Pubblicato il 11/03/2022 17:29:46
Guido Brunetti Il senso della vita La modernità ha pensato di sostituire l’anima, il trascendente, Dio con la scienza e la tecnologia. L’ illuminismo ha perseguito il suo disegno di rendere l’uomo padrone del mondo. La realtà purtroppo ha dimostrato il fallimento di questo obiettivo. La terra- ha scritto Horkheimer- “splende all’insegna di trionfale sventura”. L’analisi della condizione umana mostra, d’accordo con autorevoli filosofi, l’assenza di un più generale e unitario senso della vita. Siamo dissociati. Lo siamo da noi stessi e dagli altri. E’ questa la condizione psichica e sociale che i filosofi da tempo denominano “morte di Dio”. Siamo senza padre, senza una propria identità. Sono morti anche gli ideali morali, sociali e politici. Il senso metafisico dell’affermazione di Nietzsche- “Dio è morto”- è anche la mancanza di fiducia nella dimensione del sacro e del trascendente. Il mondo sovrasensibile dei fini, per Heidegger, “non regge più la vita”. Manca una visione che dia forza alla nostra vita interiore. Il tema della morte di Dio è stato fatto proprio dai filosofi, in particolare da Hegel, Nietzsche e Heidegger. Un universo “privo di senso” (Noah Harari), che rimuove le domande esistenziali e le trasforma in richieste, come “Quanto guadagno?”, “Che cosa mi compro?”. L’Homo sapiens viene sempre più spodestato dall’Homo consumens. In verità, siamo stati noi- dichiara Nietzsche- a “uccidere Dio”, e siamo noi a subire angoscianti conseguenze. Su di noi infatti alita “lo spazio vuoto”. Ed è proprio perché la natura umana è “corrotta”, come sostiene Pascal, c’è l’esigenza di far “risplendere” la grazia divina. Qualcosa di divino si manifesta nell’interiorità umana. “Dio- precisa Seneca- è dentro di te”. E’ il daimon Socrate e Platone, la personificazione, per Sant’ Agostino, di un’energia divina. Di qui, l’esigenza di riscoprire la concezione dell’uomo come anima, come dimensione spirituale, libertà e creatività, superando la mera dimensione biologica, materiale dell’essere umano. In ciò risiede il senso autentico della vita. Che va cercato in noi, nella nostra interiorità. E’ il bisogno profondo e fondamentale dell’idea di Dio, del sacro e del trascendente. Certamente, rimane il mistero della vita, il mysterium fascinans e il mysterium tremendum, una relazione che affascina e attrae, ma che genera anche tremore e sgomento (Rudolf Otto). Dobbiamo continuare a porci le grandi domande sul perché esistiamo, da dove veniamo, dove andiamo, qual è il senso dell’esistenza.
« indietro |
stampa |
invia ad un amico »
# 0 commenti: Leggi |
Commenta » |
commenta con il testo a fronte »
I testi, le immagini o i video pubblicati in questa pagina, laddove non facciano parte dei contenuti o del layout grafico gestiti direttamente da LaRecherche.it, sono da considerarsi pubblicati direttamente dall'autore guido brunetti, dunque senza un filtro diretto della Redazione, che comunque esercita un controllo, ma qualcosa può sfuggire, pertanto, qualora si ravvisassero attribuzioni non corrette di Opere o violazioni del diritto d'autore si invita a contattare direttamente la Redazione a questa e-mail: redazione@larecherche.it, indicando chiaramente la questione e riportando il collegamento a questa medesima pagina. Si ringrazia per la collaborazione.
|