Pubblicato il 02/07/2011 13:34:14
Ti ho cercato alla stazione tra la folla accalcata sotto la pensilina.
Ho comprato un biglietto sola andata al botteghino dei sogni per raggiungerti ad ignota destinazione.
Il fremito dolente nell’incendio avvampante del rimpianto soltanto un istante vorrei rivederti….
La banchina affollata del primo binario, il mio sguardo ansioso e commosso la gioia trepidante d’una bambina.
Era dolce e radioso il mattino allora.
Orfano di luce, derubato del tesoro della tua voce ora nel caldo soffocante di luglio, la memoria mi lacera l’anima in crudele artiglio.
Un gruppo di ferrovieri in divisa grigio azzurra S’avvicina E la nostalgia all’anima ferita il nome tuo Ogni istante sussurra.
E mi rivedo bambina, ad attenderti col treno in arrivo sulla grigia banchina.
Il dardeggio caldo del sole, volano verso Te perdutamente lontano esuli e raminghe le mie parole.
Non sei Tu l’uomo sorridente Nel binario deserto, lontano.
Invano a Te protendo la vuota e stanca mano.
La squadra del turno del mattino s’inoltra in fondo al binario e ti rivedo a tracciare percorso ed orario d’un treno in itinere, nell’scuro disegno della vita nostra, del destino cinico che i candidi sogni di nere lacrime inchiostra.
Senza Te orfane e nelle cenere del rimpianto delle mie sere.
Fremono nel vento della solitudine scarlatte bandiere.
Le emozioni in coro valicano inarrestabili le frontiere….
Un gruppo di ferrovieri sorseggia un caffè, nell’afa estiva, un attimo di ristoro…. Ma tu non sei più insieme a loro.
T’attendo ancora sul binario desolato della mia nostalgia rovente di solitudine e d’amarezza da quando sei andato via.
Ti cerco nella fotografia dai contorni rubati dal tempo, prima che l’inesorabile signora della tua vita facesse scempio.
E ti ritrovo nei pixel vividi della memoria, nel bianco e nero del mio batticuore, nel fermo immagine d’amore che nell’anima mia sospesa resterà.
Come il trillo della campanella al primo binario, dove ogni alba il cuore mio desolato t’attende invano e solitario….
Il treno di nuovo giungerà, nel viavai dei pendolari. Invano con lo sguardo velato di lacrime cercherò l’aurora dei tuoi occhi d’autunno infinitamente cari.
Tu fra loro non sarai…. Nell’allegro vocio che l’antica stazione di frontiera animerà….
M’ammanto della luce del tuo caldo e radioso ricordo, m’inebrio della carezza del tuo sorriso nella tenebra della mia anima, solare dardo che nella notte polare della mia solitudine soave sole di mezzanotte sarà ….
Ora e sempre…. …Papà.
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