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Le ferite dell’anima

Argomento: Filosofia/Scienza

di guido brunetti
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Pubblicato il 14/06/2022 09:12:09

Guido Brunetti

Le ferite dell’anima. Gli abusi sessuali

 

Il fenomeno degli abusi sessuali del clero in Italia e nel mondo suscita indignazione e pone gravi problemi di natura psichiatrica, sociale e giuridica. Il mio rapporto con la Chiesa e i preti? Premesso di essere abituato a esprimermi secondo scienza e coscienza, preciso di nutrire verso la Chiesa e i sacerdoti un profondo rispetto. Da bambino, ho studiato a Nemi, splendida cittadina alle porte di Roma, nel collegio dei Mercedari. Sono stati anni fondamentali che mi hanno fornito, nella scia dell’educazione familiare, una solida cultura classica in latino e greco e una salda formazione intellettuale, morale e spirituale. Serbo per quei magnifici sacerdoti-docenti una enorme gratitudine”. E’ una questione che genera ferite nell’anima. Sono le ferite che emergono soprattutto con gli abusi sessuali, e aggravati ultimamente dalla pandemia, colpendo in particolare i ragazzi e le persone fragili. A partire dai primi anni del XXI secolo, il fenomeno degli abusi sessuali sui minori da parte di sacerdoti e religiosi ha richiamato l’attenzione dell’opinione pubblica internazionale e dei media. Le inchieste prendono avvio negli Stati Uniti d’America a Boston, dove finiscono sotto accusa 89 sacerdoti e l’allora arcivescovo. I dati mettono in luce decenni di abusi sessuali da parte di sacerdoti. Negli anni successivi, la questione coinvolge molti paesi dell’Europa e le denunce cominciano a provenire da tutto il mondo. Emerge- sottolinea Lucetta Scaraffia che con Anna Foa e Franca Giansoldati è autrice dell’ottimo e documentato libro “Agnus Dei. Gli abusi sessuali del clero in Italia” (Solferino, 2022) un quadro preoccupante di dimensione mondiale. La pedofilia, gli abusi sessuali del clero, questo “mistero del male” finisce per corrodere e avvelenare la Chiesa. Il termine pedofilia indica una patologia caratterizzata da ricorrenti impulsi sessuali e fantasie sessualmente eccitanti, riguardanti la pratica di attività sessuali con un bambino. Secondo il ‘DSM-5, Manuale diagnostico dei disturbi mentali’, gli impulsi o le fantasie devono avere una durata di almeno sei mesi. Il profilo clinico del pedofilo mostra conflitti e difficoltà nei rapporti con gli adulti, e ansia e paura nelle relazioni con le donne. Di frequente, nell’infanzia, questi soggetti sono stati a loro volta vittime di tali comportamenti sessuali. Le cause sono molteplici, vanno cercate nello sviluppo cerebrale all’interno dell’utero e nelle prime fasi dopo la nascita. Anomalie nello sviluppo neurologico intrauterino, il disturbo antisociale di personalità, il disturbo da uso di alcol e di sostanze e il disturbo ossessivo- compulsivo possono aumentare la probabilità dell’espansione del disturbo pedofilico. La sessualità poi è determinata da fattori genetici e dall’interazione prenatale tra gli ormoni sessuali del bambino e il suo cervello in evoluzione. Ciò vale anche per le donne pedofile. E’ un mito che le donne siano immuni dalla pedofilia. Molte violenze sessuali sui bambini sono compiute perlopiù da madri che abusano dei propri figli. La pedofilia è una patologia mentale, ma non dobbiamo dimenticare che il ricorso al concetto di patologia non ci deve far dimenticare che questo comportamento è un crimine che va dunque punito penalmente”. Qual è la reazione della Chiesa? Papa Francesco è intervenuto più volte sulla questione, sottolineando “tolleranza zero” verso gli abusi sessuali. A sua volta, papa Benedetto XVI ha storicizzato il problema degli abusi sui minori, collocandoli nella cultura permissiva degli anni Settanta, quando esplode la rivoluzione sessuale. Ratzinger ammette che i comportamenti delle gerarchie ecclesiastiche di fronte agli abusi rappresentano ‘una grandissima colpa’. In questa direzione si pone anche padre Lombardi, il quale sulla ‘Civiltà Cattolica’ riconosce ‘la responsabilità istituzionale della Chiesa’. Serve, secondo il cardinale Bassetti, già presidente della Cei, “un cambiamento autentico”. La Chiesa- aggiunge il cardinale Hummes “non può chiudere gli occhi di fronte ai casi di pedofilia tra i propri preti”. Il problema degli abusi nella Chiesa riveste ‘ un aspetto diabolico’, che indigna e fa soffrire il popolo dei fedeli. Sono d’accordo con Lucetta Scaraffia, docente di storia all’Università di Roma La Sapienza e cattolica, quando afferma che “le resistenze sono molto forti”. Storicamente, gli abusi sessuali ci sono sempre stati nelle Chiesa e nella società. Si verificano nelle famiglia, nelle scuole, nelle società sportive, ecc. Sta di fatto che il termine pedofilia e quello di abuso sessuale non compaiono nel Codice di diritto canonico. L’abuso è considerato un peccato contro il sesto comandamento e non come un crimine su una persona, per di più fragile e immatura. Nel settore delle donne abusate, delle suore e delle religiose, il problema risulta ancora più allarmante. Il numero degli abusi è ‘molto alto’. Le denunce vengono valutate come ‘relazioni romantiche’, infrazioni contro il voto di castità, piuttosto che ‘un abuso sessuale e di potere’. Nelle suore, predominano la paura, il dolore, l’angoscia, il silenzio, la devastazione dell’anima. I danni psichici e mentali sono ‘spaventosi’. Vite rovinate per sempre. Vicende dolorose terribili. La riflessione sulle vittime di violenza sessuale incomincia a partire dagli anni Settanta. La normativa giuridica puniva il delitto in questione come delitto contro la morale. Con la legge del 1996, lo stupro diventa un reato contro la persona. Sono molte le ricerche sui disturbi psichiatrici e di personalità che insorgono nelle vittime. I danni compiuti da un sacerdote risultano ancora ‘più gravi di quelli commessi in altre situazioni da familiari, docenti, medici, allenatori e baby-sitter. Il sacerdote è, lo ribadiamo, un rappresentante di Cristo, viene chiamato Padre, vissuto come una figura genitoriale, sacrale. L’abuso assume perciò una valenza incestuosa. Ricerche scientifiche mostrano l’insorgenza di effetti drammatici, dannosi e devastanti sul corpo e sulla psiche delle vittime degli abusi sessuali. Effetti che hanno conseguenze deleterie nel corso dell’intera esistenza del soggetto abusato. Sono numerosi i disturbi psichiatrici, come traumi, ansia, depressione, dissociazione, disturbi della personalità, fino a tentativi di suicidio. Esiti perversi che danneggiano l’esistenza della persona e il suo sviluppo intellettivo, emotivo, sociale ed etico. E’ una devastazione dell’anima. Il profilo clinico dell’autore degli abusi sessuali rivela un soggetto immaturo ed emotivamente infantile. Alla diagnosi, risultano inibiti, frustrati, remissivi, ma potenzialmente aggressivi e violenti. Sono, questi soggetti, autori di disturbi mentali, ma anche autori di gravi crimini sessuali, con disturbi di tipo paranoide e schizoide. Concludendo, c’è la forte esigenza di una maggiore e più incisiva presa di coscienza nella Chiesa. Un’ assunzione concreta di responsabilità. Deve essere un’espressione di verità. Bisogna chiamare bene il bene e male il male. E’ opinione di molti studiosi poi che gli istituti per curare i preti pedofili non hanno dato esiti positivi. L’aspirante sacerdote al suo ingresso in seminario dovrebbe essere sottoposto ad esame diagnostico da parte di un’équipe formata da psichiatra, psicologo ed assistente sociale, e ad un periodo di osservazione di tre mesi, al termine dei quali redigere una relazione conclusiva. Parliamo di un male che sconvolge per sempre intere vite umane, la società e la missione sacrale del sacerdote e della Chiesa. E’ una vicenda penosa, dolorosa e tragica. Che, abbandonando ogni letteratura retorica, richiede immediati e concreti interventi, individuando un disegno strategico sul piano psichiatrico, sociale e giuridico per un’azione preventiva, diagnostica e terapeutica. Le malattie vanno curate per evitare che si aggravino e diventino incurabili”.


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