Marco G. Maggi
- 13/08/2014 15:15:00
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Poesie crude, non attutite dalla speranza, nella liricità della Davinio ci sono esistenze ingannate dai falsi valori (borghesi), che reagiscono con l’auto distruzione. Quel "deprecabili", che suona così "à la page", a me sembra ironizzare, quasi come fosse un inconveniente, una nota stonata che disturba, significativa di quanto sia "fastidioso" questo stile di vita "borderline" rispetto agli schemi ed allomologazione famigliare e sociale. Una poesia vera, dunque, con un suo suono di fondo, che a tratti sembra volere mettere in guardia il lettore, per educarlo a capire che un’altra via c’è, ed è quella della libertà dai pregiudizi, nel ritrovare se stessi, scelta e strada non facile, certo, ma unica via di scampo dalla persona alla formattazione generale.
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