Pubblicato il 05/07/2011 10:13:06
Il tuo silenzio di seta era il canto del mare.
Irresistibile e suadente richiamo melodioso di sirena che incantato dell’anima leniva la pena.
Nella tenebra di solitudine approdo al lido del Ricordo mio faro dov’è dolce all’anima desolata naufragare e l’arsura mia d’amore si disseta.
Mi sorride nell’inverno senza fine del cuore il bucaneve.
E mentre la nostalgia con richiamo di rondine in esilio stride danzi nella mente dolce e malinconico come la prima,notturna, silente neve nel radioso sorriso dell’infanzia.
La memoria di Te m’abbraccia forte e soave nel turbine di rimpianto nella fragranza d’acero scarlatto di giorni andati, sogni smarriti e foglie morte.
Vanno lievi sul sentiero della nostalgia i miei passi all’ombra d’un addio perduti.
E ancora m’accarezzano indimenticabili i tuoi occhi d’autunno malinconici e muti.
La tua voce profonda e calda più del tramonto al mare mi lambisce come travolgente onda.
In carezza di rimpianto ogni notte nella terra di nessuno tra la veglia ed il sonno Ti rivedo
quando bimba smarrita nella notte di tenerezza Ti correvo scalza incontro e tra le braccia tue mio nido amorevole volavo.
Mai più, mio settembre di boccioli anelato farai da me ritorno e le mie nostalgie fremono all’orizzonte in stormo.
Fioriranno la viola ed il biancospino nel vento gelido dell’assenza al nuovo sole.
Nel bacio del vespro soltanto una rosa e una lacrima ardente lascerò cadere sulla fredda lapide dove Priamo sovrano riposa.
Gemmerà in nivei fiori di rimpianto il biancospino e nel sospiro di nostalgia T’avrò vicino.
Nella carezza di sussurrate parole brillerà forse ancora all’ombra del nostro perduto sorriso l’ultimo sole.
Il palpito lacerante del rimpianto è sinfonia di ricordi.
Vola la mente dal deserto dell’oggi all’alveo del fiume di lacrime prosciugato d’un pietrificato, antico, celato pianto…
Il respiro sull’altare di un dio indifferente e crudele immolerei per riaverti soltanto un giorno a me accanto.
Amavi il Poeta De Andrè il turbine scarlatto e d’oro d’autunno, tua figlia.
E mentre il silenzio mi parla di Te nel manto scarlatto della rimembranza la tua assenza l’anima artiglia resto qui sola nella segreta della distanza.
Nel dedalo inevadibile del dolore come rondine ferita che senza Te più non vola.
La tenebra fitta, soffocante non si vuole dileguare.
Mi libero nel nostalgico pensiero mio sogno folgorato, mio giglio reciso mio mosaico infranto.
Ti sia carezza d’amore il mio elegiaco pianto ora che Ti raggiungo soltanto con l’orfico canto.
Mio sovrano esule che non smetto in un solo sospiro di cercare.
E nel giardino segreto d’un palpito nel volo del Ricordo nello sguardo di malinconia ardente nel bacio del sole oltre la collina continuo ad amare.
Nell’abbraccio senza fine s’innalza l’emozionante concerto del cuore d’un abbraccio del padre alla sua bambina, sinfonia sublime d’amore, luce d’oro della mattina.
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