Pubblicato il 12/04/2022 17:46:29
Guido Brunetti Alla ricerca del gioiello dentro me Il cervello, la mente e la coscienza, che sono ancora il mistero più grande dell’universo, sono stati oggetto di studio filosofico, metafisico ed etico fin dai tempi antichi. Nel Novecento, questi temi sono passati nella sfera di competenza delle neuroscienze. Non c’è conoscenza che non abbia come base la ricerca di se stessi, del proprio Io, della propria interiorità. Seguire il cammino misterioso che porta all’interno è premessa alla realizzazione di una vita dotata di senso. E’ un cammino compiuto da un’ottima scrittrice, Anna Llenas, attraverso libri di racconti illustrati per bambini. Tra i suoi volumi, un testo ricco di bellissime e suggestive immagini intitolato “Il gioiello dentro me” (Gribaudo). Veniamo al mondo- scrive l’autrice- “con un gioiello molto prezioso dentro di noi”. Questo gioiello è la nostra essenza, la nostra anima, il nostro io più vero. E’ il nostro bene più prezioso. Ci fa sapere chi siamo, ci fa sentire “liberi e felici, capaci di tutto”. I racconti, le fiabe costituiscono un potente strumento pedagogico nel favorire lo sviluppo cognitivo, affettivo e sociale del bambino. Il racconto di una storia poi rappresenta uno dei momenti in cui adulto e bambino possono sperimentare un fecondo processo di interazione e di crescita umana e psicologica reciproca. Fate, miti, giganti, individui, re, regine, personaggi fantastici, credenze, paure scandiscono le trame fiabesche e possono essere elementi in grado di preparare il bambino ad affrontare con più sicurezza le vicende della vita. Freud sostiene che elementi contenuti nei racconti si possono ritrovare nell’analisi dei sogni, ossia nei simbolismi onirici di natura inconscia, nei miti e nei motti di spirito, facilitando l’accesso al mondo oscuro e segreto del fanciullo, alle sue dinamiche affettive ed emotive. In questo senso, si rivela un compito prezioso quello di condurre il bambino a inventare la costruzione di storie, le quali diventano una proiezione del suo mondo interiore. Il racconto può dunque trasformare i suoi desideri in insegnamenti per la sua emancipazione, svolgendo perciò una funzione catartica e portando a soluzione i suoi conflitti, le sue paure e le sue insicurezze. I racconti, le fiabe hanno anche una funzione terapeutica. Si possono acquisire importanti fattori diagnostici e numerose implicazioni nel trattamento di stati di ansia, sofferenza, inquietudini. Tutti elementi idonei alla conoscenza e alla comprensione degli stati soggettivi dell’ Io, della propria interiorità. E’ stata la fenomenologia a offrire gli strumenti per un’indagine approfondita delle esperienze soggettive della coscienza e per cogliere il senso autentico della soggettività e dell’interiorità, degli universi culturali e dell’essenza dei fenomeni. La fenomenologia è uno dei movimenti filosofici più influenti del XX secolo, una nuova filosofia che mette in primo piano l’interiorità della persona, che è all’origine di ogni funzione cognitiva. Il suo impatto sulle neuroscienze e sulla psichiatria è stato evidente, fornendo chiavi di lettura in un mondo ancora pieno di incertezze e lacune. La dimensione dell’interiorità, da Cartesio e Kant, sarà destinata a segnare la filosofia e la teologia occidentale, l’esistenzialismo, la fenomenologia di Husserl e molte correnti dello spiritualismo moderno. Conoscersi, scendere negli abissi della propria soggettività, là dove abita la verità è il principio della propria conoscenza, di quella degli altri e del mondo. E’ nell’interiorità- scrive sant’Agostino- che si manifesta la verità. “Noli foras ire, in te ipsum redi, in interiore homine habitat veritas”. L’uomo deve tornare a se stesso, non deve uscire da sé per cogliere la verità. Il “cogito” diventa il fondamento del conoscere, il luogo privilegiato della verità, consentendoci di scendere nelle “terre incognite” del nostro Io, ed aprirci al futuro, all’infinito, che è il mistero nel quale è immersa la nostra esistenza.
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