Pubblicato il 17/08/2011 08:40:23
Mi coglie l’alba nel dedalo ombroso dei ricordi. Dal manto del dormiveglia incede a cauti passi l’aurora vermiglia.
E Tu, padre mio per mano mi conduci all’ombra dei filari d’ippocastani nella carezza dei tuoi occhi infinitamente cari.
Pioggia d’oro sul tappeto scarlatto di foglie d’autunno, la selva soave del nostro abbraccio. Il riverbero del tuo viso nelle azzurre fonti del Clitunno.
Alla fine dell’ esule mio andare ti ritrovo nel bacio del sole presso le mura del francescano convento di San Martino.
M’illumino del giorno del tuo sguardo, torno a respirare dello spensierato sorriso bambino nel soave palpito di tenerezza d’averti vicino.
Dilegua al giorno l’onirico incanto. Mai i tuoi passi ed Il sorriso tuo faranno da me ritorno.
In lacrime di rugiada si scioglie il mio pianto.
Al vento dei sereni umbri poggi affido il mio elegiaco canto, il riverbero d’emozione di Te nell’illusione d’averti ancora accanto.
Alla memoria di mio padre Emilio.
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