LUCIO DALLA: il 'Barbone' e il 'poeta'.. Nasce, musicalmente parlando, tra le fila del Jazz per poi diventare arrangiatore melodico, cantautore sofisticato, paroliere impegnato nel sociale, amico sincero e compagno insostituibile di Tour con Francesco De Gregori, Gianni Morandi ed altri. E' stato inoltre personaggio di punta della TV, messo costantemente in onda dalle Radio, regista di spettacoli teatrali e di musical ma, e soprattutto, scrittore di testi poetici colti e raffinati. Perché infine è questo che va straordinariamente affermato parlando di Lucio Dalla, la sua grande capacità di comunicatore attraverso la parola scritta e messa in musica. Se ci fosse un ‘Oscar’ dedicato alla ‘poesia sociale’ questo lo si dovrebbe attribuire a Lucio, per la sua capacità di affrontare temi insoliti anche bruschi dell’esistenza umana, per aver riversato nella canzone quell’amore che anche altri hanno certamente cantato, soprattutto rivolto a singole persone o a fatti casuali, ma al quale solo Lucio ha saputo dare un afflato ‘universale’. Le ragioni di questa attribuzione/riconoscimento sono indubbiamente molteplici e vengono di lontano, almeno dal 1970 quando, assiduo frequentatore delle sale di registrazione della RCA Italiana a Roma ebbi l’occasione di incontrare e intervistare Lucio Dalla, un piccolo uomo barbuto dai modi un po’ rudi che ben presto sarebbe diventato un ‘grande’, certamente un ranocchio che si è poi rivelato un ‘principe’ capace di straordinaria tenerezza e delicatezza d’affetti riscontrabile in ogni sua composizione melodico/strumentale e nei suoi testi qualitativamente ‘poetici’. Un narratore in versi di brevi storie che affondano le mani nella terra, come ad esempio in “Storie di casa mia”, “Lucio dove vai” o in “Uno come me”; nelle emozioni esistenziali che toccano gli animi come in “Quale allegria”, “L’anno che verrà” “Amen”; e nell’affrontare temi scabrosi e insoliti, come in molti brani contenuti negli album “Anidride solforosa”, “Futura” e nei più recenti “Luna Matana”, “Ciao”, “Canzoni”, frutto di vicissitudini talvolta ‘vissute’ o ‘procurate’ che riconducono a una vena altamente poetica del Lucio scrittore, inventore e narratore instancabile del quotidiano, capace di restituire ad ogni singolo momento della vita la sua giusta importanza, il proprio ‘senso’. Dunque una ‘sensibilità’ umana che Lucio spesso ha appreso e riversato nella vita di ognuno di noi come emozione sociale, comunitaria, in chiave di ‘servizio pubblico’ per mettere l’accento su avvenimenti e misfatti della disattenzione, nei titoli: “Il bambino di fumo”, “Anna e Marco”, “Non vergognarsi mai”, “Prendimi così”, “Cosa vuol dire una lacrima”, “Amici”, “Trash”, “4/3/1943”, “Disperato erotico stomp”, “Domenico Sputo” e numerose altre:
“Cosa vuol dire una lacrima”
Cosa c’è dietro una lacrima /Sarà un colpo di vento chissà / È lì nei suoi occhi che luccica /Viene giù mentre parla con lui / Stiamo bene io e te /Non ci lasceremo mai /Da lontano si vede già il tram /Lui le chiede che cos’ha /E domani cosa fa /Lei si volta e siam tutti sul tram /Cosa vuol dire una lacrima /Che continua a cadere anche sul tram /In mezzo alla gente antipatica /Tutti tristi con le facce da bar /Ma perché non parli più /Non ci lasceremo mai /Lei lo guarda e si sposta più in là /Occhi neri di Gesù /Sono il re della città /Su di un tram che nel traffico non va /È passato tanto tempo ormai /Che se ci penso mi spavento /Stesse strade, piazze, stessi bar /Non più soli dentro /Cosa vuol dire una lacrima /E perché non è uguale anche per me /Per me che ogni giorno ho una maschera /Soprattutto quando parlo con te /Io che non ho pianto mai /Che quando penso, penso sempre a te /A te che non ho detto mai /Che tutto quello che mi dai /È che adesso ho bisogno di te.
Così come ha espresso nel canto la solidarietà e il dispiacere per accadimenti che hanno commosso l’opinione pubblica: “Ayrton” dedicata ad Airto Senna; e “Baggio Baggio” che ci ha reso partecipi della sua preferenza calcistica; o l’omaggio sconsiderato di “Serial Killer” e “Kamikaze” tanto per completare uno dei quadri possibili che si potrebbero realizzare volendo fare un inventario per tematiche delle sue canzoni. C'è però un altro aspetto di Lucio Dalla che pure ci è piaciuto, anche se non so quanto risponda al vero, per il fatto che dissimula non poco quell’essere un po’ introverso che pure lo riguarda, e che è tipico di chi offre se stesso al servizio degli altri ma che rifugge forme compassionevoli o misogine dall’una e dall’altra parte. Ed è un Lucio straordinariamente ‘smagliante, nella accezione di gioioso, o almeno brioso, e pur sempre animato dall’arguzia e dall’estro, non so quanto compiaciuto, come nel caso di canzoni (non canzonette) non sempre di sua composizione ma, certamente, adattate e arrangiate per se stesso, sulle modalità e le tonalità che caratterizzavano la sua voce particolare e unica: “Attenti al Lupo”, “Ambarabà Ciccìcocò”, “Canzone”, “Ballando Ballando”, “Se io fossi un angelo”, “Ciao”, “Siciliano”, “Zingaro” ecc. ecc. che lo hanno fatto conoscere al grande pubblico ed anche ai bambini che lo hanno spesso scambiato per un ‘principe barbone’ o forse un ‘orco delle fiabe’. Altro aspetto che va considerato va colto in quei testi che oggi, ancor più che ieri, possiamo catalogare alla stregua di autentica ‘poesia’ e che vanno considerati assoluti ‘capolavori’: “La casa in riva al mare”, “L’anno che verrà”, “Come è profondo il mare”, “Caruso”, “Quale allegria” già presenti nella colonna sonora d’ognuno di noi che le abbiamo ascoltate negli anni e che certamente resteranno nella grande storia della canzone italiana:
“Com’è profondo il mare”
Ci nascondiamo di notte /Per paura degli automobilisti /Degli inotipisti /Siamo i gatti neri /Siamo i pessimisti /Siamo i cattivi pensieri /E non abbiamo da mangiare/ Com'è profondo il mare /Com'è profondo il mare /Babbo, che eri un gran cacciatore /Di quaglie e di faggiani /Caccia via queste mosche /Che non mi fanno dormire /Che mi fanno arrabbiare /Com'è profondo il mare /Com'è profondo il mare /E' inutile /Non c'è più lavoro /Non c'è più decoro /Dio o chi per lui /Sta cercando di dividerci /Di farci del male /Di farci annegare /Com'è profondo il mare /Com'è profondo il mare /Con la forza di un ricatto /L'uomo diventò qualcuno /Resuscitò anche i morti /Spalancò prigioni /Bloccò sei treni /Con relativi vagoni /Innalzò per un attimo il povero /Ad un ruolo difficile da mantenere /Poi lo lasciò cadere /A piangere e a urlare /Solo in mezzo al mare/ Com'è profondo il mare /Poi da solo l'urlo /Diventò un tamburo /E il povero come un lampo /Nel cielo sicuro /Cominciò una guerra /Per conquistare /Quello scherzo di terra /Che il suo grande cuore /Doveva coltivare /Com'è profondo il mare /Com'è profondo il mare /Ma la terra /Gli fu portata via /Compresa quella rimasta addosso /Fu scaraventato /In un palazzo, in un fosso /Non ricordo bene/ Poi una storia di catene /Bastonate /E chirurgia sperimentale /Com'è profondo il mare /Com'è profondo il mare /Intanto un mistico /Forse un'aviatore /Inventò la commozione /E rimise d'accordo tutti /I belli con i brutti /Con qualche danno per i brutti /Che si videro consegnare /Un pezzo di specchio /Così da potersi guardare/ Com'è profondo il mare /Com'è profondo il mare /Frattanto i pesci /Dai quali discendiamo tutti /Assistettero curiosi /Al dramma collettivo /Di questo mondo /Che a loro indubbiamente /Doveva sembrar cattivo /E cominciarono a pensare /Nel loro grande mare /Com'è profondo il mare /Nel loro grande mare ?/Com'è profondo il mare /E' chiaro /Che il pensiero dà fastidio /Anche se chi pensa /E' muto come un pesce /Anzi un pesce /E come pesce è difficile da bloccare /Perchè lo protegge il mare /Com'è profondo il mare /Certo /Chi comanda /Non è disposto a fare distinzioni poetiche /Il pensiero come l'oceano /Non lo puoi bloccare /Non lo puoi recintare /Così stanno bruciando il mare /Così stanno uccidendo il mare /Così stanno umiliando il mare /Così stanno piegando il mare.
In molti, immagino, si domanderanno perché di tanto entusiasmo nel parlare di Lucio Dalla e così in ritardo dalla sua dipartita? Perché averlo conosciuto e avvicinato in alcuni momenti significativi della sua carriera di cantante è stato per così dire ‘toccante’, ci si rendeva immediatamente conto di non essere alla presenza di un artista qualunque, Lucio Dalla aveva dalla sua parte la ‘musica’, un pentagramma stracarico di note visibili che gli ronzava intorno alla testa, che lui teneva al caldo con i suoi numerosi zucchetti e cappelli, sprigionava musica dagli occhi scaltri, piccoli e vivacissimi, che s’impossessavano d’ogni movimento intorno, anche il più leggero, il più nascosto o sordido. Ricordo una delle occasioni in cui lo avvicinai per conto di “Big” (la rivista di musica) in Piazza Mancini a Roma in occasione di una sua esibizione al mitico Teatro Tenda in cui lo raggiunsi nella roulotte adibita a camerino. Lo trovai seduto sui gradini a fumare una sigaretta preso in pensieri che poi mi disse riguardavano la scaletta musicale di quella sera che avrebbe voluto cambiare e magari inserire qualche nuovo brano che gli girava per la testa, ma che non aveva ancora composto. Dopo averlo salutato mi disse che se volevo parlare di qualcosa che non fosse un’intervista potevo anche farlo: «piuttosto raccontami di te, che c… di lavoro il tuo, andare a rompere i c… alla gente nei momenti meno opportuni». Gli risposi che eravamo d’accordo così, che sarei andato a trovarlo prima del concerto. «Ah sì, ma vedi stasera mi mancano le parole, tutto questo vociare di voi ragazzi (ed eravamo davvero in tanti fuori del Teatro Tenda), mi suggerisce qualcosa, qualcosa che vorrei dire..» Un messaggio? – gli chiesi. «Ma che messaggio del c…, piuttosto che io sono con tutti voi là fuori ad aspettare uno str…. Che non ha nessuna voglia di stare su un palco a cantare cose per rallegrare un po’ la serata, ma mi dici ‘quale allegria?’ posso trasmettere in questo stato, figurati, un momento fa ho finanche litigato con Ron, l’ho mandato a fare in c…, dai lasciami in pace, ci risentiamo poi, te lo prometto.» L’indomani tra gli addetti ai lavori non si parlò di un gran concerto, i più malevoli dissero che Lucio si era cantato addosso. Ma Lucio comunque ce l’aveva messa tutta, e nella sua ‘stupenda solitudine’ aveva regalato a tutti noi momenti di autentica poesia, ricreando l’atmosfera auto-consolatoria della sua solitudine interiore:
“Quale allegria”
Quale allegria se ti ho cercato per una vita senza trovarti senza nemmeno avere la soddisfazione di averti per vederti andare via / Quale allegria, se non riesco neanche più a immaginarti senza sapere se strisciare se volare insomma, non so più dove cercarti / Quale allegria, senza far finta di dormire con la tua faccia sulla mia saper invece che domani ciao come stai una pacca sulla spalla e via... / Quale allegria, quale allegria, cambiar faccia cento volte per far finta di essere un bambino con un sorriso ospitale ridere cantare far casino insomma far finta che sia sempre un carnevale... Sempre un carnevale. / Senza allegria uscire presto la mattina la testa piena di pensieri scansare macchine, giornali tornare in fretta a casa tanto oggi è come ieri senza allegria / anche sui tram e gli aeroplani o sopra un palco illuminato fare un inchino a quelli che ti son davanti e son in tanti e ti battono le mani. / Senza allegria a letto insieme senza pace senza più niente da inventare. Esser costretti a farsi anche del male per potersi con dolcezza perdonare e continuare. /Con allegria far finta che in fondo in tutto il mondo c'è gente con gli stessi tuoi problemi e poi fondare un circolo serale per pazzi sprassolati e un poco scemi facendo finta che la gara sia arrivare in salute al gran finale. / Mentre è già pronto Andrea con un bastone e cento denti che ti chiede di pagare per i suoi pasti mal mangiati i sonni derubati i furti obbligati per essere stato ucciso quindici volte in fondo a un viale per quindici anni la sera di Natale...
Certo, a distanza di tempo è possibile riconfigurare Lucio Dalla nei diversi aspetti della sua produzione non solo canora e musicale e ricordare di lui alcuni fortunati successi, a cominciare da quando entra a far parte dei Flippers (1962), complesso composto da Franco Bracardi al piano, Massimo Catalano alla tromba, Romolo Forlai al vibrafono e alle percussioni e Fabrizio Zampa alla batteria, a cui Dalla si aggiunge quale voce solista, clarinetto e sax. Più avanti partecipa ad alcune incisioni di Edoardo Vianello, che i Flippers erano soliti accompagnare, come gruppo di supporto, nelle varie esibizioni canore. “Come raccontò lo stesso Dalla a Torinosette (settimanale de La Stampa), proprio con i Flippers firmò il suo primo contratto. Sempre nel 1962, suona per alcune serate nella sala Le Roi Lutrario di Torino, provocando numerose dispute con i padroni del locale che non approvarono la sua abitudine di esibirsi scalzo, affibbiandogli l'etichetta di "disadattato senza calzini". In merito a questo fatto Lucio ricordava divertito: «..una sera me li sono dimenticai e mi pitturai i piedi, così da farli sembrare dei calzini». In quel periodo poteva capitare, inoltre, di incontrare Dalla, non ancora impostosi al grande pubblico, nei bar di via Po alla ricerca di 100 lire per far suonare i suoi pezzi nei juke box.” Alle sue partecipazioni, sempre straordinarie perché ‘dal vivo’, ai concerti di piazza a Lugo, Bologna, Rimini, Perugia, raccolti in un CD di Paolo Conte con il gruppo dei Doctor Dixie Jazz Band formato da, (attenzione, attenzione!), oltre che da Paolo Conte impegnato al vibrafono, da Nardo Giardina, Luciano Scudellari, Silvano Salviati, Giancarlo Trambetti, Aimone Finotti, Gherardo Cassaglia, Umberto Melloni, Luigi Nassivi, Henghel Gualdi, Theo Ciavarella, in cui Lucio suona il clarinetto e si esibisce in voce in diversi brani:”Sheik of Araby”, “Georgia on my mind”, “Jeeps Blues”, “Flying Home”, “I can’t give you anything but love”. Arriviamo così al famoso Tour ‘evento’ a livello nazionale “Banana Republic” del 1979 con Francesco De Gregori, in cui Lucio si esibisce cantando e suonando clarinetto, piano, sax alto; Francesco canto e chitarra acustica, accompagnati da Ron chitarra ac. E piano; Gaetano Curreri minimoog, solina, mellotron; Fabio Liberatori fender rhodes; Ricky Portera chitarra el., acustica; George Sims chitarra el., acustica; Marco Nanni basso; Franco Di Stefano batteria e percussioni; Giovanni Pezzoli batteria e percussioni. Chi non rammenta i brani che compongono l’album cult? (oggi esiste anche un DVD del concerto): “Banana Republic” (De Gregori e altri), “Un gelato al limon” (Paolo Conte), “La canzone di Orlando” (Roversi, Dala), “Buffalo Bill” (De Gregori), “Piazza Grande” (Dalla, Bardotti e altri) e, insieme ad altre “Ma come fanno i marinai” (Dalla, De Gregori).
“L’anno che verrà”
Caro amico ti scrivo così mi distraggo un po' e siccome sei molto lontano più forte ti scriverò. / Da quando sei partito c'è una grossa novità, l'anno vecchio è finito ormai ma qualcosa ancora qui non va. / Si esce poco la sera compreso quando è festa e c'è chi ha messo dei sacchi di sabbia vicino alla finestra, e si sta senza parlare per intere settimane, e a quelli che hanno niente da dire del tempo ne rimane. / Ma la televisione ha detto che il nuovo anno porterà una trasformazione e tutti quanti stiamo già aspettando sarà tre volte Natale e festa tutto il giorno, ogni Cristo scenderà dalla croce anche gli uccelli faranno ritorno. / Ci sarà da mangiare e luce tutto l'anno, anche i muti potranno parlare mentre i sordi già lo fanno. / E si farà l'amore ognuno come gli va, anche i preti potranno sposarsi ma soltanto a una certa età, e senza grandi disturbi qualcuno sparirà, saranno forse i troppo furbi e i cretini di ogni età. / Vedi caro amico cosa ti scrivo e ti dico e come sono contento di essere qui in questo momento, vedi, vedi, vedi, vedi, vedi caro amico cosa si deve inventare per poterci ridere sopra, per continuare a sperare. / E se quest'anno poi passasse in un istante, vedi amico mio come diventa importante che in questo istante ci sia anch'io. / L'anno che sta arrivando tra un anno passerà io mi sto preparando è questa la novità.
Ma c’è un altro aspetto artistico che non va sottovalutato a cui Lucio ha dedicato, specialmente in questi ultimi anni, la sua attenzione, ma che non ha ancora avuto un grande riscontro e di cui poco si parla, ed è quello del compositore e del regista teatrale di operetta e musical. Dopo la regia per il dittico “Pulcinella” musiche per il balletto di Stravinsky, e “Arlecchino” capriccio scenico di Ferruccio Busoni entrambi del 1977, dove Lucio ha interpretato la parte del ‘narratore’, è passato a “The Beggar’s Opera” (L’Opera del Mendicante) di John Gay, prodotto da Giuseppe Grazioli, drammaturgia e versione italiana di Giuseppe Di Leva, andato in scena al Teatro Duse di Bologna nel 2008 per la regia di Lucio Dalla con Marco Alemanno, Peppe Servillo, Angela Baraldi, Eleonora Buratto, Borja Quiza. Musiche originali di Austin , con un inedito dello stesso Dalla dal titolo “Scarpa”. Siamo di fronte a un’Opera poco rappresentata in Italia e quindi poco apprezzata dal grande pubblico, si pensi che il testo originale è alla base della più affermata “Opera da Tre Soldi” che Bertold Brecht e Kurt Weill, hanno portato alla fama internazionale. In questo caso la regia di Dalla, giocata sulla espressività gestuale della Commedia dell’Arte (senza maschere), e la capacità gestionale delle voci che si rivela determinante, quasi come ‘presenza scenica’ incorporea, alquanto commisurata alla dimensione ‘infuocata’ dei personaggi, più che alla loro dimensione teatrale. Successivamente con “Tosca, amore disperato” (2004), Lucio Dalla porta in scena l’Opera italiana di Puccini nella rivisitazione in chiave ‘musical’ (opera popolare) con Rossano Galatone e Rosalia Misseri, Vittorio Matteucci, Iskra Menarini, Attilio Fontana corpo di ballo e orchestra tutto ‘live’. L’opera musicalmente riscritta con nuove partiture e canzoni e diretta da Lucio Dalla, è andata in scena al Gran Teatro di Roma, dove una folla straripante gli ha decretato uno straordinario successo. Oltre 15.000 spettatori hanno assistito alle cinque serate dal 24 al 28 novembre in cui si è ripetuto il copione di una “standing ovation” spontanea che, nell’ultima rappresentazione di domenica sera, è arrivata al culmine di un applauso durato 30 minuti. “Così come la Tosca pucciniana conobbe nella sua città, Roma, il vero successo solo mesi dopo il debutto, lo stesso singolare destino sembra aver avuto questa Tosca dalliana, oggi riconosciuta capolavoro mondiale del teatro contemporaneo. “Tosca” ha poi ripetuto il successo nei Teatri e Palasport italiani ed internazionali: in particolare a Mosca, Vienna, Budapest e a Broadway per la definitiva consacrazione.
Ed eccoci arrivati ai saluti e non mi resta che dirti 'Ciao Lucio', sei stato grande e rimani comunque il numero uno!
Dal Musical 'Tosca', (sul disco la canta in coppia con Mina)vi propongo di leggere:
“Amore disperato”
Che cosa vuoi sapere, è meglio non sapere /L'amore che mi chiedi non può finire bene… /Non può finire bene… /Il cielo non lo vuole /Ha le nuvole in catene /Non fa più uscire il sole /Senza vento e senza vele /Il tuo amore non si muove /E' fermo come un sasso /Anche il sangue nelle vene… /E' amore in mezzo al ghiaccio /Nel guanto del potere /Un cuore che è vigliacco /E non sa volere bene /Prende le vite con un braccio /Le tiene chiuse al buio, coperte da catene… /Coperte da catene… /C'è un segno corto e chiaro /Laggiù nella tua mano /E' l'ombra del destino /Che come un frutto acerbo /O la prima stella del mattino /Rende l'amore eterno… /Amore disperato /Amore mai amato /Amore messo in croce /Amore che resiste /E se Dio esiste Voi, /voi Vi ritroverete là, là… /Amore… /Inizia la partita /Il diavolo vi sfida /Gli artigli del potere /Che come nera neve /Il lutto di una chiesa /Una candela accesa /Amore disperato/Amore mai amato /Amore messo in croce /Amore che resiste /E se Dio esiste Voi, voi /Vi ritroverete là, là… Amore.
Per questo testo: (Edizioni Pressing LIne srl) Per tutti gli altri testi riportati (Edizioni Universdal Music Publishing Ricordi). Altri testi su: http://www.angolotesti.it/L/testi_canzoni_lucio_dalla_1542/testo_canzone_amore_disperato_40737.html
Tutto su Lucio Dalla:
http://www.musictory.it/musica/Lucio+Dalla Per tutte le altre info su Lucio Dalla: Google - Wikipedia
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