Altacima ( io la fine, io il principio )
di Meth e Maura Potì
Altacima
roccia di semi baccanti
ho spianto sui solchi
della siccità di uomini
nel giro di un pensiero
che si spande allo specchio.
Obbedisco
ai desideri che si arrotolano
e accarezzo i nei lenti sulla pelle.
Si addensano come segni criptici
di un'età scomposta
-sulla battigia degli umori -
per svelarmi il respiro
di una conchiglia senza fiato.
A mozzarlo
la longitudine nella mia bocca.
aperta,
vuota,
a mordere il lenzuolo senza denti,
la voglia muta di esplorare dune di sabbia
mentre diventano artigli le dita
a dischiudere docili le labbra.
Sono già arresa
alla nudità delle mie mani
cinque coralli
raccolti a curvarmi
e chiedo permessi impudichi
al flusso della marea
che non invade i gemiti notturni
ma palpita e spasima:
son io la fine
io il principio
son io orizzonti nuovi
a risucchiare le pene dell'inferno
e vene gonfie di varici al miele
a rilasciare tiepide gocce di latenza
sui rami secchi
e tra le pieghe di una cima
che non è più ruvida corteccia.
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