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Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L'opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso. (da "Il tempo ritrovato" - Marcel Proust)

Poesia della settimana

Questa poesia è proposta dal 15/04/2024 12:00:00
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Ombra da viaggio

di Maurizio Marotta

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*

 

Di marzo il temporale ha l’acqua gialla.

Della cassa che si è aperta, luccicare

altro non vedi. Sui vetri

come di lampo si fanno le righe.

Cadendo le gocce stranite

danno mitiche forme, emblemi solari.

Da dietro, per gioco, le mani

incidono un passo alle lastre.

 

Ne leggi qualcuno ed hai scorto

uguali pensieri, minori animali:

vorrei anche morire in un orto.

Botanico sogno del gatto

tra gerani svasati e ringhiere.

 

 

*

 

Anche stasera le lucciole spendono

i loro soldini in un prato nero,

salgono inerti, le piccole, a scatti

mentre l’aria che è intorno risente

di lampi e di storia.

 

Il male che fa l’erba a primavera

sulle braccia non è nuovo.

Pure si va, si arriva ancora

per amore tra i giorni

vestiti leggeri, dentro colori.

 

E pillole, lucciole, manchevolezze

sviate nell’aria per timidezza

nel minimo eloquio a frammenti.

 

Spezza qualcosa anche tu, ti ripeti,

un rametto magari tra questi

che possa perenne restare

nel cuore ai minori fratelli.

 

 

*

 

Da dove vengono i pensieri mattutini,

che parte del mondo è questa adesso

dove si cammina e guarda tutto ciò che è emerso

dalla luce di una prima ora viva

e splende, splende nella sua statura

ogni cosa vera per sé nel suo destino...

 

Cerca d’essere un po’ come l’aria

oggi più mite col dolore fatto lucido

privo di ogni rancore, più volatile.

Qui solo una felicità non vista o accolta male

ci può lasciare soli, in fili d’erba,

ciascuno combattendo il proprio vento.

 

 

*

 

E la sera ti trae in errore,

la qualità del cielo. Pioggia

o domani sole. Eppure la luce è viola,

dietro le case c’è ancora un’avventura

azzurra, d’astri. Più in alto è la luna

che libera luce lontano.

 

 

*

 

Piccola la voce non ti basta

per chiamare dai balconi

le persone che più ami.

 

Ma alla tromba delle scale

quando l’ascensore a tuffo scatta

e illumina radente i piani

anche per te l’urlo è un capace

dolore di chi lascia andare

vuota la sua scatola nel petto.

 

 

[poesie tratte da Ombra di viaggio. Poesie (1983-2017) Giometti & Antonello - Macerata]

 

 


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