Pubblicato il 12/02/2011 06:58:50
Ecco, è finito: non si tocca più. Quanto mi pesa la penna in mano! Era così leggera poco prima, Viva come l'argento vivo: Non avevo che da seguirla, Lei mi guidava la mano Come un veggente che guidi un cieco, Come una dama che ti guidi a danza. Ora basta, il lavoro è finito, Rifinito, sferico. Se gli togliessi ancora una parola Sarebbe un buco che trasuda siero. Se una ne aggiungessi Sporgerebbe come una brutta verruca. Se una ne cambiassi stonerebbe Come un cane che latri in un concerto. Che fare, adesso? Come staccarsene? Ad ogni opera nata muori un poco.
15 gennaio 1983
(tratta da "Antologia della poesia italiana", Seconda parte, diretta da Cesare Segre e Carlo Ossola, Gruppo Editoriale l'Espresso, 2004, la Biblioteca di Repubblica, pag. 921)
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