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Commenti al testo di Amina Narimi
Due monazeni stretti gli occhi
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amina
- 17/12/2013 15:34:00
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Come inerpicandosi, ti leggo, sfiorando appena la terra- con un unico sentimento di Furore, oltre lorlo, i pendii ricordando i giorni di sole attraverso quei solchi che lasci chiudo gli occhi e mi tuffo...
Grazie mareaperto....per ogni volta qui, Grazie
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mareaperto
- 17/12/2013 11:59:00
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Qui si dice maizzeni, ma è congenito alla lingua delle volte, alle grotte, ai ricoveri di attrezzi ed umori.
Riporto perché ti giunga:
Tre case tre - e forse più se intorno visiti labazia dei gamberi che ha cupole di alghe trasparenti.
Chi ha visto lepoca delle cave per le ultime mura di Furore ha potuto sobillare i manufatti ad una ribellione di colori:
scaramucce di toni residenti nel fiordo sfuggito ai mori; la roccia è vecchia, si stempia a vuoto.
Un fiordo è una pertica di mare infilzata nel costato del calcare brullo quando monta londa più alta di qualsiasi altro seno che allatti la terra.
Diranno i profondi: vestiamoci domani che sia nudo loggi. ____________
Aggrazzie
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Amina
- 16/12/2013 15:13:00
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Grazie Amici cari Vi abbraccio con tutta la forza che posso che ho
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Cristina Bizzarri
- 15/12/2013 23:25:00
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Un lume acceso per tua madre, che è viva in te e attraverso di te celebra la sua nascita di nuovo, oggi. Un canto bellissimo Amina, dove tutto rimane: lei, tu, i vostri luoghi magici che fanno magica la vita.
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franco
- 15/12/2013 21:55:00
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E vero.. capita anche a un figlio di accudire la madre. Ma non può diventare madre
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Lorenzo Mullon
- 15/12/2013 13:09:00
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La lentezza del viso è laccompagnamento dei baci con grande larghezza, come un fiume che si appoggia al paesaggio.
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quattrostraccisullapelle
- 15/12/2013 11:03:00
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Abbiamo imparato da te a "conoscere" tua madre e ad intuire una relazione tra due donne che supera il rapporto madre-figlia, per incontrarsi su di un piano più alto dove due intense personalità, si sono comunicate l’anima alla pari, oltre i ruoli o dentro i ruoli ma interscambiabili, per cui nella sua malattia la figlia l’accudisce madre; anche nella memoria dolorosa che mai disparisce, si rivela quest’amore continuamente generativo. Si resta ammirati di due donne così e di un talento poetico capace di elevarci in dimensioni vertiginose dell’anima.
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