LXVII
Siamo giunti allo sdrucciolo di vita,
tu ed io. Dovrebbe essere facile,
ma a me non reggono le gambe e a stento
compio al mattino accorciato tragitto;
e tu, se puoi, l’intero giorno dormi.
Luce di luglio, forse stamani entri
in ospedale e ti pieghi alle cure
dei medici, agli assaggi ed alle prove;
scadenze e incontri fuori dalla porta
della stanza dove sei ricoverata
lasci, dimentichi dimenticata.
Nemmeno l’eco del mare ti rende
la riva da san Marco a capo Frasca,
ricomposto silenzio in bianco letto.
5 luglio 2008
***
LXIX
Sul tavolo in cucina cinque pesche
e quattro pere fanno quasi un orto,
e portano il profumo della vita
lontana dai sofismi, un cerchio puro
in sé perfettamente chiuso e fuori dall’ordine consueto delle cose,
sì che gli rende la forma dovuta
il ricordo dell’albero, del ramo.
6 luglio 2008
[ Tratte da Canto a occhi chiusi – Anni solari V, Edizioni Gazebo ]