Ci siamo incamminati verso sera
tra l’erba grigia e strade di polvere
il tempo ancora giovane e la notte
solo un vuoto e smisurato pensiero
i passi sui passi tuoi senza domande
e una scorta di preghiere brevi
come luci lontane intermittenti
che pure ti guidano e ti seguono.
Prima ho abbracciato l’ora sesta
ricordandomi piccoli dettagli
poi ho separato Dio dal grano
ed i miei figli erano giovani
spighe corteggiate dalle lucciole.
In questo niente di porpora e terra
in questo taglio violento di luna
siamo piccoli sassi qualsiasi
frasi piovute su un aspro pendio
di masticate ragioni invitanti.
Nel nostro margine i sensi tracciano
aperture di luce inaspettate
campanili lontani all’imbrunire
che sempre suonano lo stesso amore
lo stesso fiore in mezzo alla campagna.
Tra il perdono ed il nostro cammino
c’è un volo infinito di attese
di finestre sprecate a dare salvezze
almeno fino a dove la memoria
rimane il nostro livido orizzonte.
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