Pubblicato il 23/05/2011 09:11:46
Hai chiamato? Ed io sono giunta accanto alla fine. Quieta ho afferrato quel che rimaneva di vivo. Ho soffiato parole suggerite dall’eternità lette nel lampo del temporale. Volevi me? Ed io non ho avuto paura. Perchè il mio coraggio è per te fallimento Il mio stomaco duro Il mio respiro affannoso I miei occhi asciutti sono la tua rovina. Hai fatto il mio nome? E potevi portarmelo via insieme a questo vivere logoro. Te lo chiesi e quante volte… Ma tu non vuoi incubi che non ti appartengano Non vuoi angoscia che non ti spetti. Così resta inappagata la tua ossessiva brama. Che fai mi aspetti? Si, rimani con fauci spalancate Osservami pure le debolezze Con la mia rabbia ti schianterò lo sguardo Ti irriderò nel canto e annienterò il tuo dominio Ti sconfiggerò nella poesia.
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