*
Col fruscìo ancora afoso
di settembre
sei apparsa all’improvviso
nell’alveo addormentato
del mio tempo
come di rosa porpora
che stupisce il passante
e inebria la quiete dei giardini
Eri una forma prossima alla luna
celata in mezzo
ad attimi inattesi
dentro giornate risapute e vuote
e all’istante affiorarono
parole sguardi e fiocchi di sorrisi
finché radiosa declinò la sera
col dirsi a rivederci
a presto ciao
sviati solamente dalla fretta
per quel cielo
in gramaglie su Torino
*
Un segno
- come di chiodo
sulla nera ardesia
o ghirigoro spray
sul marmo bianco -
è rimasto
vistoso ed indelebile
nelle precoci sere
dell’autunno
(e che adesso s’invena
là dove cresce il cuore)
Tra polveri di strade
e babele di visi
un pensiero si perde
appresso a un nome
e massiccia è la voglia
di tornare ai tuoi occhi
se lascio e ti raggiungo
con questo non partire
*
T'intendo
un bene raro e mia polena
quando scorri a cercare
tra le nebbie d'altura
una rotta che abbia tanto sale
e poche incomprensioni
visto che sorte unisce
quel che vuole
Di fatto basterebbe
un orlo di banchina
e un calmo approdo
dove stretto
si permuta un abbraccio
e dove ormeggio avranno le parole
intanto chiuse
al caldo delle mani
[ inediti di Nicola Romano ]