Amina Narimi
- 13/07/2014 17:22:00
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Da quel primo matrimonio a Cana dove l’acqua fu vino fino alla Santa cena il vino in sangue e all’ultimo sabbat “ Padre, padre mio ,perché mi hai abbandonato?” Il sangue è compiuto e Cristo affida al Padre la sua sposa, Cristo, Il leone della tribù di Giuda, che per mano di Yehudah morirà, doppia “incarnazione” che s’inscrive nella storia come Giuseppe che veglia sul ventre materno grembo di Dio fatto uomo e l’altro Giuseppe d’Arimatea che lo depone nella tomba e lo veglia mentre l’uomo diviene Dio Come ai due lati della croce, tra questi due noi, forse si erge la verità, tra la misericordia e il rigore , là, ai cui piedi pregano un uomo e una donna, Maria e Giovanni, al centro non c’è né uomo né donna, ma unità, al centro c’è il solo viso Presente, dove nella dualità del più antico Giano bifronte esistevano solo passato e futuro Come tra i due Giovanni, Cristo è l’IstanTe, legato per essenza all’eternità, a quel giglio che “è” ogni cosa in una sola voce, un nome, con quegli occhi che Rivedono noi come degli alberi che camminano e l’erba e il giglio e la voce sembrano i tre piedi della sera in cui l’uomo raggiunge il Nome richiesto dalla sfinge Come Edipo abbiamo i piedi feriti ed i pastori intorno che ci accolgono finchè non cercheremo il segreto della nostra nascita lungo strade impervie e strette, inconsapevoli eppure contenenti quell’essenza che ci fa rispondere “l’uomo” alla nostra sfinge sorella, femminile nascosto) vincendo la sterilità, entrando nella nostra Tebe dovremo sposare nostra madre( un riscatto di dolore) per resuscitare il padre e nuovi occhi dalla cecità, nuovamente ciechi e interiori, aperti nella discesa fino al nucleo, fino a prendere il mano il proprio tu-signore-muto, noi, il proprio yod per diventare il dio che siamo.
con la forza delle mani giunte che riunite insieme fanno stelle nella casa è davvero quando siamo deboli che siamo forti.. e si vorrebbe digiunare leggendoti pregare in questa tua poesia è come avvicinarsi ai chiari del bosco senza cercarli e camminando trovarsi d’improvviso con i piedi gonfi nell’acqua fresca e togliersi le bende al sole dal costato, sentire che l’erba infine torna a crescere sulle mani come dallinizio, tutto questo sei, insieme raggiungendo una intensità pari alla luce togliendo il velo a ciò che la nasconde, che chiama
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