Andavamo a passeggiare sulle rive del Reno.
II Reno il Reno è ubriaco dove le vigne si specchiano
tutto l’oro delle notti cade tremando a riflettersi
la voce canta sempre come un rantolo morente
quelle fate dai capelli verdi che incantano l’estate.
Si camminava accompagnati dalla musica.
Da ogni casa di Wiesbaden proveniva un’aria d’opera,
e sebbene la città fosse occupata dagli eserciti stranieri
vi aleggiavano ancora ricordi di festa
e vi regnava un’atmosfera gioiosa.
Ufficiali in pensione,
anziane signore molto distinte,
ragazze bionde, pallide e riservate,
si scambiavano calorosi saluti;
nei caffè si bevevano cioccolate ricoperte di panna montata.
Sembrava di essere nella capitale di un piccolo principato dei tempi prima di Bismarck, in una Germania leggendaria, ma ben poco wagneriana:
niente Sigfrido,
niente Valchirie,
niente tuoni,
niente fulmini,
una Germania di duchi, piccole corti e grandi genî.
Avevo sempre l’impressione
di vedere Goethe girare l’angolo della piazza.
[ La poesia qui proposta è un libero adattamento in versi della scrittura in prosa tratta da Il Sabba, Maurice Sachs, Adelphi, traduzione di Tea Turolla e Leopoldo Carra, pagina 161 ]