Separate,
le ciocche appaiono confuse,
nell’opacità di una nuova calvizie
smarrite.
E non basta l’attimo di compiacenza
di un raro sole di mezzanotte
a dare visibilità ai contorni
e luce al buio dell’assenza.
Piuttosto,
è il suono potente di un corno
- il barrito di un elefante in fuga -
a districare i nodi tra i capelli,
a svelare la verità di ognuna.
Così resta l’anima mia
- sospesa tra i fili sottili della tua -
se mi accarezzi con indulgenza
senza chiedermi di andar via.
A rompere il silenzio con un urlo
- a soffiar forte sulla pelle -
ci sono ancora io
e la fuliggine diventerà neve
e sarà inverno
ma durerà una sola stagione.
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