Pubblicato il 22/05/2011 08:44:02
Verdeggia il minuto castagno con indomito vigore, la tenacia e la pazienza forgiata nell’inverno del dolore.
Impavido esule dal bosco dallo sguardo protettivo delle viole orfano del nido memore d’indimenticabili baci di ombre e sole.
Esili, tenaci, resistenti foglioline sbocciate in tenero diadema, il virgulto rifiorito della Vita emozionante canto ed emblema, carezza di tenue colore in solitarie mattine.
Né gelo o tramontana o sferza inclemente di neve son riusciti a soggiogarne la forza vitale. Proteso fiero al celo il giovane arbusto erede d’un sogno lieve.
E soave a fine maggio rispunta foglie e germogli novelli con rinnovato coraggio nello zefiro dei ricordi menestrelli.
La gentile mano dell’ufficiale che premuroso ne interrò le indifese radici nel sonno del Tempo memore riposa serena all’ombra dei salici in fiore.
La mano cortese del capitano dispiegava bianche, impavide vele all’orizzonte, nel commiato d’un candido fazzoletto d’addio nel pianto celato d’una anonima banchina in un porto di nebbie lontano.
Nella valle d’oblio oltre l’orizzonte ora coglie eterni fiordalisi nell’ombroso incanto fra l’occhieggiar dei sorrisi di sole dei verdeggianti Campi Elisi.
Sorride e freme nel vento il giovane vittorioso castagno sull’inverno, l’incredula malafede, l’inganno, la stolta ignoranza, la paura di chi vive succube del pregiudizio nel pantano dei luoghi comuni e nel moralistico, asfittico stagno.
L’audacia invincibile d’un Amore puro dal sorriso radioso d’un bambino che si guarda nel prodigio dell’esistere intorno vincendo ogni avversità e distanza.
Amore sovrano le ali dispiegate d’un sogno vero frementi di passione arcobaleno nell’oscuro mistero della vita.
Amore arcano che dilegua fiero meschinità e sudditanza in fuga sul mendace sentiero.
Trionfa nei colori della stagione ridestata nel palpito del verde l’audace castagno, proteso all’azzurro il canto della Vita.
Nel volo di Speranza alla luce splendente del giorno delle rondini in primaverile, tripudiante ritorno.
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