I
Di questi boschi in partibus infidelium
è abbastanza comune la poiana,
dove qualche spuntone di roccia
e mozziconi di sassi
che si alzano da terra qua e là
offrono asilo e protezione.
*
Volano in ampi cerchi
di un volo silenzioso
indisturbate dagli abitanti del luogo
che usano dividere le specie
in commestibili o non commestibili
e se commestibili
le perseguitano con ogni mezzo,
se no le ignorano completamente.
II
Dagli spalti del Dosso
il paesaggio si apre sulla pianura
e una lontana linea di alture
ne segna il confine.
A una stessa ora
c’è una macchia più scura
fra le foglie, un battito d’ali
un volo calmo sulle cime degli alberi,
la poiana che si appresta
ai suoi compiti
decide con una sola occhiata.
III
Del suo volo solitario
che volteggia nell’aria
si riflette un’ombra nell’erba,
come una impronta
che si staglia netta
un istante
prima di scomparire.
IV
La “brescianella” o capanno mascherato di foglie
era al fondo di un labirinto verde
adatto agli appostamenti
degli uccelli di passo.
Arrivavano stanchi del volo
e si posavano a frotte
su quei falsi ripari
di camminamenti arborei
e corridoi di piante all’italiana.
V
Caduta in disuso
a causa di vessazioni
e movimenti di opinione
la “brescianella” era stata abbandonata.
Di quel luogo insidioso
eppure attraente
rimaneva il silenzio
delle foglie ingiallite
e corridoi deserti.
*
Una volta era comune il ghiro
che corre di ramo in ramo
con la lunga coda
e appare e scompare tra le foglie.
Si nasconde nella cattiva stagione
in qualche cavità degli alberi
dove dorme per alcuni mesi,
favorito da una sua propensione al sonno
passata in proverbio.
Nel più solitario bosco
a ridosso del lago
denominato “in Buerga”
rimaneva una esigua colonia
superstite della caccia ostinata.
*
Proprio di fianco a quella tribuna
o arengario di pietra
erano state messe due vasche
per le piante acquatiche,
ma vi aveva fatto il nido
la Natrice dal collare,
che serpeggiava fra le foglie.
*
Gallerana era il nome di un torrente
un po’ fuori mano
frequentato da qualche ragazzo
durante l’estate.
Rarefatte le rane
e ormai deserto di quei giovani nuotatori
chissà se scorre ancora
fra gli alberi
e l’erba del sottobosco.
[ Poesie tratte da Paesaggi inospiti, Giampiero Neri, Lo Specchio, Mondadori ]