Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L'opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso. (da "Il tempo ritrovato" - Marcel Proust)
Poesia della settimana
Questa poesia è proposta dal 13/06/2016 12:00:00
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È una sera divina della primavera fondente come una caramella di menta glaciale che si succhia si succhia finché non resta più niente salvo una sensazione di verdi e freschi prati che dura nella bocca lungamente. L’ultimo fulmine, laggiù, come un pagliaccio infarinato su una scoppiante bicicletta ha percorso il taboga di vetro dell’arcobaleno che ora precipita in frantumi sonorissimi da un capo all’altro dell’orizzonte sul cammino d’un treno in corsa verso una città grigia dalle case straccione sotto i vecchi ombrelli fradici dei suoi tetti. La brezza mi modella la viva maschera del volto e mi rende sensibili e freschi come l’erba sulla fronte i capelli. S’arrampicano i convolvoli pel muro Come fonografi di profumo in ascolto. E va da rosa a rosa in un’aiuola un filo della vergine come una sottilissima corda di seta su cui una ballerina d’odore sta in equilibrio sopra una gamba tremula di vento. Una chiocciola allunga i canocchiali dei suoi occhi dal suo abbaino verso l’astro infuocato d’una zinnia e li chiude. Un pipistrello si stacca da un tegolo umido s’alza e s’abbassa rasenta va e viene con l’ala funebre che ha il brivido della falce nera della morte invisibile che passa. Presto tutto il giardino formicolerà di lucciole piccoli lampi di magnesio per fare la fotografia ai volti ipnotici e medianici dei fiori. È notte: fa fresco: cadono le prime gocce di stelle: si rientra. [ Da L'inaugurazione della primavera ] 
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