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I naufraghi della letteratura

Argomento: Letteratura

di Antonio Braile
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Pubblicato il 10/02/2014 20:22:48

Una recente notizia letta in internet mi ha portato alla mente gli intrecci tra il reale e la fantasia, tra il vero e l'immaginazione, tra la vita e la letteratura.
I giornali e i blog riportano il fatto che il 3 Febbario è stato ritrovato in mare Jose Salvador Albarengo, un uomo messicano di cui si erano perse le tracce da 13 mesi. Egli è tornato a casa vivo e vegeto grazie a una forte volontà che gli ha permesso di mangiare carne cruda e di bere sangue di tartaruga; un suo compagno non ce l'ha fatta proprio perché a differenza sua non è riuscito a cibarsi di ciò. Jose è stato ritrovato su una delle isole dell'arcipelago Marshall, è stato trascinato fin li da un vento immane appena dopo la vigilia di Natale del 2012.
Ciò che sconvolge di questa storia non è il ritrovamento di un naufrago dopo diverso tempo in solitaria, bensì lo stato fisico del messicano, infatti si può vedere dalle foto pubblicate del web che, non solo egli è in piena salute, ma è anche in sovrappeso. Questo ha scaturito dei dubbi alle autorità, i quali infatti hanno cominciato ad indagare su ciò che veramente è successo 13 mesi fa.
Questo avvenimento ha trasportato la mia mente a quelle avventure in mare scritte da grandi autori, coloro i quali sono stati capaci di far rivivere delle storie realmente accadute nei romanzi diventati best seller.
Quando si mescola la letteratura alle storie di naufragi reali non si può che iniziare col ricordare la storia del profeta Giona, il quale, incaricato dal Signore di avvertire la città peccaminosa di Ninive, si rifiuta e scappa via verso Tarsis (in Spagna) con una nave. Il viaggio non durerà tanto, infatti il Signore manda una tempesta per convincere i marinai di quell'imbarcazione ad abbandonare Giona, il quale si ritroverà inghiottito da un grosso pesce che lo risputerà fuori dopo tre giorni. Giona non può che andare a Ninive per avvertire gli abitanti di non continuare a peccare.
Dopo il pentimento generale della città arriva il perdono del Signore, ma per questa decisione Giona si infuria con Dio, si ritira in una capanna in cui fa crescere una pergola che verrà distrutta dal verme inviato dal Signore, il quale vedendo Giona dispiaiuto per la perdita della sua pianta chiede come sia possibile che egli possa essere affranto per una pianta mentre Dio non dovrebbe nemmeno perdonare il suo popolo.
Questo scritto del Vecchio Testamento verrà ripreso a metà degli anni '70 dal film Giona che avrà 20 anni, in cui il protagonista richiama la figura di quel profeta, vittima del compito divino toccato proprio a lui. Nel film è impresto il significato di compiere il nostro dovere quando ci viene richiesto.
Un personaggio che differisce pienamente dalla figura di Giona è l'Ulisse dell'Odissea, il quale vuole compiere ciò che viene chiesto dagli dei. Come gli viene chiesto, egli lascia l'isola di Calipso, dopo 4 giorni spesi a costruire una zattera, riesce a mettere questa in mare e aiutato dalla ninfa Calipso parte. Arrivato verso l'isola dei Feaci ingombe all'improvviso un vento sfavorevole che scaraventa la zattera sugli scogli. Ulisse sulla terra ha ospitalità dal re, il quale rimane estasiato dai racconti di questo personaggio e decide così di aiutarlo e riaccompagnarlo in patria, anche se questo vuol dire la fine del suo popolo, in quanto dopo aver portato a Itaca il loro ospite, contro di loro si scaraventa la furia di Poseidone che trasforma la nave in un masso di pietra visibile dalla riva da tutti gli altri Feaci.
Ulisse riesce ad arrivare in patria dopo un profondo sonno sulla nave dei Feaci, quel sonno rappresenta un fuggire via dalla realtà umana per affrontare le divinità nel loro stesso mondo, questo è un vero simbolo del naufragio dell'esistenzialismo della ragione umana.
Lasciando le vecchie scritture e la letteratura classica ci si può inoltrare in quella che viene definita da tanti come la letteratura dei naufragi, la quale inizia precisamente nel 1534 con i Lusiadi di Luiza Vaz de Camoes.
In questo romanzo portoghese che parla di cinque clamorosi naufragi si può osservare la celebrazione dell'eroismo, la poetica sulle flotti portoghesi, i canti sull'agilità e il coraggio dei marinai, le intuizioni letterarie sulle catastrofi più agghiaccianti, i racconti di amore e odio verso una natura che a volte cattura, ma altre lascia andare via gli uomini verso la civiltà tanto cercata.
Questi tesori letterari riaffioreranno in Fedinando Pessoa, in Jonathan Swift, in Conrad, in Antonio Tabucchi e in altri innumerevoli scrittori affascinati dalla temerarietà della sfida uomo-natura.
Nei giorni nostri, nelle scuole boliviane viene illustrata nei libri la storia del conquistador spagnolo Pedro Serrano per portare un vero e proprio insegnamento alle nuove generazioni sul metodo di sopravvivenza alla solitudine e sul coraggio di affrontare ogni tipo di situazione. Pedro Serrano, infatti, una volta tornato alla sua città, non fa che continuare a raccontare a tutti come egli sia riuscito a salvarsi.
Si è nel 1540 quando la nave su cui salpava affonda nel profondo del mare, Pedro riesce ad arrivare a nuoto sulla terra, su un'isola disabitata nei Caraibi, dove vivrà per 7 anni cercando in tutti i modi di restare in vita. La caratteristica di questa vicenda è che, dopo 3 anni, Pedro si accorge che sull'isola vive un altro uomo, il quale sarà fondamentale per il suo salvataggio.
Non solo nei paesi sud americani la gente è affascinata da quaste avventure, ma anche in Europa è vivo l'interesse verso questa letteratura, un esempio è dato dall'Heptameron scritto dalla regina di Navarra, la quale espone la storia di Marguerite de la Roque, giovane moglie del generale Roberval che nel 1542 parte per il Nuovo Mondo insieme alla sua consorte. Margherita durante il viaggio si innamora di un altro uomo, questo farà infuriare il marito, tanto da far prendere al generale la decisione di abbandonare sua moglie, la sua serva e l'uomo sull'isola dei demoni, così chiamata dalla regina di Navarra, la quale afferma nei suoi scritti che l'unica a sopravvivere sarà la stessa Marguerite, la donna sarà salvata da alcuni pescatori che l'aiuteranno a tornare in patria.
Un'altra storia in cui sono i pescatori a salvare il naufrago è quella vera e recente riguardante Steve Callahan, il quale resta ben 76 giorni solo sulla sua zattera.
Lui, innamorato del mare fin dalla tenera età infantile, decide a 29 anni di navigare in solitaria nell'Atlantico. Durante la rotta di ritorno un grosso pesce si schianta addosso alla sua imbarcazione fino a generare un grande buco che provoca l'affondamento della barca. Steve riesce a prendere con se il minimo necessario e a salire sulla zattera con quella dose di coraggio che serve a un uomo che giorno dopo giorno vede passare delle navi che non si accorgono della sua presenza, fino al 76esimo giorno, quando una flotta di pescatori si accorge miracolosamente dell'uomo solitario.
In Europa l'autore che più di tutti si ispira a storie di naufragi è Jules Verne, il quale riporta sui libri la vera tragedia dell'imbarcazione francese Medusa del 1816, quando durante la navigazione scoppia un incendio che aggiunto alla clamorosa tempesta spinge la nave fino agli scogli più sconosciuti alla nautica.
Secondo il romanzo di Verne, “I naufraghi del Chancellor”. alcuni marinai riescono a creare una zattera che li porterà ad affrontare nuove tempeste.L'autore porta avanti la storia narrata dal diario di uno dei passeggeri, Kazallon, il quale scrive addirittura di scene di cannibalismo. Durante uno di questi episodi, lo stesso Kazallon scopre che l'acqua, su cui galleggia la zattera in quel momento, è dolce, da quell'istante tutto si risolverà fino all'arrivo di alcuni pescatori che conduranno gli undici sopravvissuti in salvo.
Menzionando Verne, bisogna assolutamente ricordare il suo “I ribelli del Bounty” e la travagliata avventura del comandante Bligh.
Il giovane comandante del Bounty nel 1787 parte con un'imbarcazione senza ufficiali della marina militare, questo può essere visto come una causa del famoso ammutinamento contro di lui.
Dopo dieci mesi la nave arriva a Tahiti e, in attesa delle famose piantine, tutti gli uomini passano il tempo con le donne del luogo, tutti a parte il comandante Bligh, il quale rimane isolato sulla nave fino alla ripartenza del 4 Aprile 1789. Egli ha subito problemi con l'equipaggio che comincia ad avere nostalgia delle tahitiane, e così si da il via all'ammutinamento più famoso della storia. L'equipaggio si divide in due, una parte con Fletcher, il secondo di Bligh, e una piccola parte col comandante che non viene ucciso, ma lanciato in acqua. Inizia il suo naufragio, dopo 41 giorni di navigazione Bligh riesce a raggiungere Timor, per poi arrivare a Londra.
La peculiarità di questa storia è che Bligh non naufraga mai sulla terra ferma, ma causerà un naufragio, infatti la nave Pandora, inviata per trovare il suo Bounty, non farà più ritorno.
Dopo aver ricordato il più famoso scrittore di avventure marine non si può che ricordare il più famoso romanzo ispirato a un naufrago, cioè Robinson Crusoe di Daniel Defoe.
La fonte di questo romanzo è la reale vicenda di un marinaio scozzese, un certo Alexander Selkirk, il quale decide di arruolarsi con una flotta pirata con il desiderio di diventare ricco. Lo scozzese ha sempre atteggiamenti frustranti verso gli altri pirati, i quali decidono di abbandonarlo su un'isola di un arcipelago del Pacifico meridionale. Egli riesce a sopravvivere da solo sull'isola per ben 4 anni e 4 mesi, durante i quali ha anche la possibilità di essere salvato da alcune navi spagnole, ma la propria nazionalità non glielo permette, in quanto la Spagna è la principale nemica del Regno Unito.
Nel 1709, grazie alla sosta casuale del capitano Rogers e della sua flotta, lo scozzese viene rinvenuto.
Questa storia animò gli animi degli scrittori anglosassoni più vivaci fino ad arrivare nelle mani di Daniel Defoe che non dovette far altro che chiamare il pirata scozzese col nome, diventato leggenda, di Robinson Crosue.
Questa e altre innumerevoli avventure sono linfa vitale per quegli uomini che vedono nella vita reale un perenne naufragio da cui vogliono allontanarsi assolutamente, e tutto ciò può avvenire soltanto grazie all'immaginazione della mente umana.

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