
la vita che appare e dispare ogni alba
fa più scollate le vesti delle donne
che rendono le attese rosse di sangue
tingono come una milonga di tanqueria
e la menzogna seghetta come un coltello
frantuma come un martello cerchia
anche l’osso lo sparo a due metri
non cessare d’amare sorella non cessare
ma stai parata come la legione romana
a tartaruga contro la cavalleria.