Sosta
Il sole splende sulla colonna ferma al semaforo
rimbalza da lunotto a lunotto, i riflessi abbagliano,
le macchine ronfano calme.
Scopre, oltre il finestrino, l’allegria
imposta delle insegne, dei cartelloni.
Tanto simile, tanto adeguata, ai disegni dei lungodegenti
esposti negli ospizi.
Si va tutti insieme, lungo il rettilineo, si è tutti insieme fermi,
tutti insieme soli.
H2O
Due atomi di idrogeno e uno di ossigeno
e dentro tanta musica fuggita dalla tabella degli elementi.
È anche possibile che tutto si risolva
in un crepitio di particelle, un rumore di fondo,
e l’allegria del torrente, il nervo ballerino dell’acqua
intorno al fiasco messo a rinfrescare, perfino la tua manina
immersa fino al polso e chiusa controcorrente
in un tripudio di bollicine mentre aspetto tuo padre
siano solo minuscole esplosioni senza senso né giubilo
radianti neanche un brusio e catturate dal buio.
E tu, adesso, allora e domani
l’aggiunta che non perturba lo scrosciare senza fine.
Equinozio
Due volte all’anno notte e giorno in parti uguali,
e una volta prevale la notte mentre l’altra è il giorno
a farsi strada, due volte l’equilibrio raccoglie la sua parte
di tenebra e la sua parte di splendore prima della caduta
e il giorno che insegue ed è inseguito si raddensa in scultura.
È la corsa fermata, il miracolo di una moneta in bilico,
né testa né croce ma testa e croce insieme. Così
anch’io vivo l’equinozio quando scorro sul mio viso
di stanchezza la pelle delle mani, e dall’odore
di tabacco si apre il tuo profumo appena suggerito
che mi ferma il cuore e risale in bocca. Accado, allora,
e mi lascio portare, dentro questa cosa che mi fa accadere
affidato al tempo come una foglia nel fiume.
Senza nome, ma con il tuo nome ben inciso.
*
Costruire una capanna
di sassi, rami, foglie
un cuore di parole
qui, lontani dal mondo
al centro delle cose,
nel punto più profondo.
[ da Stato di quiete. Poesie 2010 - 2016, BUR ]
