Pubblicato il 16/05/2011 20:20:13
C’è per ognuno un rovo da impugnare Un'esile fortezza e un pianto in fasce Da rendere ai domani. Altro non è la gloria che ci avvolge Per perdere la resa del destino Dove gli uccelli tornano invecchiati Cos’è un confine Il limite che a volte rigettiamo E già annidato in gola Respira la realtà Un sogno o un ideale Un dire che a scandirsi sgorga vero Sincero come il latte d’ogni madre Cruda fatica, miniera confortante Accerta le tue carni e pregale ferite Sapore oscuro, il tuo, del trionfo Scalata che temiamo Perché di noi reggiamo solo il nome E il credo calpestato. C’è per ognuno un rovo da impugnare Sguainando la pazienza fermo artiglio E siamo a tratti la voce che osa il gesto Sfamandoci i pensieri come figli Da non svezzare mai
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