Pubblicato il 05/02/2011 15:00:27
Quell'unghia che raspava contro i vetri - cane o persona amata, mio padre o il giardiniere - più non chiama nè indugia nè si ostina. Ma esiste, più irrequieta d'ogni mare.
E' un rumore schiacciato, una pastiglia di silenzio che porta ancora un nome, un barlume di vita. Càpita a volte di trovare in un libro un fiore memorabile, filigrana e fantasma.
Tutto ciò che ora è denso, un crocevia di linfe, dovrà passare per quella cruna d'ago. Ride e piange il presente, e si prepara al rito. Le maschere bifronti lo guardano passare.
(tratta da "Geometria del disordine", in Poeti italiani 1945-95, a cura di Maurizio Cucchi e Stefano Giovanardi, i Meridiani Mondadori, 1996, pag. 269)
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