L’astro
La gelida galassia rimescola il pulviscolo;
tracimano le stelle,
sostano sulle cimase.
Nel portico l’avvinazzato
ride a viso aperto; smarrisce lo sguardo
nel profondo azzurro.
Con il braccio sollevato e l’indice
sospeso, si sorregge
a un invisibile astro.
Nell’aria
Nell’aria, nell’acqua; ovunque.
Nella rapida fiamma del fulmine; nel vuoto
che segue lo schianto; nel pieno
che vi risorge; nel fermaglio morbido
che ti avvolge l’inguine;
nel mollusco viola che chiude la polpa;
nell’arco languido della tua plica; o nel gioiello
che circonda il lobo. Ovunque
io traccio un segno dove tu sei,
pure sottratta al peso, a ogni orpello:
inutile per chi ti osserva
e non confonde con l’angelo.
Il naufrago
Maremoto degli astri
sopra la gola del porto
(dentro plaghe desolate
l’occhio raduna i punti scintillanti
in forme e figure).
Con la nuca nel gorgo – il naufrago
capovolto,
annega
nel cielo stellato.
Il disperso
Là dove il folgore scarlatto
fluttua intorno ai nuvoli verdissimi
la zattera notturna lotta con le onde.
Torna il disperso. Lo accoglie la città
dai ponti incandescenti. Le strie di fluoro
rimescolano i fanali nel turchino.
Spalanca le imposte
l’ultimo postribolo, e agli incroci
fanno ressa i vincitori; i sopravvissuti
invocano pietà dei ginocchi.
Nell’antro
si preparano all’assalto
i resti d’un esercito
distrutto.
[ Poesie tratte da Fuorivia, Edizioni Ensemble ]
